CULTURA & SOCIETA'

Don Angelo Iacono: il parroco contadino, fornaio e letterato di Serrara

LUIGI SCHIANO IL GIOVANE CHE LO HA SEGUITO ED E’ STATO SUO COLLABORATORE PER 7 ANNI: “Don Angelo Iacono, parroco di Serrara dal 1976 al 2020, è stato un sacerdote con e per il popolo che si è donato fino agli ultimi giorni della sua vita facendosi tutto a tutti, ordinato sacerdote 56 anni fa è stato un punto di riferimento per tante generazioni, i suoi occhi limpidi trasmettevano pace, quella pace che solo un uomo veramente innamorato di Dio sa donare, amava il popolo non solo i suoi parrocchiani ma i tanti che dall’isola accorrevano a lui, don Angelo accogliendoli con il sorriso e con il suo ‘benvenuto’ con amore ascoltava e confessava tutti, aveva premura per l’educazione cristiana dei bambini a cui con semplicità e amore inculcava e insegnava i valori cristiani”.

Don angelo nasce a Serrara il 16 novembre 1938 da papà Giovanni e mamma Lucia , è il quinto di sette figli, Viene ordinato sacerdote nella chiesa parrocchiale di Serrara il 12 luglio 1964, Don Angelo Iacono celebra la sua prima messa due giorni dopo il 16 luglio, collabora nella parrocchia di San Pietro a Ischia con l’allora parroco Don Pietro Buonocore e cura la chiesetta del Crocifisso in via Michele Mazzella a Ischia. Dal 2012 è nominato canonico preposto della collegiata dello Spirito Santo a Ischia Ponte.

Se non fosse stato per il Covid penetrato nel suo corpo già minato provocandone in breve tempo inesorabilmente la morte a 82 di anni, ad una età che ti permette di vivere ancora, Don Angelo starebbe vivo e vegeto ancora in mezzo a noi e con i suoi fedeli della parrocchia Maria SS. Del Carmine a Serrara e San Ciro al Ciglio. Invece il Covid ha colpito duro smorzando la vita del povero Parroco di Serrara che alla fine non ha potuto ricevere nemmeno un funerale alla grande come i suoi parrocchiani nel dolore desideravano che avvenisse, ma che non è potuto accadere per le disposizioni rigide del Sindaco Caruso a causa delle regole imposte dall’emergenza sanitaria in atto. Solo trenta persone tra familiari stretti, il fratello rimasto Antonio, collaboratori del defunto, il sindaco e qualche altra autorità civile e militare, i celebranti, il coro e qualche altro autorizzato. Una scena triste di un primo pomeriggio col sole che non riscaldava e che si avviava al tramonto preannunciando nel finale della cerimonia funebre l’arrivo inevitabile di un’atmosfera cupa fra i presenti.

Don Angelo Iacono lasciava il belvedere di Serrara dover per lui c’era stata l’ultima “festa” proprio a due passi dalla sua chiesa parrocchiale che aveva riportata al suo antico splendore con opportuni lavori di restauro che hanno reso il Tempio dedicato a Maria Santissima del Carmine in compagnia di San Vincenzo Ferrer, più bella da vedersi e più confortevole da frequentarsi, grazie anche al contributo materiale dei parrocchiani vicini più che mai al loro parroco-amico. Don Angelo teneva a far sapere che era figlio di contadini ed egli stesso contadino e fornaio di pane saporito fatto in casa insieme alla sorella, purtroppo scomparsa il 7 luglio 2018, oltre due anni fa, lasciandogli un vuoto nel cuore che non aveva mai colmato. Per sua disgrazia, l’anno dopo, esattamente il 25 novembre del 2019, un anno fa, perdeva anche il fratello Vincenzo.Nel lungo tempo in cui Don Angelo Iacono ha fatto il parroco sdoppiandosi fra tre chiese abbastanza frequentate a lui affidate, quella madre, Santa Maria del Carmine sede della Parrocchia, quella di San Ciro Martire al Ciglio e la Congrega nelle immediate vicinanze del vecchio Municipio accanto allo storico arco, il sacerdote serrarese è stato sempre circondato dai giovani con il loro ricambio generazionale.

A questi Don Angelo ha insegnato tanto: l’amore fraterno, il rispetto per i genitori, la passione per la terra ed i suoi frutti, il trasporto allo studio, la conoscenza delle arti e dei mestieri, la lettura dei classici per quelli più dotati, latino e greco, passi teologici e fra tanto altro l’arte del silenzio come ci riferisce infatti il giovane preparato Luigi Schiano diplomato ragioniere e collaboratore fra i più vicini all’amato parroco, da oltre sette anni. “Da don Angelo ho appreso l’arte del silenzio” ci conferma Luigi e aggiunge: “In don Angelo ho visto un sacerdote aperto e disponibile anche nel servire altre comunità parrocchiali, lontano dal chiacchiericcio, dalla mormorazione e dalla gelosia , che a tutti credenti e non spronava nel fare sempre meglio, un sacerdote di altri tempi e di altra formazione, amante della Madonna, lo ricordo sempre con la corona del rosario in mano incontrandolo nella Via Lorenzo Fiore che ogni giorno percorreva per recarsi in Chiesa o con il breviario in mano recitando l’ufficio dietro la sua scrivania, un sacerdote che nonostante la sua età si è speso fino all’ultimo per la gente, servire la gente lo rendeva felice, un pastore esemplare che lascia nello splendore il Tempio parrocchiale e le altre chiese del territorio che ha guidato con zelo e amore per 44 anni”.

La vicinanza stretta e la collaborazione che Luigi Schiano offre alla chiesa di Serrara e a Don Angelo sono motivi sufficienti per farlo parlare e chiedergli ulteriori impressioni sulla storia personale e sulla vita sacerdotale di Don Angelo nel rapporto con la comunità parrocchiale, con il suo paese, la sua terra, con l’uomo di chiesa che segue da 7 anni. “Don Angelo Iacono, parroco di Serrara dal 1976 al 2020 – ci dice Luigi – è stato un sacerdote con e per il popolo che si è donato fino agli ultimi giorni della sua vita facendosi tutto a tutti, ordinato sacerdote 56 anni fa è stato un punto di riferimento per tante generazioni, i suoi occhi limpidi trasmettevano pace, quella pace che solo un uomo veramente innamorato di Dio sa donare, amava il popolo non solo i suoi parrocchiani ma i tanti che dall’isola accorrevano a lui, don Angelo accogliendoli con il sorriso e con il suo ‘benvenuto’ con amore ascoltava e confessava tutti, aveva premura per l’educazione cristiana dei bambini a cui con semplicità e amore inculcava e insegnava i valori cristiani, don Angelo seguiva come un padre nel sapere dalle famiglie una volta che i bambini erano diventati adolescenti le strade intraprese.

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Gli anziani e i malati erano nel suo cuore mai faceva mancare il conforto cristiano e la santa comunione che portava di casa in casa tutti i primi venerdì del mese e durante le feste che si svolgevano nelle Chiese della sua parrocchia. Amava la natura e abitava a pochi passi del bosco della Falanga, a tutti dal suo orto distribuiva piccole piantine di Mimosa sensitiva, passiflora, e fiocco del cardinale o cresta di gallo, don Angelo a coloro che lo chiedevano con gioia accompagnava a fare escursioni nel bosco della Falanga e sul Monte Epomeo. Insieme alla sua amata sorella Pierina con il ‘criscito’, il lievito madre, producevano del pane unico nel suo genere fatto con diverse farine e finocchietto che emanava una fragranza tutta particolare. Nel borgo del Ciglio dove è ubicata la Chiesa dell’ Assunta e di San Ciro tanto cara al popolo ischitano con l’aiuto di architetti e professionisti era riuscito a valorizzare l’antica pietra tufacea che compone i muri a secco di questo borgo dette ‘‘parraccine’’ e alcune case, anche la chiesa presenta ed è stata costruita e realizzata con la pietra locale dopo il calamitoso terremoto del 1883 che distrusse il primo Tempio.

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DON ANGELO CON LA SORELLA DAVANTI AL SUO FORNO DEL PANE

Don Angelo studioso e amante della letteratura dei suoi compaesani ha cercato con passione di far conoscere alla gente le opere di sacerdoti e scrittori del passato della nostra isola come il Canonico Florindo Matarese, sacerdote di Fontana che ha scritto i famosi ‘‘ cento canti del popolo di Serrara e i sunietti a funtanese’’ raccolta di poesie e brani evangelici tradotti nel dialetto fontanese e dello storico sacerdote don Mario Iacono sacerdote, scrittore, insegnante e mente dotta di Serrara. In continua sintonia con le istituzioni locali don Angelo non ha fatto mai mancare la sua collaborazione spronando sempre nell’operare onestamente e amorevolmente a servizio dei cittadini”. Don Angelo Iacono era un sacerdote saggio e colto.

DON ANGELO CON PAPA FRANCESCO FOTO OSSERVATORE ROMANO

Nell’archivio parrocchiale conservava i suoi quaderni di appunti e fogli bene assestati che contenevano la storia di Serrara, episodi di vita paesana e il vangelo tradotto in dialetto serrarese, Il sindao di Serrara Fontana dott. Rosario CARUSO si è impegnato in prima persona a promuovere l’iniziativa di intestare un’ opera pubblica all’amato sacerdote figlio di questa terra e cultore e difensore delle sue tradizioni.

LA LETTERA POST MORTEM AL CARO DON ANGELO

DI ANNA CONTE

Caro Don Angelo,

oggi c’è il sole e non poteva che esserci per te che sei stato come il Sole per la tua comunità.

Pochi giorni fa, il 16 novembre hai compiuto 82 anni.

Una vita spesa per la Tua comunità parrocchiale, un territorio a cui tenevi tantissimo.

DON ANGELO FRA I CANONICI CONFRATELLI DELLA COLLEGIATA DELLO SPIRITO SANTO A ISCHIA PONTE

Lo si capiva dalla luce che emanavano i tuoi occhi quando raccontavi di fatti storici del nostro paese, dei tempi della guerra, dei racconti dei tuoi nonni, di personaggi conosciuti e non, delle tradizioni contadine, delle sofferenze dovute alla povertà in un territorio che non aveva conosciuto ancora lo sviluppo turistico ed i suoi effetti benefici per l’intera Isola. Anche se sono stati tempi difficili ne parlavi con nostalgia. Caro Don Angelo Ti ho spesso definito la memoria storica di Serrara e oggi sono convinto che con Te se ne va un pezzo grande ed importante dei ricordi di questo territorio. Quanti di noi sono cresciuti con Te, sono diventati uomini, donne, padri e madri. Quanti ricordi affollano la mente. Il catechismo da ragazzino: con gli altri bambini ti aspettavamo in Piazza e quando ti vedevamo scendere, rigorosamente a piedi, ci avvicinavamo alla porta della Chiesa per entrare insieme. Sulla porta Ti levavi il cappello, ci inginocchiavamo si diceva la preghiera tutti insieme e solo dopo si entrava. Guai a non rispettare questa regola. A maggio nel mese dedicato alla Madonna premiavi chi era venuto più spesso a messa e per noi era una gara, per me Gino e gli altri coetanei. Nella ricorrenza della settimana Santa ci portavi ad Ischia Ponte per la benedizione dell’olio Santo per noi era una festa partecipare con Te a quella celebrazione.

DON ANGELO IACONO COL COPRICAPO DA MONTAGNA PER RIPARARSI DAL FREDDO NELLA PROCESSIONE DI SAN CIRO

Da Te abbiamo ricevuto il sacramento della comunione, della cresima del matrimonio ed hai battezzato i nostri figli. Ci hai visto crescere e ci hai spronato ad impegnarci nella vita. Eri contento per ognuno di noi che dimostrava valore nel lavoro, nella professione, nello studio. Ci hai insegnato ad essere persone rispettose degli altri e cattolici che devono partecipare alle funzioni domenicali. Quante prediche ho ascoltato in cui esortavi i parrocchiani a partecipare alla messa domenicale, a volte rimproveravi proprio chi era mancato da tanto tempo e veniva in occasione di una celebrazione o di un sacramento. Su queste cose eri severo, a volte duro ma solo all’inizio.

DON ANGELO IACONO CON LA MANTELLINA DEL CANONICATO DELLA COLLEGIATA DELLO SPIRITO SANTO DI ISCHIA PONTE

Per i giovani di questo Paese hai speso sempre parole di incoraggiamento, eri contento quando si organizzavano eventi per il territorio e proprio Tu sei stato uno dei fautori della realizzazione della rappresentazione della Passione di Gesù prima in Chiesa e poi all’aperto. Quante volte durante l’inverno rientrando a casa dopo la messa serale ti fermavi ad ascoltarci divertito nella sala Lorenzo Fiore mentre facevamo le prove per la commedia natalizia. Per i ragazzi del territorio sei stato sempre disponibile, come per l’asilo dato in locazione al Comune per un prezzo modestissimo perchè “è per i bambini” dicevi. Era il 2002, credo, quando venni a chiederti di vendere il terreno della parrocchia per realizzare un campo per i giovani del Comune. La risposta fu subito affermativa e da lì che siamo partiti per poi acquistare altri fondi di terreno dove oggi sorge il Campo di calcetto. In quel luogo ho voluto mettere una targa, insieme con l’Amministrazione, per ricordare che quella struttura è stata realizzata dopo tanti decenni grazie alla disponibilità di persone come Don Angelo. Come non ricordare i lavori di sistemazione della Chiesa parrocchiale fortemente voluti da Te. Come non riconoscerti il coraggio nell’affrontare un impegno gravoso ed il merito di aver realizzato un gioiello di architettura rupestre che tutti ammirano al Ciglio. Credo che quell’opera è uno dei doni più belli che hai fatto all’intera Isola ed alla Chiesa. È un Tuo merito e di chi ha collaborato con Te al Ciglio. Come non ricordare il tuo essere sempre una persona trasparente e sulla quale poter contare. Da Te ho ricevuto solo bene e ho cercato sempre di ricambiare comportandomi con Te con la massima correttezza, rispetto e riconoscenza.

Grazie.

Grazie a nome mio, di tutta l’Amministrazione e di tutta la comunità di Serrara Fontana.

DON ANGELO IACONO MENTRE SOMMINISTRA LA COMUNIONE NELLA MESSA DOPO LA PROCESSIONE AL CIGLIO

Grazie perché nonostante la Tua età e qualche acciacco hai continuato ad accudire spiritualmente la Tua comunità. Pubblicamente voglio ringraziare anche Don Vincenzo parroco di Sant’Angelo con cui collaboravi con piacere per la Sua opera pastorale nonostante non sia più giovanissimo. Sono sicuro che Don Vincenzo oggi è molto addolorato. Sono anche convinto che ora sei vicino a Don Vincenzo Avallone e a Don Pasquale Sferratore, vicini perché siete stati tre pilastri per le vostre comunità parrocchiali e non solo e non potete che continuare insieme la vostra missione nell’alto dei cieli. Ci mancheranno tanto le poesie in dialetto serrarese recitate da Te in varie occasioni anche al termine di qualche funzione religiosa. Mancherai agli amici di Pontedera, Comune gemellato con Serrara Fontana, amici che accoglievi sempre con grande affetto, piacere e semplicità.

Ricorderò, ricorderemo sempre il Tuo sorriso, il Tuo alzare le spalle per dire” lascia stare” , i Tuoi pizzicotti, il Tuo girare per il Paese con la stuola bianca per dare la comunione agli ammalati, la Tua laboriosità nei campi, la Tua passione per le nostre tradizioni una fra tutte: fare il pane in casa, l’amore per i fiori, la devozione alla Madonna a San Vincenzo ed a San Ciro.
Adesso che hai rincontrato i tuoi genitori, la tua adorata sorella Pierina e tuo fratello Antonio continua a vegliare sulla nostra comunità, sulla nostra Isola ed in particolare sulla Tua amata famiglia e su Tua nipote Lena a cui tenevi tanto.

Ciao Don Angelo. (Anna Conte)

Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

antoniolubrano1941@gmail.com

info@ischiamondoblog.com

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