LE OPINIONI

IL COMMENTO E’ stata l’estate del turismo cafone

DI MARCO BOTTIGLIERI

Inutile girarci intorno: anche in questo 2019, adesso che il mese di agosto ce lo siamo messi alle spalle, la riflessione non può che essere la stessa. Chiassosi, maleducati e incivili: questo l’identikit dell’ospite medio dell’isola in alta stagione, insomma è stata ancora una volta l’estate del turismo cafone. Per carità, forse non è giusto gettarci la croce addosso: nel periodo più caldo dell’anno assistiamo ad una vera e propria invasione di turisti pittoreschi, non soltanto ad Ischia ma in molte località di villeggiatura. Noi non riusciamo ad essere da meno ed allora varrebbe la pena di porsi qualche interrogativo. La prima considerazione che mi viene da fare è che probabilmente certi soggetti scelgono Ischia per le loro vacanze perché la nostra isola è bella (e questo è un aspetto che proprio non può essere oggetto di discussione) ma forse anche perché economicamente accessibile e dunque alla portata di troppe tasche. Se così non fosse, devo ritenere che un determinato target dirotterebbe le proprie attenzioni verso località più a buon mercato o verso lidi più consoni al loro status e magari più coerenti ai loro principi, valori e modi di comportarsi tra la gente. Che, mi sia consentito, in molti casi sono decisamente discutibili.

Al tirar delle somme, ahimè, la morale rimane sempre la stessa. Ciascuna località turistica sceglie il proprio mercato e la linea di indirizzo che vuole percorrere. Noi, piaccia o meno, abbiamo scelto il nostro e anche questo ormai è un dogma che non può essere contraddetto (affittanze estive ed altro docet). E’ chiaro che paghiamo le conseguenze di una gestione e di un’assenza di strategia che ci siamo portati avanti (e continuiamo a farlo) per tanto, troppo tempo. La mancanza di una programmazione e visione condivisa, le tante ordinanze e regole non pianificate congiuntamente dalle sei amministrazioni comunali ma soprattutto una serie di provvedimenti forti magari non varati con il solo intento di favorire o proteggere l’amico di turno se non magari per disattenzione e incuria: ecco, questa miscellanea di fattori ci sta spingendo sempre più verso il baratro. E così rieccoci a settembre, quando torneremo a chiederci cosa fare per invertire la tendenza o limitare i danni in proiezione futura. Sì, la domanda ce la faremo, è vero. Ma è altrettanto vero, poi, che non faremo nulla per darci una risposta. Senza passare, così, dalla teoria alla pratica. Ecco spiegato perché l’anno prossimo di questi tempi staremo a riparlare delle stesse cose. Ma chiudo con una speranza: quanto mi piacerebbe essere smentito…

* AICAST ISCHIA

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