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TURBATIVA D’ASTA, MARINA DA PROCESSO

TURBATIVA D’ASTA, MARINA DA PROCESSO Clamoroso primo epilogo dell’indagine giudiziaria scaturita dalle denunce di Giuseppe Perrella dopo che nel 2022 il Comune di Lacco Ameno aveva affidato l’approdo turistico alla Marine Sub: il dipendente dell’UTC lacchese Vincenzo D’Andrea a giudizio per turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Sarà processato anche Samuele Carannante, prima udienza il 12 settembre

Finisce (per adesso) nel peggiore dei modi l’indagine condotta dalla Guardia di Finanza che ha poi portato all’inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli e relativa alla gara indetta a giugno 2022 e relativa alla gestione del locale approdo (per il periodo-luglio ottobre 2022) turistico, al centro di un vorticoso e plurimo intreccio giudiziario da tempo immemore. Nella mattinata di ieri è arrivata la prima clamorosa svolta: a seguito dell’udienza preliminare il gip del Tribunale di Napoli – dott. Vinciguerra – ha rinviato a giudizio gli imputati Vincenzo D’Andrea (dipendente comunale di Lacco Ameno e responsabile dell’UTC) e Samuele Carannante, titolare della Marine Sub. Tutto questo, dopo che lo stesso gip ha ammesso la costituzione di parte civile di Marina del Capitello, quale parte danneggiata, rappresentata dall’avv. Michele Calise. E attenzione ad un altro particolare tutt’altro che trascurabile, legato all’assenza del Comune di Lacco Ameno, quale persona offesa, che ha di fatto rinunciato alla costituzione di parte civile. Il processo aprirà i battenti con la prima udienza il prossimo 12 settembre e sarà celebrato davanti ai giudice della prima Sezione Penale del Tribunale di Napoli. 

Tutto ruota come detto attorno alla gara che venne effettuata per la gestione del porto turistico di Lacco Ameno che l’amministrazione guidata dal sindaco Giacomo Pascale aveva sottratto alla Marina di Capitello. Una gara che si aggiudicò la Marine Sub ma che portò proprio Giuseppe Perrella a denunciare una serie di presunte irregolarità alle Fiamme Gialle. Lo stesso Perrella, nello specifico, lamentava il fatto che la gara fosse stata costruita su misura per chi dovesse aggiudicarsela e che si fosse cercato di tenere fuori l’azienda dallo stesso rappresentato, di fatto impedendo la partecipazione pubblica. Per poi, subito dopo aver portato a compimento la strategia, provare pure a estrometterlo dal porto, operazione non riuscita grazie all’intervento del TAR Campania. All’epoca dei fatti Perrella nella sua articolata denuncia evidenziava una serie di irregolarità, tra cui il ricorso a personale esterno all’ente per la nomina della commissione di gara, ma anche un falso avvalimento della ditta Cesino a favore della Marine Sub del precitato Carannante. A D’Andrea viene poi contestato anche l’abuso d’ufficio per aver provato ad entrare in possesso dell’approdo in favore della Marine Sub con l’ausilio della forza pubblica, attività che secondo gli investigatori appariva connotata da illegittimità dal momento che la determina di aggiudicazione non era idonea a produrre effetti giuridici inerenti all’affidamento perché ancora inefficace. Da qui il rinvio a giudizio oltre che per Carannante per il dipendente dell’ufficio tecnico che dovrà rispondere del reato di turbativa d’asta. Insomma, quella del porto di Lacco Ameno continua ad essere una telenovela infinita.

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