È possibile immaginare una Ischia così trasformata?
Incontro con Sandro Petti per sognare con un nuovo lungomare la Ischia del futuro. Il noto architetto si inventa il “polifunzionale aragonese” tra la Mandra, lo stradone dove puo’ nascere la più bella piazza di Ischia e il borgo antico
Gabriele D’annunzio scriveva:“Ama il tuo sogno se pur ti tormenta”. L’architetto Sandro Petti, non fa mistero del suo sogno. A 93 anni suonati, ama per davvero il suo sogno, quello cioè di immaginarsi una Ischia migliore. Un sogno, che come dice il Vate, lo tormenta più di quanto si creda, per il semplice motivo che le sue idee, per altro tradotte in disegni e progetti veri e propri, non vengono recepiti come si dovrebbe dagli amministratori locali. Eppure, sono in tanti al Comune di Ischia, dal Sindaco Enzo Ferrandino all’assessore Paolo Ferrandino fino a Luigi Di Vaia, ad essere entusiasti dei suggerimenti tecnici e socio-culturali del noto architetto ischitano, senza però che lo dimostrino sul piano pratico.
E il tormento di Sandro Petti che sogna la “sua” Ischia ritoccata per una migliore sorte, diventa sempre più forte. Ma la speranza è sempre l’ultima a morire. E l’architetto Petti spera fino alla fine. Questo suo stato d’anino e la determinazione a non arrendersi lo rileviamo dal tono con cui l’architetto ha continuato ad esporci le sue idee progettuali per sprovincializzare una paese fermo all’essenziale senza la voglia e la fantasia di diventare più bello e funzionale. Sandro Petti al polifunzionale di Via Morgioni, oppone il suo Polifunzionale che lo identifica con il, “Polifunzionale Aragonese”, da realizzarsi lì, tra la Mandra e Lo Stradone coinvolgendo il Lungomare e il corso interno del Centro Storico di Ischia Ponte. Nella nuova conversazione con Sandro Petti, più disponibile che mai, l’archtetto parte dal Lungomare che dal Lido si allunga fino al Piazzale Aragonese.
“Ischia Ponte e Ischia Porto sono senza un lungomare, ci dice quasi con rabbia Sandro Petti, facendo così compagnia ai Comuni di Barano d’Ischia e Serrara Fontana. Ne consegue una mancata fruibilità di uno dei più bei panorami del Golfo di Napoli. Quanti possono dire che fanno volentieri una passeggiata da Ischia Ponte alla Torre del Molino e dall’albergo Lido alla spiaggia di San Pietro? Pochi, anzi pochissimi. Questi luoghi, se dotati di spiagge opportunamente ripristinate ed attrezzate , un comodo marciapiede, una guarnitura di arredi e piante e, a monte, una strada di buona percorribilità , assicurerebbe un’indiscussa rivalutazione di tutta la zona interessata. A Ischia, continua Sandro non esiste un vero e proprio lungomare, nel senso letterale del termine e nemmeno una vera e propria passeggiata lungo la costa. Camminando sul prosieguo della ex Via C. Colombo, oggi Via Vincenzo Telese, e superato il Moresco, da me progettato a soli 19 anni, e la spiaggia dell’Excelsior, si arriva alla cosidetta Punta Molino, che in verità chiamerei “Punta Rangio Fellone”.
Si tratta di un luogo di grande suggestione visiva. Io avevo suggerito e ancora mi piace l’idea, che questo tratto di strada, intitolata dal 2003 al cantautore ischitano Ugo Calise e legata a filo doppio al mio vissuto ischitano, fosse concepita come una “strada musicale”: da un lato spiaggia e mare ( e quindi particolarmente romantica), dall’altro una pineta oggi decimata e un’antica e vera “parracina” (muretti a secco) con al suo interno, nascosti ad arte, dei piccoli altoparlanti che la sera diffondono canzoni di Ugo Calise e le più belle melodie napoletane, magari una versione moderna di juke-box, installata lì in zona, potrebbero regalare ai più nostalgici, l’atmosfera della loro canzone di sempre e, al tempo stesso, un sempre utile introito alle casse comunali, magari riutilizzabile per propagandare nel mondo l’eccezionalità dell’iniziativa. Siamo all’altezza del vecchio Rangio Fellone. Il locale di oggi è invece inspiegabilmente e tristemente chiuso al panorama da un muro, ma in compenso è dotato di aria condizionata nelle sue parti indoor: proprio alle sue spalle il lungomare potrebbe finire con una piccola rotatoria, permettendo alle macchine di girare comodamente e nello stesso tempo, spostando il Cancello, dare l’idea che tutta la strada fatta era assolutamente funzionale all’ingresso nell’hotel, e in via subordinata, al noto locale notturno degli anni ‘50 e ‘60, perchè oltre non si può andare che a piedi.
Dopo il Grand’hotel Punta Molino e superata la deliziosa piazzetta Champault (oggi Piazzetta Rittman), si arriva all’ex carcere, oggi chiamato Torre del Molino location che ospita vari eventi e mostre d’arte. La posizione in cui si trova l’ex carcere è un tale belvedere naturale che meriterebbe, per essere sfruttato al meglio, un gran bar e ristorante. Questi potrebbero convivere benissimo con l’attuale galleria d’arte: la Costa Azzurra è piena di esempi del genere, valga per tutti la famosa “La Colombe d’Or” a Saint Paul de Vence con i suoi Picasso e quant’altro. La passeggiata mi porta a Ischia a Ponte dove incrocio lo Stradone. Quello è il posto dove può nascere davvero la più bella piazzai di Ischia. Godrebbe di un panorama impareggiabile che abbraccia in un colpo d’occhio il Castello, Sorrento, Vesuvio, Vivara, Procida e Napoli fra due quinte di vera architettura ischitana, oggi purtroppo fatiscente. Diventerebbe così,già solo per il panorama,un naturale punto di incontro. La piazza permetterebbe poi l’accesso a Via Luigi Mazzella, nel cuore dell’antico Borgo di Celsa, dove si trovano alcune tra le principali chiese dell’isola.
Con l’eliminazione di tre negozi si otterrebbe una galleria che dalla piazza dello Stradone sbuchi su via Luigi Mazzella. I tre negozi eliminati riavrebbero la loro ricollocazione con la identica cubatura nella galleria stessa. L’attuale ufficio dell’Inps, così com’è non contribuisce di certo all’immagine di quella che vorremmo diventasse la più bella piazza dell’isola. L’edificio non va demolito come invece meriterebbe. Esso con il trasferimento degli uffici altrove, potrebbe essere restaurato e opportunamente trasformato,nascondendolo da un porticato ex novo, adibendolo a pubblici esercizi tipo bar, ristoranti, oggettistica per souvenir ed altro. Casa Malcovati nata sugli scogli e Casa Mazzella, i cui scogli sono stati cementati facendo sparire la vecchia Peschiera, ma andrebbero assolutamente scoperti, farebbero da punto di partenza ad una nuova spiaggia che parte da lì ed arriva fino al pontile-imbarcadero davanti al Piazzale Aragonese. La peni soletta che sorgerebbe davanti alla nuova piazza dello Stradone, potrà fare da palcoscenico sul mare per esibizioni di vario genere. Questo lungomare sarebbe la degna cornice della facciata più bella dell’isola. Inoltre i locali sottostanti il muraglione hanno il vantaggio di affacciarsi sia sul mare che sul Corso di Ischia Ponte, creando un passaggio che oggi non esiste. Le trasformazioni di un paese, che vuole andare al passo con i tempi hanno un costo, anche sentimentale”.
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