CRONACAPRIMO PIANO

Eav, vi spieghiamo i perché di una crisi infinita

Dai ritardi sempre più frequenti alle numerose lamentele degli utenti che riguardano multe ingiustificate, corse saltate e problemi a bordo dei bus. Una agonia figlia di pochi fondi e di una gestione non “ccelsa”. A quando l’inversione di tendenza?

Bus elettrici, rimodulazione degli orari per renderli sempre più adeguati alle esigenze dei residenti e degli ospiti che scelgono l’isola. Abolizione delle circolari, che accumulano, chilometro dopo chilometro così tanto ritardo da essere raggiunte e a volte persino doppiate da bus partiti anche con mezz’ora di distanza. Costruzione di pensiline, almeno nelle fermate dove si addensano molte persone e poi un sistema intelligente, da collegare agli smartphone, che consenta di sapere, in tempo reale dove si trova il bus tanto atteso e conoscere così, in tempo reale, quanto manca al fatidico passaggio del mezzo arancione che finalmente porterà gli stoici passeggeri verso la propria meta. In attesa che queste fantasmagoriche promesse si concretizzino l’isola si trova alle prese con una dura realtà molto distante da un servizio che si possa definire soddisfacente. I problemi toccano un po’ tutti gli aspetti che caratterizzano il servizio pubblico. Dall’impossibilità di rispettare gli orari, al malfunzionamento delle obliteratrici. Dalla presenza di controllori fin troppo solerti a elargire multe che qualche volta non risultano giustificate alle avarie, puntuali e persistenti che ricordano quanto vetusti siano i mezzi del deposito di via Michele Mazzella.

Eppure non si può certo sostenere che le alte sfere dell’Eav stiano snobbando il bacino delle isole, tra l’altro uno dei più succosi in termini di introiti per le casse del servizio pubblico campano. Appena qualche settimana fa l’Ingegnere Pasquale Sposito direttore generale operativo dell’Eav, l’ ingegnere Mariano Vignola direttore trasporto automobilistico, il responsabile attivita dell’ isola d’Ischia Nunzio Cozzolino, Pasquale di Massa per coordinamento isole e Mario Polito coordinatore esercizio di Ischia hanno discusso assieme agli amministratori dell’isola del futuro del servizio pubblico isolano. Di quanto c’è da fare da parte dell’azienda e di quanto potrà essere fondamentale l’ausilio delle amministrazioni per rendere il servizio quanto più adatto alle esigenze di chi sceglie i mezzi pubblici per spostarsi sull’isola. Una scelta decisamente eroica che andrebbe incentivata e che invece da anni rimane soltanto un ripiego per chi non possiede o non vuole utilizzare un proprio mezzo di locomozione per spostarsi sull’isola d’Ischia.

I MOTIVI DELLA CRISI

I motivi della crisi dell’Eav e il susseguirsi di episodi che ne abbassano la qualità affondano radici lontano nel tempo. Impossibile non fare il paragone con i tempi d’oro della Sepsa, quando i bus spaccavano l’orologio al secondo e venivano ingegneri dalla terraferma a studiare i segreti di un meccanismo che niente aveva da invidiare a un orologio svizzero. Purtroppo con l’avvento dell’Eav – ed è un dato oggettivo – il servizio è peggiorato, fino ad arrivare alla crisi nera del 2012, quando costretta a far girare appena poche unità, si è toccati davvero il fondo. Un baratro che ha fatto perdere all’isola credibilità e che ha convinto più di un turista a non frequentare più l’isola. “Troppo scadenti i mezzi pubblici – sostenevano – non possiamo stare sotto il sole ad aspettare decine e decine di minuti un bus stracolmo all’inverosimile” .

I motivi di tale disastro, che nonostante l’arrivo di nuovi mezzi e dei buoni propositi che continuano a riempire le pagine, non può che essere ascritto a una mancanza di fondi che pian piano, negli ultimi anni si sta tentando di sopperire con profondi investimenti di finanziamenti regionali. Nei prossimi mesi arriveranno molti mezzi in aiuto al deposito di Michele Mazzella. Ma il timore è che si possa trattare soltanto dell’ennesimo boccata d’ossigeno momentanea che si dissolverà entro il prossimo autunno per far ricominciare quella girandola di disservizi che un’isola rivolta verso un futuro green, con meno auto e maggiore voglia di ecosostenibilità non si può proprio permettere.

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