CULTURA & SOCIETA'

E l’autunno porta in tavola anche le mele, l’atteso frutto dalle svariate forme riscoperte dalla “Borsa Verde”, c’è il rilancio sull’isola delle mele cotogne

NOVITA’ AGRICOLE ISCHITANE CHE AIUTANO LA SALUTE / LUCIANA MORGERA LO SCORSO ANNO FESTEGGIO’ IL SUO COMPLEANNO ( NE COMPIVA 50 DI ANNI) CON UN RICCO PIATTO DI MELE COTOGNE ACCURATAMENTE AFFETTATE / Secondo le ricerche di Luciana Morgera la mela cotogna, che ormai fa parte del repertorio agricolo-alimentare della sua Borsa Verde, era già conosciuta ai tempi dei Babilonesi, dei Greci e dei Romani, con origini delle regioni intorno al Mar Caspio e della Persia. Era un frutto simbolo di buon auspicio e fecondità tanto che non mancava mai nei banchetti matrimoniali ai tempi dei romani. Lo testimoniano anche alcuni affreschi ritrovati a Pompei. Il frutto che arrivò anche nella nostra isola, bisogna riconoscerlo, non è un lampante esempio di bellezza, ma fa parte per diritto naturale del “tempo delle mele” che ricorre ed esplode proprio in questo periodo, e si sostituisce, anche se a fatica, col suo sapore e la sua essenza ai gustosi frutti della bella stagione ormai passata

Parlano di lei come di un frutto oramai dimenticato: la mela cotogna, che vanta un passato letteralmente leggendario, subisce un presente purtroppo di gran lunga meno interessante. La leggenda narra che la mela cotogna rappresentò l’emblema di Venere, simbolo di buon auspicio e fecondità nei banchetti matrimoniali al tempo degli Dei. Sull’isola d’Ischia purtroppo il frutto in questione non ha sviluppato tanta passione e cultura degne di essere considerate.

RARE MELE COTOGNE DAVANTI AL PORTONE DI UNA CASA RURALE ISCHITANA

Ma noi ugualmente ce ne occupiamo. E sappiamo quale pista percorrere. Ormai, da oggi in poi, se si intende affrontare il tema dell’agricoltura e più nello specifico, di qualsiasi prodotto della terra, della nostra terra, la terra dell’isola d’Ischia, da Campagnano ai terreni coltivati di Succhivo, conviene informarsi presso la ditta Luciana Morgera. La qual cosa s’era capita già da alcuni anni addietro quando Luciana disinvolta e decisa, “dialogava” con la natura come San Francesco parlava agli uccelli ed al…lupo. L’ultima sua “scoperta” è la dimenticata mela cotogna che Luciana ritiene “Brutta si, ma affascinante. Profumata e sorprendente in cucina”. Il frutto, bisogna riconoscerlo, non è un lampante esempio di bellezza, ma fa parte per diritto naturale del “tempo delle mele” che ricorre ed esplode proprio in questo periodo,con ottobre battistrada, e si sostituisce anche se a fatica, col suo sapore e la sua essenza ai gustosi frutti della bella stagione ormai passata. A noi che piace descrivere con dovizia di particolari relativi alla loro crescita ed evoluzione, la frutta e le verdure fra le più note che produce la nostra campagna senza trascurare quei prodotti della terra isolana caduti nell’oblio, coglie l’obbligo di approfittare con piacere dell’imput che ci fornisce la “sempreverde” Luciana sulle mele cotogne che volentieri classifichiamo fra i frutti degni della nostra attenzione e stima con l’intenzione di farle uscire dal dimenticatoio e riproporle visto che con esse si possono realizzare ottime marmellate e gustosi liquorini.

MELE GREEN CHE CRESCONO ANCHE SULL’ISOLA

Secondo le ricerche di Luciana Morgera la mela cotogna, che ormai fa parte del repertorio agricolo-alimentare della sua Borsa Verde, era già conosciuta ai tempi dei Babilonesi, dei Greci e dei Romani, con origini delle regioni intorno al Mar Caspio e della Persia. Era un frutto simbolo di buon auspicio e fecondità tanto che non mancava mai nei banchetti matrimoniali ai tempi dei romani. Lo testimoniano anche alcuni affreschi ritrovati a Pompei. La mela Cotogna è ricca di vitamine A, B1, B2, C e PP, di acido malico, di sali minerali tra cui potassio, calcio, zolfo, magnesio e fosforo. I pochi zuccheri e il basso contenuto calorico (circa 26 calorie per 100 grammi di prodotto) la rendono un alimento adatto a chi soffre di diabete o deve seguire un’alimentazione a regime dietetico. I Romani e i Greci mangiavano il frutto crudo. Gente d’altri tempi e con altri palati. Questi antichi popoli avevano scoperto che rafforzava il sistema immunitari e annegavano le mele nel miele, producendo anche un tipo di sidro. Profumatissime, le mele cotogne sono perfette anche per armadi e biancheria, il loro odore persistente che ricorda quello del miele è davvero delizioso.

MELE DI ISCHIA

Le mucillaggini contenute nei semi delle mele cotogne aiutano a idratare a fondo la pelle e a ritardare la comparsa di rughe. E proprio i semi sono utilizzati dall’industria cosmetica e farmaceutica. La pectina che se ne ricava è utilizzata per la produzione di gelato e carne in scatola, e nell’industria tessile, per la produzione dell’appretto per le stoffe, oggi nuovamente di moda. Il melo cotogno in compagnia anche del pero cotogno, ci informa l’esperta Luciana, si presta in cucina per la preparazione di mostarde, liquori, distillati e gelatine. Perché è stato tirato in ballo il pero, visto che si sta parlando esclusivamente della mela cotogna? La riposta è la seguente: il cotogno è una sorta di ibrido, ossia in natura unione fra due specie differenti, tra melo e pero: non a caso i frutti caratterizzati da una forma a mela sono chiamati meli cotogni, mentre quelle con i frutti più allungati sono dette peri cotogni. Sono frutti molto profumati che, quando sono maturi, hanno una colorazione giallognola.

MELE ANNURCHE PAESANE

Hanno una polpa che si ossida facilmente, piuttosto dura, difficile da mordere e da tagliare, dal sapore molto aromatico e leggermente acidulo e non sono adatti per il consumo a crudo, buoni solo dopo una discreta cottura. Sulle mele cotogne non mancano le curiosità che in passato poste a conoscenza influenzavano non poco coloro che ne facevano uso. Infatti Nell’antica Grecia le mele cotogne era considerate dal popolo come pegno d’amore e al riguardo, affermava Plutarco, che un decreto di Solone obbligava le giovani spose a mangiare una mela cotogna prima di salire per la prima volta sul letto nuziale. Dalle parti nostre un liquore a base di cotogna denominato sburlon viene realizzato in forma strettamente privata senza essere messo in commercio. In Iran e in Afghanistan i semi di cotogna vengono bolliti e ingeriti come rimedio alla polmonite. A Malta un cucchiaino di marmellata di cotogna sciolto in acqua bollente viene usato contro il disagio intestinale.

Ads

antoniolubrano1941@gmail.com

Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex