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Droga, alcol e bulli di paese

 

 

Di Mauro Iovino

L’arresto posto in essere dalla Polizia di Stato nei giorni scorsi, all’esterno dell’istituto alberghiero di Ischia, di un minorenne accusato di spaccio di sostanze stupefacenti, è la punta di un iceberg e di una deriva sociale diffusa sulla nostra isola. Tra i giovanissimi tra i 14 e i 20 anni c’è un consumo spaventoso di alcol e droga e benissimo ha fatto il dirigente del commissariato a fare specifici controlli la scorsa settimana in materia di vendita a minori di sostanze alcoliche nei locali pubblici.

Meno di un mese fa, la Polizia ha denunciato per una rissa avvenuta davanti ad un noto pub ischitano, ben 9 giovanissimi. Futili motivi a far degenerare i rapporti tra le parti, ma troppo alcol nella loro testa, questo il cocktail che aveva fatto scoppiare la rissa.

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Proprio questo cocktail di alcol e droghe fa il paio con la presenza di alcune bande di bulli che aggrediscono verbalmente ed anche fisicamente propri coetanei colpevoli solo di accompagnarsi alla giovane fidanzata. Insomma, ignoranza, arroganza e gelosia alla base di questi comportamenti degenerativi. Ma è tutta colpa di questi giovanissimi o una buona dose di responsabilità dipende dai propri genitori che il più delle volte hanno rinunciato al proprio ruolo di educatori? Purtroppo, secondo gli operatori del settore, nel 99% di questi casi le colpe sono dei genitori che hanno abbandonato i propri figli alla strada e delegato a terzi l’educazione dei propri pargoli. La scuola e le istituzioni non possono sostituirsi all’educazione che possono e, devono impartire i propri genitori perché se a casa c’è l’anarchia quanto fatto a scuola dai propri professori allora sarà tutto lavoro vanificato. Perché  tu genitore non ti interroghi se tuo figlio si droga e alcolizza nei locali pubblici o davanti alla scuola? Non si possono attendere provvedimenti coercitivi (come la chiusura dei locali pubblici) per salvaguardare i propri figli. Quando si parla di alcol nei locali pubblici se ne invoca la chiusura, a volte a ragione perché non si devono somministrare sostanze alcoliche ai minori, ma se l’assunzione di sostanze stupefacenti avviene all’esterno delle scuole che facciamo? Per paradosso invochiamo la chiusura delle scuole?

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Alcuni genitori lamentano il fatto di non poter esercitare appieno il proprio ruolo genitoriale in quanto – per effetto della recessione economica –  entrambi costretti a lavorare, ma neanche possiamo pretendere che facciano tutto carabinieri e polizia invocando a piè sospinto maggiori controlli nelle strade.

Se un genitore trova il proprio pargolo pieno di alcol o droga per strada non possiamo andare a prendercela solo con chi gli ha venduto l’alcol o altro ma innanzitutto con il proprio figlio che è andato a cercarsi questi strumenti di piacere artificiale…

E allora che fare? Di sicuro non si può attendere che gli eventi facciano il proprio corso ma evitare che questa moltitudine di giovani continui a farsi male assumendo alcolici a dismisura e sostanze stupefacenti. Di sicuro la scuola dovrebbe integrare il ciclo educativo e scolastico informando i giovani degli effetti nefasti dell’alcol prodotti al proprio corpo, così come avviene con sostanze stupefacenti, per non parlare di quelle sostanze chimiche o misture varie come l’amnèsia, una droga pericolosissima che sta girando tra i giovanissimi. Solo qualche dettaglio in più sull’Amnèsia, detta «amnè», la droga della camorra. Si tratta di marijuana di pessima qualità, trattata con gocce di metadone: dalla sua combustione – secondo quanto hanno rivelato le analisi dei laboratori della polizia scientifica – si sprigionano fumi devastanti per la salute. Ogni genitore di fronte a tale scritto potrà fare spallucce…ma poi nessuno si lamenti se in piena notte si è raggiunti da una telefonata del commissariato o dei carabinieri…perché forse sarà troppo tardi…

 

 

 

mauroilgolfo@gmail.com

 

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