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Eav, scatta l’allarme sulla vertenza Eavbus

Sembrano squilli di tromba che annunciano l’adunata, ma sono domande che mirano a rompere un muro di gomma. E’ l’accorato appello di Michele Cannavacciuolo affidato alla bacheca Facebook per sollecitare interventi sulla tormentata vicenda dell’Eavbus, la società in house di Eav dichiarata fallita dal Tribunale di Napoli a novembre di cinque anni fa. Gli effetti devastanti di quel fallimento si vivono ancora e si snodano in un labirinto di mille vertenze. Complicazioni, riduzioni salariali, mancate erogazioni delle spettanze e la delicata questione del trattamento di fine rapporto dei dipendenti agitano vertiginosamente i giorni del personale di Eav. Molti i fronti aperti, ma i più spinosi restano impigliati nelle competenze della Curatela Fallimentare. Il grido parte da un ex dipendente della società di trasporto regionale, ora in pensione. «Se non ora, quando? – si chiede l’ex dipendente di Eav Michele Cannavacciolo – in queste ultime ore varie voci si stanno rincorrendo su debiti Eav,Tfr e quant’altro. Allo stato questa è la situazione: ai pensionati ex Eavbus è stato parzialmente pagato il Tfr, manca il pagamento del 20% trattenuto dalla Curatela Fallimentare, le quote indebitamente non versate a Priamo (il fondo pensione degli autoferrotranvieri, ndr) (circa 2 anni), il riconoscimento del Tfr in busta paga a chi è in servizio. Voglio e mi preme ricordare che c’è ancora un gruppo di lavoratori che non ha ancora ricevuto un centesimo.  Quando si vuole ridare a quel ridotto numero di lavoratori il dovuto? Quando si vuole dare il dovuto a Priamo per ripianare a sua volta il debito con i lavoratori? Quando si vuole dare il 20% rimanente? Quando si vuole riconoscere il Tfr ai lavoratori in servizio? A queste domande chiediamo risposte certe e concrete. Se si vuole veramente chiudere per sempre la brutta vicenda Eavbus – attacca Cannavacciuolo – bisogna che a queste domande si dia risposta. Allo stato dell’arte vogliamo, visto che sono già passati circa 5 anni dal fattaccio, vogliamo porre agli organi competenti queste problematiche? Ci vuole una forte presa d’atto perché non abbiamo più molto tempo da perdere, siamo disposti ad arrivare fino alle estreme conseguenze? Cosa o chi vogliamo più aspettare. C’è un’urgenza “urgente”, prima che finiscano i soldi».

Luigi Balestriere

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