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Donazioni di sangue ferme da aprile, il presidente Trani «è per la nostra sicurezza»

di Isabella Puca

Ischia – “È un 2016 sorprendente quello che si chiude per la Fidas di Ischia. Grazie alle 95 sacche di sangue raccolte nelle ultime due donazioni nel mese di dicembre, il bilancio annuale della sezione isolana della Federazione Italiana delle Associazioni dei Donatori di Sangue tocca il record di 915 sacche. Grande la soddisfazione del presidente Luigi Trani che registra con orgoglio il dato numerico raggiunto grazie alla generosità degli isolani”. Era così che a dicembre dello scorso anno la Fidas di Ischia salutava il 2016 con un risultato da record, 915  sacche di sangue, un numero che difficilmente potrà essere replicato dato lo stop donazioni che continua, ormai. dal mese di aprile. Sono ormai 3 mesi, infatti, che a Ischia i donatori sono fermi, una sospensione necessaria per permettere all’Associazione di poter rispettare le nuove disposizioni in materia di raccolta. A tal proposito abbiamo sentito il presidente della Fidas Ischia Luigi Trani, «la situazione è complessa, – ci ha spiegato – è cambiata la legge per tutta l’Italia e per motivi di sicurezza. Per chi ha un centro trasfusionale attrezzato adeguarsi è stato facile per noi che non abbiamo niente diventa tutto molto più complicato. Non so quando e se riusciremo a uscire da questa situazione». In questo momento, a Ischia,  non è possibile donare il sangue, ma le richieste per donare continuano a essere tante come tanti sono coloro che ancora non si spiegano questo stop improvviso.  «Occorrerà spendere dei soldi per adeguarsi, è da tempo che non prendiamo contributi, ma bene o male si riescono a trovare. Occorrerà munirsi di computer così da essere in rete attraverso un programma e vedere la situazione di chi ha donato. Medici e infermieri dovranno fare un corso (150 euro a persona) e servirà trovare altri infermieri e altri dottore. Soprattutto c’è bisogno che ci dicano se le stanze sono idonee, se non lo sono è inutile fare delle spese e gli unici locali a nostra disposizione sono quelli attrezzati con sedie dell’ex clinica di San GiovanGiuseppe». La situazione, dunque, non è facile e per il momento, fanno sapere dal Cardarelli, che c’è la disponibilità ad aspettare i donatori ischitani e pagare loro  anche il biglietto del traghetto; c’è solo da organizzare il giorno, vedere quante persone andranno e comunicarglielo. “Il nuovo decreto – si legge in una nota del Centro nazionale sangue –  nasce dall’esigenza di adeguare le disposizioni normative sulla qualità e la sicurezza del sangue e dei suoi prodotti al progresso in ambito scientifico e tecnologico che la medicina trasfusionale ha compiuto nell’ultimo decennio. Infatti, il Decreto del 2 novembre sostituisce i precedenti Decreti Ministeriali del 3 marzo 2005, recanti “Protocolli per l’accertamento della idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti” e “Caratteristiche e modalità per la donazione del sangue e di emocomponenti”. Il nuovo disposto normativo in materia trasfusionale si basa sia su linee guida europee sia su linee guida e standard operativi nazionali, trasformandoli in norme cogenti per il sistema trasfusionale. Esso si applica non solo al sangue e agli emocomponenti raccolti da donazioni volontarie e non remunerate, ma anche gli emocomponenti per uso non trasfusionale, a quelli per uso autologo (dei quali vengono fortemente limitate le indicazioni, in conformità alle più recenti evidenze scientifiche), alla raccolta di cellule staminali emopoietiche del sangue periferico (allogeniche e autologhe) e del sangue cordonale nonché alla raccolta di linfociti. Completano l’articolato 12 allegati tecnici che, spaziando in tutto l’ambito di riferimento normativo della medicina trasfusionale, rendono mandatori alcuni aspetti operativi del processo trasfusionale necessari a garantire qualità e sicurezza del processo trasfusionale tutelando donatori e pazienti.  È di tutela dunque che si parla, uno stop a fin di bene, quasi quanto può essere una donazione, «dobbiamo rispettare la legge per aumentare la sicurezza del sangue. É importante – ha concluso Trani – rispettare i criteri di sicurezza che fanno del nostro sangue, quello italiano, il sangue più scuro del mondo»

 

 

 

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