DON CARLO CON L’ADDOLORATA DELL’ ARSO CHIUDE IL CICLO DELLE ULTIME FESTE DI STAGIONE INTORNO ALL’ANTICA PICCOLA STATUA COL MANTO NERO L’EMOZIONE VERA DI UNA CONTRADA
L’antica contrada dell’Arso e di Punta Molino sono stati in festa sabato 15 settembre giorno della solennità della madonna dell’Addolorata e ieri domenica 16, concludendo così il ciclo festivo di settembre dove è stata festeggiata la Bambenella, e subito dopo celebrata la rievocazione dell’assalto simulato dei saraceni alla torre del molino con la partecipazione di centinaia di figuranti ed un pubblico strabocchevole. Quindi la festa dell’Addolorata sull’Arso nel Comune d’ Ischia ultima della stagione. La nota località che comprende gli agglomerati centri abitati popolosi del Molino, di via Champault e stradine adiacenti, di via d’Aloisio e della stessa discesa dell’Addolorata , già via Cremato, oggi tratto terminale di Corso Vittoria Colonna, fra il palazzo Villari alla Mandra e la svolta di via Francesco Sogliuzzo che porta al cinema Excelsior. Una mini festa patronal-religiosa, che poi tanto mini non è, visto che ogni anno, è attesa e seguita anche da una moltitudine di fedeli di tutta Ischia Ponte e parte di Porto d’Ischia. Questa festa di contrada , negli ultimi anni ha assunto maggiore importanza per il non trascurabile motivo di sentirsi fiancheggiata, dalla manifestazione dirimpettaia di “Pe’ Terre Assai Lutane” che tratta l’emigrazione e le storie personali di chi fu costretto a lasciare l’isola per cercare miglior fortuna in lontani lidi, come tante famiglie della stessa contrada dell’Addolorata fino alla marina dei pescatori. Purtroppo l’evento culturale che doveva tenersi in queste ore,quest’anno non ci sarà gemerendo profonda delusione nella gente del luogo e fra i turisti presenti a Ischis. La Festa dell’Addolorata sull’Arso, ha una triplice storia che vede agli onori della buona cronaca il rilancio della stessa festa, il tempietto e l’antica piccola immagine dell’Addolorata dal manto nero. La Festa ebbe uno scoppiettante rilancio agli inizi degli anni ’50, allorquando si mise a capo di un ristretto comitato per la “nuova” festa composta da un gruppo di volenterosi della zona, l’artigiano falegname Giovan Giuseppe Sorrentino conosciuto col mitico nome di Nerone. Immediati furono i cambiamenti apportati alla festa a cominciare dalla costruzione del trono adorno di fiori ove veniva collocata la piccola statua dell’addolorata da portare in processione lungo un diverso percorso, per la marina della Mandra fino alle porte del centro storico e ritorno. Nerone, dallo spirito fantasioso e festaiolo, nel senso buono e spettacolare della parola, scritturò per la prima volta nella storia delle feste religiose e patronali che si svolgevano sull’isola, un’orchestrina con tenori e soprano affiancandola alla banda musicale locale che apriva i festeggiamenti. L’orchestra con i tenori e soprano si esibì su di un tavolame a mò di palco addobbato, sistemato a copertura di un fossato esistente al lato della strada in piena festa ,a pochi metri dalla chiesetta dell’Addolorata. Nerone ed il suo comitato hanno la festa dell’Addolorata per molti anni, per la qual cosa ai fedeli veniva naturale nel periodo dell’attesa, chiamarla la “festa di Nerone”. Erano i tempi in cui a reggere la Rettoria della Chiesa c’erano i Parroci dello Spirito Santo Don Agostino D’Arco prima e Don Pasquale Polito dopo. Il Vescovo del tempo che benediva le funzioni, era l’indimenticabile Mons. Ernesto De Laurentiis. Oggi è tutt’altra storia . C’ è un’appassionata ed attivissima Maria Lauro che tra la Scuola Media ove è professoressa, la casa ed altri suoi impegni, riesce a dare il massimo delle su energie anche e soprattutto per la chiesa dell’Addolorata, il restauro che è stato,i festeggiamenti, e gli stessi incontri culturali della rassegna “Pe’ Terre Assai Luntane”. Giganteggia in chiesa come la madonna in vena di miracoli. Organizza, dà disposizione, abbellisce l’altare, cura l’addobbo in chiesa ed all’esterno, tiene in ordine e pronti per l’uso della festa i paramenti sacri, le vesti , i sacri testi per un altro “mostro” dell’attivismo e dell’efficienza, ovvero l’attuale rettore Don Carlo Candido, amato parroco della Chiesa dello Spirito Santo a Ischia Ponte. Maria Lauro, fra tutto questo, insieme a collaboratori e collaboratrici, vive la festa dell’Addolorata come una missione da seguire e portare a termine con la passione e l’entusiasmo della fede immutati , anzi rafforzati per un senso di piena appartenenza alle tradizioni del suo mandato e del suo credo. Il programma dei festeggiamenti in onore dell’Addolorata, ha riservato momenti di emozione e di fede pura. Sabato scoso nel giorno della solennità della Beata Vergine dell’Addolorata in cui al rintocco delle campane di Mezzogiorno ed allo sparo della tradizionale “diana” pirotecnica, i fedeli numerosi e devoti della madonnina, hanno recitato la rituale Supplica alla Madonna. Nel tardo pomeriggio, intorno alle 18,30 si è tenuta la processione con l’immagine della Madonnina dell’Addolorata e con San Giuseppe accompagnata dalla Banda Musicale “Eurythmia” di Barano d’Ischia fino alla vicina piazzetta Rittman, dove Don Carlo Candido ha celebrato la messa solenne. Al termine la processione con il simulacro della Beata vergine dell’Addolorata, ha ripreso il suo cammino annunciato verso la Piazzetta San Girolamo e ritorno in direzione di via Pontano e Spiaggia dei Pescatori dove sul piazzale della Torre del Molino è avvenuta la tradizionale e solenne benedizione del mare con spettacolo di fuochi pirotecnici. Infine ritorno in chiesa e inno all’Addolorata. In serata il gruppo artistico di Gaetano Maschio ha intrattenuto in piazzetta Rittman il pubblico accorso numeroso con lo spettacolo della Canzolata. La giornatra di eri domenica sin dal mattino, è stata un susseguirsi di messe votive alla madonnina dell’Addolorata fino all’ora del Vespro. Anche la Festa di quest’anno 2018 è passata alla stortia dei ricordi con una bella giornata gioiosa che si è conclusa ieri sera in piena allegria sempre in piazzetta Rittman con lo spettacolo “Septmberfest” rassegna di danza. di musica e di canzoni classiche napoletane con la partecipazione straordinarie del “Body Ballett” di Paolo Massa e il” Balletto di Ischia a.s.d!”. Non sono mancate le degustazioni gastronomiche e fuochi pirotecnici dal mare che hanno posto fine ad una festa patronale, che essendo l’ultima della stagione estiva, secondo il modo di pensare popolare, ci porta direttamente alle stagioni autunnale e invernale.
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