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Ecco perché il Capricho appartiene al Comune di Casamicciola

Di Francesco Ferrandino

CASAMICCIOLA TERME. È purtroppo noto il groviglio burocratico che avviluppa il Capricho de Calise, la storica struttura di Piazza della Marina a Casamicciola, che ormai da tempo è chiusa al pubblico.  Lo scorso febbraio il crollo di un solaio ha accentuato l’urgenza di porre un freno alla rovina dell’edificio, un tempo famoso locale notturno ritrovo di vip e ora a rischio di diventare un “secondo Pio Monte”, nel bel mezzo del salotto buono del paese. Tra il dire e il fare resta tuttavia da risolvere il secolare problema della titolarità dell’area su cui sorge il Capricho. Resta infatti tuttora aperta la diatriba tra Comune e Demanio (negli incontri tra i due enti sono entrate in ballo persino antiche mappe dell’epoca borbonica). Un contributo, forse decisivo, per porre termine alla controversia viene dalle ricerche compiute dall’ex sindaco di Casamicciola, Parisio Iacono, commissario dell’UDC di Casamicciola Terme, che da sempre studia il problema della proprietà dell’immobile in questione e dell’intera zona di Piazza Marina. L’ex primo cittadino si riferisce anche alle strutture nelle immediate vicinanze, quali il palco, le piante, i giardini, la fontana, il locale ufficio informazione, l’edicola, il portale, l’ufficio della Marina di Casamicciola Terme, il re Vittorio Emanuele III, le panchine e infine tutta la zona circondata dalle strade Corso Luigi Manzi, Piazza Marina, oltre alla nuova strada, in predicato di essere intitolata alla memoria di Antonio Castagna. Parisio Iacono ha inviato una corposa e documentata nota al Comune di Casamiciola, dicendosi sempre più convinto che la proprietà dell’area appartiene all’ente di Palazzo Bellavista.

«Nell’inventario comunale – si legge nella nota – all’inizio degli anni ‘90, tra i beni dati in concessione e produttivi di reddito risultava:  l’immobile denominato “Capricho” in Piazza Marina, con un importo di lire 10.000.000;  Isaoil s.p.a. (già Chevron  Oil Italiana), piazza A. Manzi, contratto registrato ad Ischia il 13/01/1988, L. 5.776,837; 3) Agip Petroli  Piazza Marina L. 1.000.000; 4) Ditta Punzo Arturo appalto lampade votive nel cimitero comunale L. 2.120.000». Un ulteriore e più significativo indizio fu rilevato quando, recatosi presso il Servizio Sismico Nazionale di Roma, ai tempi in cui si consolidò l’intenzione di aprire il museo a Casamicciola Terme, Iacono si soffermò sul “Progetto di Piano Regolatore dell’abitato alla Marina di Casamicciola”, in cui si dice che fu ridisegnato sulla base di un esatto rilievo dello stato dei luoghi e di una indicazione minuziosa di tutte le preesistenze da conservare o da demolire, che venne presentato in data 31 marzo 1884, con un apparato di dieci allegati, dall’ufficio del Genio Civile di Napoli al Ministero dei Lavori Pubblici per l’esame e il parere di competenza. «Dalla planimetria generale – scrive Iacono – in cui si sovrappongono stato di fatto e progetto, emerge innanzitutto che la Marina di Casamicciola non era, prima del terremoto, un deserto, piuttosto vi era una discreta presenza abitativa, e soprattutto  nell’area in questione c’era un grosso fabbricato ed altri piccoli con giardini aperti al pubblico. Inoltre si fa presente che non c’e ombra di dubbio che l’area in questione è diventata tutta comunale, espropriando perché l’ area su cui sorgeva il grosso fabbricato, di fronte alle Poste dove è stata costruita una fontana, a forma di due lettere A e C ad indicare le iniziali del nome del comm. Antonio Castagna e aiuole a verde e tutto intorno formando il giardino con un pezzo di fabbricato del Capricho».

Dal certificato catastale allegato al patrimonio comunale del 1935, articolo n. 360 del Catasto Terreni del comune di Casamicciola, risulta che l’immobile denominato “Capricho” è intestato allo stesso Comune di Casamicciola, sin dal 1 gennaio 1914.  Soltanto nel 1972 con una nota di variazione n. 121 la sola particella n. 125 del foglio 1 sarebbe stata trasferita d’ufficio alla partita n. 5425 intestata al Demanio Pubblico dello Stato, Ramo Marina Mercantile, nonostante a quell’epoca la spiaggia, al di fuori della proprietà comunale, avesse perso già definitivamente le caratteristiche di bene demaniale marittimo. Guarda caso la società Calise con istanza del 22 febbraio 1973, appena 52 giorni dopo, richiedeva il rilascio della concessione dell’arenile ai fini del mantenimento del manufatto su di esso realizzato. Il Demanio Marittimo chiese la sdemanializzazione. Tuttavia, il 19 giugno 1974 il comune si dichiarava proprietario esclusivo delle aree e del manufatto esistente, continuando a dimostrarlo anche in sede legale. Ma non è tutto. «C’è una seconda considerazione, – continua Iacono – guardando il Piano Regolatore esecutivo dell’abitato di Casamicciola, marzo 1884,  si evince che oltre ai fabbricati già esistenti, c’erano altri fabbricati da demolire e da ricostruire, sempre sulla stessa zona, sulla particella 125 del foglio 1 e su Piazza Marina. La strada che dall’entrata del rione di basso, Umberto 1°, che porta alla piazza e al molo è ridisegnata con edifici a destra e a sinistra già esistenti da ricostruire e alcuni nuovi al lato mare, sempre su terreno a confine con la spiaggia comunale delle barche da porto così chiamata e ben delineata sul Piano». Il Piano Regolatore è approvato dal Ministero il 1° giugno 1884, con validità venticinquennale e l’estensione era limitata solamente alla zona bassa di Casamicciola, con una piccola area soltanto sull’altipiano della Sentinella. Dopo circa 100 anni, veniva approvato dal Presidente della Giunta Regionale n.11389 del 29/12/1983, e la zona in questione veniva classificata in F.2, vale a dire territorio destinato a verde pubblico, idonea ad assicurare, oltre la tutela, anche l’uso pubblico delle aree individuate, e il Capricho è interamente in tale area, anche se negli anni ‘70 è stata costruita, lato mare, un tratto di strada esterna al centro abitato, e poi altra strada che costeggia il porto turistico alla fine degli anni ‘90, sempre sulla banchina di riva costruita alla fine degli anni ‘80.

Dalla documentazione, l’ex sindaco evince che il terreno occupato dal comune con la particella 125 foglio 1, è certamente diventata proprietà dell’ente stesso avendolo espropriato dopo il terremoto del 1883. Una serie di elementi supportano questa tesi: dalla carta geologica dell’isola di C. WW. C Fuchs 1873 che risale a prima del 1857 (c’è ancora il lago e non il porto d’Ischia aperto proprio nel 1857), si ricava che la zona in questione è urbanizzata; dalla cartina “Comune di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio  –  Zone dichiarate pericolose del Regolamento Edilizio emanato il 29 agosto 1884”, cartina precedente al terremoto, si rilevano che nella zona in questione c’erano dei fabbricati (quadratini in nero), c’era la condotta dell’acqua comunale che serviva una cisterna comunale per la raccolta delle acque, dove attualmente è l’ingresso del Capricho, e una condotta che girava attorno al grosso fabbricato con giardino, di fronte alle Poste di un certo signore Ferrara Ferdinando; dalla cartina “Piano Regolatore del novello abitato” alla Marina di Casamicciola, marzo 1884 si evince  che nella zona in questione ci sono diversi fabbricati da demolire e baracche, e la maggior parte  di due fabbricati e giardini intestati i cui nomi sono scritti ed evidenti, partendo da destra verso sinistra del Capricho, guardando da corso L. Manzi , di fronte le Poste, da Piazza Marina fino la chiesa del Buon Consiglio, uno è di Ferdinando Ferrara, ci sono inoltre due fabbricati chiamate baracche del Comune, e dopo il fabbricato con giardino di Giuseppe Morgera e Monti Pietro, altri fabbricati comunali girando sulla destra  verso Piazza Marina andando verso il  porto, confinante con la zona nominata e scritta “ spiaggia comunale delle barche da diporto”, al di fuori di una bella linea rossa. «Posso affermare – scrive Parisio – che l’ANAS dopo aver costruito la strada sulla spiaggia e aver occupato parte del terreno del comune su cui fu costruito il marciapiede e giardini, chiese di riconsegnare tutta la parte a sud di terreno, ben delineata da una ringhiera, per la maggior parte giardino, guardando dal mare verso la montagna, su cui insiste oggi il cortile al lato  sinistro e destro della scala di ingresso del Capricho, e il giardino fino  dove insiste il monumento al re Vittorio Emanuele III, perché in quella occasione fui proprio io in qualità di Sindaco di Casamicciola Terme a firmare il verbale di consegna, affinché tale zona, non più interessata alla strada, tornasse al comune»; altro elemento è costituito da una foto che rappresenta la strada ANAS che è stata costruita sulla spiaggia, prima chiamata spiaggia comunale delle barche al porto, e su una striscia di terreno del comune, strada certamente sdemanializzata perché il comune ha trattato sempre e solamente con l’ANAS. «Esiste anche una foto  successiva alla realizzazione della banchina di riva costruita nel 1976/78 , quando ero sindaco – afferma Iacono – sulla restante piccola spiaggia, scogli e mare sempre dopo aver chiesto concessione marittima». In conclusione, secondo l’ex primo cittadino, ce n’è più che a sufficienza per spazzar via ogni dubbio, potendo affermare al 100% che la proprietà del Capricho, oltre alla zona adibita a verde a e uso pubblico, spetta al comune di Casamicciola Terme.

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