CRONACA

Droga nella cuccia del cane, resta in carcere il 50enne baranese

Rimane a Poggioreale Michele Conte, con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti: lo ha deciso il Gip. I Carabinieri avevano rinvenuto nella sua abitazione e in un terreno adiacente circa due chili tra hashish e cocaina

Resta in carcere Michele Conte. Il cinquantenne di Barano era stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Ischia, guidati dal capitano Angelo Pio Mitrione e coordinati dal luogotenente Sergio De Luca, con l’accusa di spaccio di stupefacenti. Lo ha deciso il Gip durante l’interrogatorio svoltosi ieri mattina, quando è stato anche convalidato l’arresto operato dai militari.

L’uomo, difeso dagli avvocati Lorenzo Bruno Molinaro e Massimo Stilla, si è mostrato molto collaborativo con il magistrato, che tuttavia ha ritenuto che non vi fossero i presupposti per alleviare la misura cautelare della custodia in carcere, disponendone un’altra meno afflittiva, come quella dei domiciliari auspicata dalla difesa. Naturalmente nella decisione ha avuto un “peso” rilevante (è il caso di dirlo) la quantità-record di sostanza stupefacente rinvenuta dai Carabinieri durante la perquisizione eseguita nell’abitazione dell’imputato, il quale una volta resosi conto di essere stato sorpreso dalle Forze dell’ordine e di non avere altra scelta, aveva spontaneamente consegnato lo stupefacente in suo possesso mostrando ai militari il luogo in cui lo aveva nascosto. Un luogo davvero singolare, vale a dire nei pressi della cuccia del proprio cane, dove in una grossa borsa era occultato un barattolo di plastica dove erano custoditi 11 involucri in cellophane contenenti complessivamente 66 grammi di cocaina e altri 13 che ne contenevano invece 7.80 grammi.

L’imputato si è mostrato estremamente collaborativo durante l’udienza, ma l’ingente quantitativo di sostanze (un record, tra i sequestri in terra isolana) non ha impedito la conferma della custodia cautelare in carcere

Tuttavia la gran parte della sostanza era nascosta in un appezzamento di terreno soprastante la proprietà dell’imputato, il quale consegnò ai militari un secchio di plastica contenente 10 panetti di hashish del peso complessivo di un chilo, due involucri in busta trasparente con dentro rispettivamente ben 188 e 260 grammi di cocaina, altri 38 involucri contenenti 228 grammi di cocaina ed un bilancino di precisione elettronico di colore nero. In pratica, circa 750 grammi di cocaina (oltre al chilo di hashish), che hanno reso l’operazione degna di entrare nel “guinness” della storia isolana in fatto di sequestri di droga, visto che non era mai stata sequestrata una quantità maggiore di cocaina nelle nostre contrade, dove comunque resta alto il problema dello spaccio.

Durante l’udienza, la difesa ha comunque messo in evidenza la mancanza di ogni evidenza dei fini di spaccio, richiamandosi anche alla giurisprudenza della Suprema Corte, secondo cui l’intenzione dello spaccio può essere ipotizzata solo in presenza di un concorso morale di terzi ignoti non identificati, altrimenti si resta nel campo della detenzione per uso personale. Tuttavia, come detto, l’ingentissima quantità di sostanza ha fatto pendere la bilancia in senso sfavorevole per il 50enne, il quale è sembrato non essersi reso completamente conto della gravità del fatto: un terzo gli avrebbe infatti consegnato la partita di sostanza, allo scopo di custodirla appunto per conto altrui, cosa che però gli si è ritorta contro. Circostanza che evidenzierebbe l’assoluta ingenuità dell’imputato nel prestarsi all’illecita operazione, in un certo senso avallata anche dall’attività investigativa dei Carabinieri, consapevoli delle dimensioni del fenomeno e delle più che probabili connessioni che coinvolgono altri soggetti effettivamente dediti all’attività di spaccio. Adesso, la difesa attenderà il deposito delle motivazioni del Gip per valutare se fare ricorso al Tribunale del Riesame o meno.

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La difesa, sostenuta dagli avvocati Lorenzo Bruno Molinaro e Massimo Stilla, attende ora il deposito delle motivazioni per valutare l’ipotesi di un ricorso al Tribunale del Riesame e chiedere una misura meno afflittiva, come quella dei domiciliari

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Al di là delle singole responsabilità del caso in esame, l’episodio è significativo: il fenomeno dello spaccio sull’isola d’Ischia, non solo delle cosiddette droghe “leggere” (sulle quali resta aperto il dibattito per la legalizzazione e regolamentazione del consumo personale), ma anche e soprattutto delle sostanze più pericolose, è ancora molto ampio, e coinvolge persone di varie fasce di età. Di qui la predisposizione da parte delle Forze dell’Ordine di incessanti attività di controllo e monitoraggio allo scopo di reprimere e smontare le catene dello spaccio, che continuano ad avere molteplici canali di “rifornimento” per le piazze isolane.

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