CULTURA & SOCIETA'

Addio a Sandro Petti: architetto, artista e progettista della “Bella Ischia”

La storia, anzi la favola, di un uomo che ci ha lasciati ma il cui ricordo resterà indelebilmente scolpito nella storia della nostra isola e non solo: mancherà a tutti un autentico ed impareggiabile cultore del bello

DI YLENIA PILATO

Voglio ricordare Sandro Petti con un articolo scritto il 9 giugno 2019 da Antonio Lubrano sul quotidiano Il Golfo. I locali storici del Rangio Fellone e Castillo de Aragon sono le due perle identitarie di un memorabile tempo che fu della Ischia by nigth di Sandro Petti, architetto ed artista, ma soprattutto progettista della “Bella Ischia” vera che è stata.

Di quella “Bella Ischia” che vuole diventi in pratica l’attuale sindaco Enzo Ferrandino. Per far si che ciò possa realmente accadere, il sindaco avrebbe la possibilità di utilizzare la parte più realizzabile dei tanti progetti di riqualificazione del territorio e della costa del maggiore Comune dell’isola ideati e redatti per amore dei sacri luoghi dal valente architetto ischitano. Il mitico Sandro Petti a 92 anni suonati , portati con lucidità e voglia ancora di dare qualche utile suggerimento, dall’alto della sua lunga esperienza professionale ai giovani suoi colleghi che nutrono il suo stesso amore per Ischia, mi fornisce nuovi spunti nel corso di una chiacchierata che il sottoscritto, lasciandogli la parola ha sintetizzato così: Oggi Ischia ha bisogno di rinascere, esordisce l’architetto, e quello che io amo definire “il Rinascimento ischitano”, passa attraverso scelte coraggiose ma per certi versi anche impopolari, che necessitano di grande convinzione e, soprattutto, tanta tenacia .

L’altro giorno un mio carissimo amico mi raccontava di aver letto di recente un libro del magnate americano Donald J. Trump e attuale Presidente degli Stati Uniti d’America, il cui titolo è tutto un programma: “Pensa in grande cui titolo è tutto un programma: “Pensa in grande e manda tutti al diavolo”. Considerato quanto sia riuscito a realizzare nella sua vita , è difficile dare del megalomane a Trump quando afferma che “la capacità di pensare in grande ha ispirato le più grandi realizzazioni del genere umano”. Il futuro di Ischia, a mio avviso, necessita di uomini che sappiano pensare in grande, anche a costo di apparire megalomani, e che sappiano tenere lontani i pessimisti, i signor no, gli eterni indecisi e quelli che non riescono a guardare oltre il proprio naso. Pensare in grande, nel caso di Ischia, significa battersi fino in fondo per un’idea vincente, per un progetto che dimostri alla gente la possibilità di cambiare in meglio e che il tempo affinchè “tutto cambi perché nulla cambi” è ormai definitivamente passato.

Ci saranno sicuramente idee superiore alle mie per cambiare e migliorare Ischia e garantire ai prossimi figli di questa splendida terra un futuro degno delle migliori aspettative Per quanto mi riguarda si tratta di un punto di partenza, un modo come un altro per spingere tutti a riflettere sulla necessità di riscoprire quell’orgoglio ischitano spesso sopito da una quotidianità sempre più frenetica. Ben venga il contributo di idee al riguardo da aggiungere alle mie: io sogno di migliorare Ischia e ho sempre il dovere di dare il mio contributo , condividendolo con tutti coloro i quali, come me e più di me, la amano. Del resto,sognare è gratis. A volte rifletto su quanto sia strano che un po’ dappertutto io sia conosciuto più come ischitano che come romano. Eppure burocraticamente, non sono che un ischitano adottivo, ancorchè cittadino onorario. Comunque sia, vorrei tanto che consideraste i miei suggerimenti che ho illustrato in una mia pubblicazione, data alle stampe qualche anno fa, dove, anche perché ad ispirarmi è stato solo l’amore che ho per Ischia.

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Propongo la visione di un’Ischia rinnovata, tenendo conto della funzionalità e di alcune carenze anche storiche (spiagge, rete viaria, piazze) dello spirito pratico, da sempre parte integrante del mio lavoro, senza mai dimenticare l’espressione, a me cara, della tradizione mediterranea. Soprattutto, nello buttar giù quelle idee ho prestato grande attenzione all’impatto estetico di un’isola, che già di suo, ha una natura fortemente pittorica; e siccome anch’io nasco come pittore, probabilmente in quanto nipote di Vincenzo ed Edoardo Maria Colucci, ischitani veraci e pittori di Edoardo Maria Colucci, ischitani veraci e pittori di fama internazionale. Penso a come Ischia sia conosciuta in tutto il mondo grazie alle sue vedute ritratte da piccoli e grandi artisti e mi rendo conto di quanto sia cambiata e stia cambiando. Qua e là vedo delle cose brutte e ci sto male. E qui il cerino passa in mano vostra. Ognuno potrebbe partire già semplicemente da casa propria: basterebbe poco per renderla ancor più accettabile, se non lo fosse già, con un paio di bouganville e le pareti attintate in un colore ischitano vero. Sandro Petti, nato a Roma il 1 marzo del 1927, architetto, paesaggista, pittore, ha da sempre eletto il centro della Capitale quale fulcro delle sue esperienze creative, professionale e personali.

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I suoi sei studi di Via Margutta, dal ’45 al ’72 hanno ospitato artisti del calibro di De Chirico, D’Orazio, Guttuso, Monachesi, Rotella e tantissimi altri. Cresciuto sull’Isola d’Ischia nei salotti dei celebri pittori Colucci (suoi zii per parte di madre), abitualmente frequentati da personaggi come i De Filippo, De Sica, i pittori Casciaro, Carrà, vanta importanti realizzazioni ( ville da favola) sia in Italia che all’estero, caratterizzate dalla sua inconfondibile impronta architettonica mediterranea. Tra tutte ricordiamo, la creazioni nei primi anni ’80 di una penisola di quindici ettari in Qatar per conto di S. A, Reale L’Emiro Khalifa Althani. La sua particolare sensibilità verso l’arte, la musica e la cultura in genere, ma soprattutto l’innata propensione per le pubbliche relazioni, gli hanno consentito di frequentare da protagonista i migliori salotti della dolce vita. Creatore e talvolta gestore d’importanti night quali il “Jackie ‘O” a Roma, “La Mela” a Napoli, il “Castillo de Aragona” e “’O Rangio Fellone” ad Ischia, vive oggi tra Roma e L’Isola Verde, dedicandosi attivamente allo studio di interventi mirati al miglioramento della viabilità e dell’estetica cittadina di queste due località. In special modo Ischia che, come ama ripetere, “mi hanno dato decisamente tantissimo”. Ha pubblicato nel 2008 “Il Tevere com’era, come potrebbe essere” e “Ischia”. Nel 2009, come diciamo in queste pagine, è stato insignito della cittadinanza onoraria del Comune d’Ischia e nel 2013 un gradito riconoscimento venuto da Forio. Spero vivamente che i progetti che aveva in mente Sandro Petti possano concretamente attuarsi in qualche modo. La speranza è l’ultima a morire. morire

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