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Eav e il lato ombra dell’Eavbus

ISCHIA. Continua ad allungarsi l’ombra dell’Eavbus. Gli effetti collaterali del fallimento della partecipata della Regione Campania proseguono a tormentare i sonni dei dipendenti. Restano ancora imbrigliate nel complesso labirinto della procedura fallimentare una serie di questioni legate a quel novembre del 2012. Liquidazioni, stipendi, competenze dei poco più dei 1200 lavoratori non riescono a superare le maglie della Curatela Fallimentare. Il tempo che scorre stritola diritti e speranze.

CANNAVACCIUOLO. Ma c’è un urlo forte che rompe gli argini del silenzio e rompe l’aria che aleggia su questa pagina nera del trasporto locale campano. E’ quello di Michele Cannavacciuolo, un ex dipendente, che si scaglia attraverso facebook in questo deserto che ha mille padri. «Qualche giorno fa, in un post,cercai di riportare a galla il problema della giusta mercede agli operai,usando un’irriverente parodia. Ma al peggio non c’è mai fine, purtroppo – attacca Michele Cannavacciuolo –  Non passa giorno ormai che gli organi d’informazione: TV giornali e media vari non affrontino l’argomento trasporti e nello specifico, EAV. Significa che, da un lato che è un’azienda” mobile” sotto il profilo delle innovazioni e del recupero,anche e sopratutto d’immagine,che gode di buona stampa,sempre disponibile ad ogni minimo stornir di foglia,certo gli argomenti di “tiratura”non mancano,assenteismo,atti di vandalismo,violenza sui convogli ect. Ma c’è anche un altro lato che nessuno, tanto meno i preposti a farlo, mettono in luce. Problemi per anni messi in quarantena, a decantarsi, e poi esplosi in tutta la loro virulenza. Non tocca a noi ,o quantomeno non solo a noi,elencare e trovare soluzioni idonee alla bisogna,ma quando tocca solo ai lavoratori ed ai pensionati portare la croce dello sfascio, qualche autorevole voce si potrebbe pure far sentire. Dal lavoratore si pretende, giustamente, tutto e dagli altri? Per cominciare da chi con il loro comportamento e le loro incaute scelte , quanto meno, hanno fatto fallire un’Azienda modello, portata ad esempio,orgogliosi di farvi parte e di indossarne i colori. Quando e quanto pagheranno lor signori? Noi pensionati fino all’ultima stilla di pazienza, incolpevoli attori di una farsa chiamata TFR. Sì, ancora il TFR. Dopo cinque anni – prosegue l’ex dipendente – i lavoratori ed i pensionati ancora non vedono la luce in fondo al tunnel. Questo è il teatrino dell’incipit, o per meglio dire la farsa, che si sta consumando tra i poteri forti dello Stato, Tribunale, Curatela Fallimentare, Regione Campania ed Eav. Dopo il fallimento avvenuto per il mancato pagamento di poche migliaia di euro, questo era il contendere all’origine di tutto, sono arrivate le risorse, quelle vere. Milioni di euro per sanare il corpo malato dell’Eav, con tutti i medici. Di contralto non si riescono a trovare pochi spiccioli per dire la parola fine, per dare il dovuto a pochi lavoratori in attesa,per ridare la “tangente” del venti per cento trattenuta dalla Curatela Fallimentare dal TFR ai lavoratori. Per estinguere il debito contratto nei confronti del fondo”Priamo” , soldi versati dai lavoratori e mai versati,tecnicamente si chiama appropriazione indebita, un reato, come il venti per cento , di cui sopra, una vera e propria tangente. E se lo prevede una legge ,significa che è una legge contraria ai principi democratici di solidarietà. Se tale legge prevede il pagamento di una tangente da parte del più debole, è una legge che appartiene alla giungla e non ad un paese civile:le tangenti le pretende la malavita, la camorra, non lo Stato,lo Stato non può essere “Camorrista”. E se a Napoli lo Stato è camorrista, allora è la fine. Stiamo alla fine. Se,  invece – conclude il pensionato – come appare dalla stampa e dai media,c’è una parte sana che lotta per ridare dignità al lavoro, allora dateci una mano,non negatevi. Diamo giustizia e voce a chi non ne ha più».

EAV. Intanto, l’Eav, proprio in questi giorni, ha inoltrato una richiesta d’incontro agli organi della procedura fallimentare per chiudere tutte le vertenze in atto (ben sei) tra EAV ed il fallimento EAVBUS. «I temi sono tutti sensibili, si tratta di dare certezza a situazioni di rilevante interesse sociale a partire dai diritti dei dipendenti sul TFR», scrive il Presidente del CdA Umberto De Gregorio sulla pagina facebook dell’ente Autonomo Volturno.

La storia continua. Tristemente.

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