INCHIESTE

Ecco perché la benzina è così cara sull’isola

A rivelare il caro prezzi è il procedimento istruttorio dell’Antitrust. A settembre 2018 il costo del trasporto è aumentato del 221%. Da aprile scorso il trasporto costa a 0,082 euro al litro  

“È colpa del trasporto”. Sempre questo è ciò che ci siamo sentiti dire quando abbiamo cercato di capire come mai il prezzo del carburante sull’isola fosse più alto rispetto a quello erogato sulla terraferma. La differenza è netta. Si tratta anche di 30 centesimi al litro. Grazie al procedimento istruttorio avviato dall’Antitrust nei confronti delle società Mediterranea Marittima, Medmar Navi, Servizi Marittimi Liberi Giuffrè & Lauro, TraSpeMar, Gml Trasporti Marittimi e del Consorzio Cotrasir per accertare una presunta intesa restrittiva della concorrenza nell’offerta dei servizi di trasporto di infiammabili e rifiuti da e per le isole del Golfo di Napoli (Ischia, Procida e Capri), finalmente possiamo saperne qualcosa in più.

IL PREZZO DELLA BENZINA SULL’ISOLA D’ISCHIA

Nella giornata di ieri il sito internet dedicato all’osservatorio sui prezzi dei carburanti a cura del Ministero dello Sviluppo Economico, ha segnalato che il costo maggiore della benzina sull’isola è di 1,974 presso l’Eni di via Provinciale a Forio. Il prezzo minore (per la benzina erogata self service), sull’isola è di 1,862 euro al litro il distributore di Via Provinciale Panza a Forio. La variazione tra il prezzo maggiore e quello minore è di poco meno di 10 centesimi a litro.  Basta prendere il traghetto, attraversare il mare ed il costo della benzina diminuisce. Il prezzo della benzina al litro in uno dei primi distributori incontrati sulla terraferma è di 1,559. Una differenza di 40 centesimi al litro che su un pieno può raggiungere anche 20 euro. La questione l’ha sollevata quasi due anni fa Federconsumatori presentando un esposto al Ministero per lo sviluppo economico chiedendo l’adeguamento del costo del carburante sull’isola a tutto il resto d’Italia. Successivamente c’è stata anche la raccolta firme promossa dal blogger ischitano Giovanni Cricco con circa 5mila sottoscrizioni nelle quali si chiedeva l’adeguamento del costo della benzina sull’isola. Nel contempo Federconsumatori ha presentato un esposto all’Agcm – Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – ricostruendo il mercato di riferimento sull’isola e sulla terraferma della benzina. Dopo l’esposto presentato nel mese di maggio 2018, nel corso nel successivo mese di settembre l’Agcm ha dato conferma a Federconsumatori che, a seguito del ricorso predisposto dalla circoscrizione territoriale dell’associazione che si batte per i diritti dei consumatori, hanno finalmente avuto inizio le indagini interne della Direzione competente per materia.  

Alla ricerca di una spiegazione valida sul costo così alto del carburante sull’isola, lo scorso agosto abbiamo anche interpellato l’Eni che in maniera inequivocabile ha confermato che il trasporto dalla terraferma all’isola facesse lievitare il costo del carburante. Questa affermazione alla luce del procedimento istruttorio avviato dall’Antitrust è più chiara. Partiamo da un dato: il prezzo medio registrato nel corso dell’ultima settimana in Italia (fonte Ministero dello sviluppo economico) è di 1,87euro al litro per ciò che riguarda la benzina e di 1,488 euro al litro per il gasolio.

IL PROCEDIMENTO ISTRUTTORIO DELL’ANTITRUST

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Prima di confermare al nostro giornale che il costo dei trasporti incidesse in modo “importante” sul prezzo finale del carburante sull’isola, l’Eni aveva segnalato all’Antritrust un aumento “di oltre il 300% dall’estate 2018 al mese di aprile 2019” da quando “le due compagnie di navigazione che gestivano in regime di mercato il servizio di trasporto marittimo merci da e per l’isola (GML e Traspemar) hanno creato il Consorzio Trasporti Speciali Infiammabili e Rifiuti, il medesimo ha iniziato a gestire direttamente il servizio di trasporto marittimo degli infiammabili per tutte le isole del Golfo di Napoli e ha stabilito una tariffa comune per entrambe le imprese consorziate”. Le segnalazioni effettuate all’Autorità da parte di Ambrosino srl, dei sei sindaci dell’isola di Ischia e di Procida, dall’Eni e dall’associazione dei consumatori, dal 2018, ovvero fin quando vigevano condizioni maggiormente concorrenziali che si riflettevano in prezzi differenziati praticati dalle diverse compagnie di navigazione attive, i prezzi erano più bassi. Con la successiva costituzione del COTRASIR “e all’operatività delle stesse solo mediante detto consorzio, i servizi offerti sono stati caratterizzati dall’uniformità nei prezzi praticati, i quali hanno peraltro subito incrementi esponenziali”. Infatti il 10 settembre 2018 l’impresa GML, ha comunicato ai suoi clienti il subentro del COTRASIR nell’attività di bigliettazione e contestualmente ha comunicato un nuovo piano orari e nuove (più elevate) tariffe. Successivamente il 5 dicembre 2018 direttamente il COTRASIR ha inviato una successiva comunicazione contenente un nuovo piano tariffario valido dal 16 dicembre 2018. Ed in questo momento avviene il cambio di tariffe più importante con l’applicazione di “un nuovo metodo tariffario consistente nel parametrare il prezzo del servizio non più ai metri lineari del mezzo di trasporto ma alla capacità (in ettolitri) della cisterna”. Questa modifica nel computo delle tariffe, fissate a 6 €/hl, ha determinato un incremento del 221% rispetto alle tariffe in vigore prima del settembre 2018 e del 100% rispetto a quelle in vigore tra settembre e dicembre 2018. Come se non bastasse dal 1° aprile 2019 il prezzo per il trasporto dei prodotti petroliferi è aumentato ancora, passando da 6 €/hl a 8,2 €/hl. Un aumento sul prezzo trasporto che, inequivocabilmente, si riflette sul costo finale del carburante. I conti, quindi, sono presto fatti.  

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Gianluca

I conti sono fatti si, 0,40 Euro/cent su ogni litro di carburante su una cisterna che ne contiene quanti ? 10000,? Sono 4000 mila euro, non credo che ogni cisterna paghi 2000 euro a passaggio marittimo. E poi questa é storia vecchia, mica solo dal 2018 i prezzi sono disallineati col resto della nazione, sono 30 anni che é cosi! Tutti pagati dalle compagnie petrolifere, altro che agcom e antitrust, é come dire che gli isolani, non sono italiani, ma stranieri in terra straniera! Complimenti

Max

Ok, tutto questo, tradotto, mi pare di capire che il maggiore costo del carburante sull’isola è dovuto effettivamente al trasporto. Ma sembra anche che chi effettua i trasporti, stia giocando al monopolio facendo lievitare i costi. E contro questo fatto, stanno procedendo con indagini per stabilire eventuali illeciti? Insomma, c’è rimasto un barlume di speranza o abbiamo acquisito la certezza che dobbiamo soccombere?

enzo mastrominico

alla fine concludendo alla PIRANDELLO :COSI E’ SE VI PARE – ma insomma i politici si ricordano di VOI isolani solo nel periodo ELETTORALE ,che VERGOGNA. dalla SERIE : Il Sazio non crede a chi DIGIUNA –

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