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Ecco le agevolazioni per le case date in comodato d’uso

ISCHIA. Il regime d’imposizione delle abitazioni concesse in comodato a parenti è cambiato più volte, ma questa volta forse è quella buona per i contribuenti, infatti ora lo sconto non è più concesso sulla base di una scelta discrezionale del Comune ma direttamente dalla legge e aggiungerei fortunatamente dato che con le casse comunali che ci ritroviamo qui ad Ischia sicuramente, come già successo, si tende ad aumentare il più possibile il gettito. In particolare l’agevolazione consiste in una riduzione del 50 per cento dell’IMU sulle case date in comodato d’uso a figli o genitori , fatta eccezione ovviamente per quelle di lusso e questo non è poco se consideriamo che qui sull’Isola la maggior parte delle famiglie di nuova costituzione occupano un abitazione concessa loro dai genitori. La condizione necessaria per accedere all’agevolazione è che il
contratto di comodato sia registrato e ciò comporta un onere minimo, una tantum, di 216 euro (200 euro di imposta di registro e 16 euro di marca da bollo ogni quattro pagine di contratto) e chi vuole ottenere la riduzione del 50% del primo semestre 2016 deve avere e registrare il contratto di comodato di uso gratuito dal 1° al 20 gennaio 2016. Ultimo adempimento a carico del comodante è l’obbligo di presentare la dichiarazione IMU 2016, entro il 30 giugno 2017, a nulla rilevando le precedenti dichiarazioni o comunicazioni inviate ai Comuni, visto che le condizioni per l’accesso sono cambiate e la normativa ora prevede espressamente che ai fini dell’applicazione dell’agevolazione il soggetto passivo deve attestare nella dichiarazione IMU la sussistenza di tutti i requisiti. La Legge di stabilità 2016 al comma 8, lettera a-bis recita: “il beneficio
si applica purché il contratto sia registrato e il comodante possieda un solo immobile in Italia, e risieda
anagraficamente nonché dimori abitualmente nello stesso comune in cui è sito l’immobile concesso in comodato. Al contempo si estende detto beneficio anche al caso in cui il comodante, oltre all’immobile concesso in comodato, possieda nello stesso comune un altro immobile adibito a propria abitazione principale (non di lusso). Quindi sono stati posti dei paletti ben precisi che restringono il campo di applicazione di questa agevolazione: il comodante, cioè chi concede, può essere proprietario soltanto di un’altra  casa oltre quella concessa, ovvero quella destinata ad abitazione principale; il comodatario, cioè colui a cui viene concesso, deve essere un parente di primo grado del comodante, quindi l’immobile deve essere prestato a genitori oppure a figli; il comodatario deve adibire l’immobile dato in comodato come abitazione principale;
l’abitazione principale del comodante e quella che cede ai familiari devono trovarsi nello stesso Comune. Quindi chi risulta in possesso di più di due abitazioni non ha diritto a questa agevolazione, qualora dia in comodato un immobile ad un parente di primo grado, tesi al momento sostenuta anche dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia al momento gli addetti all’Ufficio Tributi dei Comuni isolani sostengono che il comodante possa usufruire di tale agevolazione soltanto per una sola unità immobiliare data in comodato e non per le altre, con il risultato quindi di non pagare l’IMU per la prima casa in cui si risiede, avere
l’agevolazione del 50% per la casa data in comodato e pagare come seconda casa tutte le altre. Un’interpretazione abbastanza generosa del dispositivo normativo, che sembra letteralmente essere ben più restrittivo, ma sicuramente fino al pagamento della prima rata IMU, prevista per il 16 giugno, ci saranno circolari volte a chiarire il criterio ispiratore della norma. La buona notizia è che il Governo ha mantenuto l’impegno di eliminare l’IMU e la TASI sulla prima abitazione, conquistando un po’ di credibilità e con la speranza che questa manovra comporti un aumento dei consumi. D’ora in avanti, quindi, né i proprietari,
né gli inquilini dovranno più pagare TASI e IMU per l’abitazione principale. Questo, però, ad esclusione
degli immobili di lusso. Risultano esenti dal pagamento di IMU e TASI anche gli alloggi sociali, la casa assegnata al coniuge in seguito a divorzio e separazione e gli immobili di appartenenti alle Forze armate trasferiti per motivi di lavoro. Sono previste agevolazioni anche per le unità immobiliari concesse in locazione a canone concordato, per le quali IMU e TASI si applicano con una riduzione del 25 per cento. L’Italia, come ben sappiamo, è uno dei Paesi più tassati d’Europa e il Governo finalmente ne ha preso atto e sta incominciando ad alleggerire la pressione fiscale.

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