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Distretti turistici, da Salerno promossa Ischia: «Resta una perla, ma serve un rilancio»

Il presidente regionale del settore, Vincenzo Marrazzo, illustra le prossime mosse per lo sviluppo e la valorizzazione del turismo campano

I Distretti turistici come possibile grande occasione per l’intera Campania. Perché, e quali sono gli obiettivi?

«Perché avremo una zona a burocrazia zero garantita da una norma, la legge 106 del 2011. Una sentenza della Corte Costituzionale ha rallentato in parte lo sviluppo dei distretti, ma la regione Campania si è dotata di una norma di semplificazione, e di questo ringrazio Antonella Ciaramella, la consigliera regionale che ci ha accompagnato in questa esperienza, Pasquale Sommese che ha emendato il dfr, e adesso siamo pronti. Si parla di velocizzare le procedure, di sburocratizzare e semplificare il nostro territorio. Questa è l’occasione giusta: i distretti sono uno strumento di cerniera tra il mondo delle istituzioni e quello dell’imprenditoria».

Quali saranno i prossimi step in concreto per passare alla fase operativa dei Distretti?

«Passeremo alla pianificazione strategica del territorio per Ambiti Distrettuali. Qui abbiamo alcuni dei rappresentanti degli ordini professionali; per essere stakeholder del territorio, per essere interpreti dei principi costituzionali della sussidiarietà orizzontale, ci rendiamo protagonisti perché svilupperemo idee di progetto del territorio, a prescindere dal mondo prettamente politico, dando una mano al mondo della politica. Questa è la proposta così come è stata fatta per i masterplan su Salerno, o per il litorale Domizio. Insomma, si tratta di quella capacità di ascolto, di interagire con le istituzioni per partire da quello che c’è da fare e che va effettivamente realizzato per lo sviluppo di un settore come il turismo, che può rappresentare certamente un volano per far sì che i nostri giovani non vadano via e per dare una nuova speranza in grado di rigenerare non soltanto le città, ma anche i cuori».

In che cosa i distretti opereranno all’unisono e in che cosa invece dovranno tenere conto della peculiarità dei singoli territori di riferimento?

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«Ischia è un’isola bellissima, pur con alcuni problemi: va rilanciato il turismo termale e la destagionalizzazione, anche attraverso un miglioramento dei trasporti marittimi»

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«Siamo sempre all’unisono, la strada è quella dello stare insieme, insieme ai vari attori dello sviluppo del territorio. Però io confido in una Campania dove l’agroalimentare diventi punto di riferimento di qualità, una Campania che anche dal punto di vista imprenditoriale e industriale possa affiancare, facendo filiera, tutto il mondo del turismo, dal prodotto più semplice fino a quello più tecnologico, in modo da fare sistema. Ci vuole una Campani sorridente, che veda il bicchiere mezzo pieno, noi siamo la terra della Tammorra, non di Gomorra. Siamo terra dei cuochi, terra dei cuori, non terra dei fuochi. Dobbiamo essere noi i primi a raccontare quello che siamo. E poi viviamola questa nostra regione, giriamola: i campani siano innanzitutto davvero campani. Vogliamo tutti gli attori a lavorare con noi intorno a un tavolo, a metterci l’anima e il cuore, che costituiscono del resto la caratteristica che ci contraddistinguono nel mondo, grazie al livello culturale che questa regione ha sempre avuto».

Siamo stati fin troppo “masochisti” finora..

«È tempo di smetterla di lamentarci. Dobbiamo ripartire, ognuno farà la sua parte, senza spirito di protagonismo, senza avocare a sé ruoli e responsabilità, e cerchiamo di costruire qualcosa di buono. Speriamo che, anche grazie al lavoro che facciamo noi, i nostri figli abbiano la possibilità di restare qui, di vivere con serenità e di poter crescere in un territorio sano».

Oggi è più contento perché i Distretti vedono finalmente la luce, oppure è più perplesso per il tanto tempo che c’è voluto (che è anche un po’ la fotografia dell’Italia)?

«Sono le divisioni che purtroppo rallentano lo sviluppo. Io dico semplicemente la mia opinione: chi è da freno allo sviluppo, anche involontariamente e inconsapevolmente, esercita una forma, seppur raffinata, di vero vandalismo. Un vandalismo che noi non ci possiamo permettere, dunque apriamoci alla collaborazione reciproca, quindi “scurdammece o passato”, e da adesso basta con le mezze misure e con le perdite di tempo e cerchiamo di andare al sodo. Vediamo in sei mesi cosa siamo capaci di fare e di mettere in campo per poi condividere con le istituzioni che contano tutte le iniziative che realmente servono al territorio».

Pensa che ci possa essere qualcosa di specifico per le isole che rappresentano un comparto importante, anche in termini di Pil per il turismo campano?

«La questione delle isole, soprattutto in alcune di esse, è una questione importante. A livello mediatico stanno emergendo le criticità di Ischia, che del resto è un’isola bellissima: avrà sicuramente qualche problema come del resto tutta la Campania, ma è una realtà che dobbiamo fortemente rilanciare. C’è stato un decremento del flusso turistico termale, bisogna intervenire, rassicurando gli animi. I collegamenti marittimi vanno migliorati e resi fruibili in maniera ottimale in ogni periodo dell’anno, anche per poter destagionalizzare. È un’altra scommessa che dobbiamo vincere, quindi anche modificare i porti: bisognerà ragionare con la Sovrintendenza, e far capire che è necessario talvolta dare la possibilità di creare innovazione, altrimenti lo sviluppo non c’è. E se si frena lo sviluppo tutto il resto si inceppa».

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