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E’ Natale, ancora una volta vincerà l’ipocrisia

DI VITO IACONO

È Natale, un altro Natale da terremotati per tante nostre famiglie, un altro Natale tra macerie e case lesionate e cadenti, un altro Natale triste, povero e disagiato per tanti, troppi. Ancora una volta vincerà l’ipocrisia di chi si volta dall’altra parte, di chi fa finta di niente, di chi pensa che il Natale sia la “solita” occasione per esibire tradizioni. Tradizioni rilegate a consuetudini che nel tempo hanno perso il valore di quello che dovevano rappresentare.

Quelle macerie sono lì a ricordarci tutto questo, sono lì simbolo ed espressione di un tessuto dilaniato da mille contrapposizioni senza senso e senza ragione, da una litigiosità esasperata che vive all’interno della nostra società, nelle istituzioni, sui luoghi di lavoro nelle nostre famiglie, ed ora anche nel mondo dello sport. Quelle macerie sono lì e non si toccano perché servono a coprire i nostri errori, la nostra indifferenza, i nostri silenzi, la nostra incapacità ad indignarci, provare vergogna.

Nel tempo abbiamo sempre pensato che era meglio nascondere la polvere sotto il proprio zerbino e così la nostra Isola, ma direi ancora di più il nostro Paese, è diventato un grande “immondezzaio”. Altro luogo comune è quello di panni sporchi che si lavano in famiglia dimenticando che i panni sporchi si lavano e basta e così finiamo per non lavarli mai. E questo non lo possiamo dimenticare a Natale, non sarebbe un Natale vero.

Scusate non sono termini da Natale, e allora facciamo finta che va tutto bene, dopotutto è Natale. Facciamo finta che sulla nostra Isola tutto funziona. Si, viviamo da cittadini degni di questo titolo. La sanità, la giustizia, lo studio, il diritto ad essere giovane, anziano, donna, lavoratore, disabile sono tutti diritti che trovano pieno soddisfacimento sulla nostra Terra. Dimentichiamo che i nostri giovani, e non solo, fuggono il loro disagio nell’uso di stupefacenti, nell’alcol, nel gioco più o meno di azzardo, dimentichiamo che quotidianamente svendiamo la nostra vita e quella dei nostri figli a logiche e dinamiche perverse dettate da arrivismo ed interessi. È Natale

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E allora perché non vivere il tempo del Natale facendo ognuno di noi un necessario esame di coscienza, ritrovare il valore dell’ammettere le responsabilità e chiedere scusa. Penso che così facevano anche i nostri nonni, dei cui valori e del cui senso del Natale non resta più niente, se non un nostalgico triste ricordo. E non sarà la partecipazione alla Novena “tradizionale”, al mercatino del pescato o alla messa di mezzanotte che ci farà sentire migliori o degni di quella eredità della quale c’è rimasto poco da custodire gelosamente. L’impegno è quello di  non scambiarci gli auguri, almeno non quelli convenzionali, recuperando l’importanza ed il valore del Natale nella storia e nella vita della nostra Isola e delle nostre famiglie e l’importanza di uno scambio di auguri sincero.

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Il Natale sia il tempo del guardarsi dentro, dei buoni propositi, della verità, sia il momento e l’occasione per ripartire insieme. Rimuoviamo insieme e senza paura quelle macerie, ripariamo insieme le nostre case lesionate, la nostra Isola ferita, condonando i torti subiti. Ricostruiamo insieme un isola migliore, un’isola diversa. A Natale!

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