CRONACAPRIMO PIANO

Caso ex Casa Cantoniera, salta la conferenza e volano stracci

La Città Metropolitana spinge per la demolizione degli immobili a monte del versante franato, respinge ulteriori ipotesi progettuali e scarica tutto sul commissario Legnini: “Se la veda lei”. Sarno ribadisce che la struttura ha uomini, risorse e (soprattutto) poteri che gli altri enti territoriali non hanno

Salta la conferenza speciale dei servizi sul caso ex Casa Cantoniera.Ora è caos e costanti rimpalli di competenze. L’impianto, messo su dal commissario Giovanni Legnini per la risoluzione della questione della messa in sicurezza del costone e degli immobili a monte e a valle della litoranea di Casamicciola Termein zona Anas, stenta a rodare gli ingranaggi. Ufficialmente la seduta slitta di qualche giorno per pregressi impegni lavorativi di uno dei componenti cardine della vicenda, l’Ing.Giancarlo Sarno della Città Metropolitana di Napoli.Ufficiosamente sono notorie le tensioni tra le parti, tra i privati possessori di beni che sovrastano la collina e ente metropolitano proprietario dell’immobile. Reciproci scambi di accuse e segnalazioni su presunti e reali abusi muovo le fila di un contenzioso che va avanti da decenni e che rischia di ingessare anche la mesa in sicurezza post eventi del 26 novembre 2022. Nel mezzo ci sono finiti il comune di Casamicciola Terme e il commissariato per l’emergenza.In ogni caso il commissario Legnini ha comunicato che a causa della mancata presenza del Soggetto attuatore dell’intervento, Città Metropolitana di Napoli, alla Conferenza speciale dei servizi del 31 maggio 2023 e in accoglimento della proposta del Vice Commissario ing. Gianluca Loffredo di estendere l’invito a partecipare alla Conferenza al Direttore Regionale della Protezione Civile dott. Italo Giulivo e al prof. Guadagno, la Conferenza ha ritenuto di differire la seduta.La seduta si terra il 6 giugno 2023, alle ore 11:30. In discussione la relazione rimessa dal prof. Francesco Maria Guadagno, dell’11 maggio scorso sulla “Valutazione sulle soluzioni tecniche finalizzate alla sistemazione e messa in sicurezza del versante prospiciente la SP270 (Via Dottore Tommaso Morgera, 49) nel comune di Casamicciola Terme”. E, allora, se ne vedranno delle belle su un intervento che rischia di trasformarsi nella costruzione delle piramidi di Giza. L’ing. Giancarlo Sarno, pur confermando la mancata partecipazione alla Conferenza di Legnini, in ciò prende atto della relazione del Prof. Guadagno sul costone franato e della relazione dell’Ing. Palumbo sulla legittimtà degli immobili sovrastanti detto costone. Soprattutto Sarno attacca.

GUADAGNO NON DA’ SOLUZIONI

Come rileva il tecnico metropolitano, Guadagno non dà soluzione. Apparso particolarmente determinato a non lasciare aperture o margini alle altre parti chiamate al tavolo, a più riprese l’ing Sarno contesta l’operato del comune e attacca senza mezzi termini le parti private finite nell’affare. “Per quanto concerne la relazione del Prof.Guadagno, incaricato dal Commissario Straordinario, il quale è stato messo in condizione di relazionare sulle progettazioni fatte dai tecnici incaricati dai Sigg. Di Meglio e dai tecnici di CMN, il Prof. Guadagno non dà una sua soluzione definitiva o assenso definitivo all’una o all’altra progettazione, ma indica ulteriori indagini specifiche da farsi anche sui fabbricati esistenti, per stabilire la tipologia delle fondazione e la tipologia strutturale per determinare esattamente fino a che punto vada fatta la demolizione”.

Ma per Giancarlo Sarno c’è di più, in particolare ci sono tanti non detti casamicciolesi: “E’ evidente che la progettazione fatta da CMN è frutto di indagini e relazioni basate su ciò che è stato messo a conoscenza dei tecnici di CMN; ricordo a tutti i destinatari, che allo specifico sopralluogo fatto sull’area sovrastante il costone i Sigg. Di Meglio non hanno consentito l’accesso ai tecnici di CMN anche alla presenza del tecnico del Comune di Casamicciola; detto questo, è evidente che alle indagini e alle relazioni effettuate a supporto della progettazione si possa fare meglio con sopralluoghi più di dettaglio ed è chiaro che la CMN ha previsto allo stato delle conoscenze, delle demolizioni fino al limite strutturale dei manufatti”.

GLI IMMOBILI PERICOLOSI COME L’IPOTESI DELLA LORO MESSA IN SICUREZZA

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Considerando che trattasi di una opera pubblica e realizzata con risorse pubbliche, si deve mettere nella condizione di rischio estremo cioè dare un coefficiente di sicurezza tale che l’intervento realizzato a spese dei cittadini, sia duraturo nel tempo– scrive l’ingegnere di Gaetano Manfredi – Non è perseguibile una ipotesi di realizzazione di un intervento che non abbia un coefficiente di sicurezza tale da garantire che l’intervento abbia la durabilità nel tempo per almeno 20 anni.Quindi il concetto di fondo che ne sancisce la realizzabilità di una progettazione oppure un’altra, è proprio sul coefficiente di sicurezza che si vuole dare all’intervento.Ovviamente è il “coefficiente SARNO”. Per ottenere ciò bisogna demolire una parte dei fabbricati e effettuare il risvolto della rete a doppia torsione ancorato perfettamente nei terreni retrostanti. Volano stracci anche tra città metropolitana, protezione civile regionale e privati. Giancarlo Sarno ne ha per tutti e al capo della Protezione regionale Giulivo riserva una sottile frecciatina evidentemente sollecitandolo ad intervenire (da intenditori): “Nella relazione di gennaio 2023 il dott. Giulivo, noto ed autorevole esponente della Protezione Civile Regionale, nonché esperto geologo e tecnico di notevole esperienza, non si discosta dalla ipotesi progettuale della CMN individuando quale soluzione più corretta quella del ribaltamento della rete posta a protezione superficiale, per 5/6 metri sul piano superiore orizzontale.Quindi correttamente, a nostro parere il dott. Giulivo indicava nel gennaio 2023 una ipotesi progettuale che prevedesse la demolizione dei manufatti a monte che coincide, di fatto, con l’ipotesi progettuale redatta da CMN”.

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La città metropolitana non ha dubbi le opere degli immobili di proprietà Di Meglio, i manufatti dei Patanari sono pericolosi: “I terreni superiori la casa cantoniera e sui quali insistono i manufatti dei Di Meglio ed altri, aventi una coesione pari a zero. Tale ipotesi è una condizione gravosa e di rischio estremo, ma è una condizione che, considerata tale, ci garantisce anche in condizioni estreme il contenimento del terreno”. Anche per questo Sarno boccia il progetto di messa in sicurezza redatto dai Di Meglio, reo di non tenere in considerazione acque superficiali e pioggia e ritengono anzi di poterla regimentare con tubi di scarico e pompe sommerse ad un pozzo assorbente posto a circa 20/30 metri dal ciglio. Riunendo quindi che a differenza di quanto dice sarno il terreno sopra la Casa Cantoniera sarà sempre coerente e mai a rischio cedimenti, per intenderci. “I tecnici di parte, erroneamente, desumono che la coesione dei terreni non possa mai raggiungere lo zero in quanto a monte del costone sono state progettate opere di regimentazione delle acque superficiali tali da essere smaltite e non rendere mai saturo il terreno. Questa considerazione è facilmente confutabile”. Per l’ing, Sarno “l’acqua meteorica caduta sulle superfici impermeabilizzate dell’intero complesso nelle quantità verificatesi il 26 novembre 2022, non sarebbe potuta essere smaltita in un pozzo assorbente all’interno del costone e comunque avrebbe reso saturo tutto il terreno circostante aggravando una situazione già critica per le precipitazione cadute sulle aree non impermeabilizzate. A ciò va sommato che con eventi di questo tipo è plausibile che l’energia elettrica manchi per minuti o per ore, inficiando completamente le opere di captazione mediante pompe sommerse rendendo il terreno saturo e con coesione nulla”.

DEMOLIRE GLI IMMOBILI E POI STABILIRE LA LEGITTIMITA’

Ciò detto, l’altra relazione allegata alla nota è quella dell’Ing. Palumbo al quale il commissario Prefettizio dott.ssa Calcaterra ha chiesto di capire urbanisticamente la legittimità dei manufatti posti alla sommità ed a valle del costone. L’Ing. Palumbo, dopo aver fatto una disamina dei documenti presenti ed un indagine anche in soprintendenza, conclude che non ci sono documenti e che quindi non è possibile chiarire alcunché. Senza entrare nel dettaglio Giancarlo Sarno chiede di abbatterli e poi controllare: “Si ritiene quindi che, indipendentemente se non per la quantificazione dei rimborsi ai legittimi proprietari, questa indagine possa esser fatta anche dopo l’intervento, nel senso che se i volumi demoliti risultassero, da una indagine ed analisi approfondita anche di ricostruzione degli atti, realizzati legittimamente avranno un determinato valore, se dovessero risultare abusivi ne avranno un altro”.

SARNO A LEGNINI: GRAZIE PER LA STIMA, MA PROVVEDA LEI

Sarno ne ha anche per il commissario Legnini a cui, in un certo senso rimpalla la cosa, stigmatizzando l’affare staff pachidermico, pletora di incaricati dalle cospicue remunerazioni e poteri straordinari in capo al commissario stesso. Tutti elementi che la gestione ordinaria della provincia non ha e che di fatto, spiega l’ingegnere, ne impediscono miracoli. “Il Commissario Straordinario nella sua qualità, può approvare quello che ritiene più idoneo per la soluzione della problematica anche in disaccordo a quanto emerso dalla Conferenza dei Servizi istituita con sua apposita ordinanza.

Per quanto riguarda l’ipotesi di mancanza di adesione alle scelte progettuali altrui da parte di CMN, nel ringraziare il Commissario Straordinario della immensa stima riposta, il quale senza il nostro avallo ritiene di non poter approvare alcun progetto e nella quale afferma che in assenza di adesione, si paventa quale probabile o futuro soggetto attuatore la CMN se non avesse condiviso il nuovo progetto, sia per le determinazioni conclusive del progetto che quale soggetto attuatore degli interventi, tale asserto sembra priva di fondamento essendo il Commissario nominato proprio per far fronte ad eventi straordinari. È evidente che gli Enti ordinari, Comuni, CMN e gli altri soggetti che intervengono nel procedimento, operano in ordinario, ma per eventi straordinari come quelli del 26 novembre, c’è stata la necessità di nominare un Commissario non solo per la distribuzione delle risorse che a sua volta il Commissario distribuisce ai Comuni, ma ha creato una struttura con oltre 20 tecnici proprio per operare e dare un contributo operativo e non solo economico agli Enti territoriali. Se gli Enti territoriali devono operare in ordinario anche per eventi eccezionali, con le proprie scarse risorse umane e strumentali, non avrebbe avuto senso la nomina di un Commissario Straordinario”.

Ma non finisce qui! Sarno si dice pronto a ricorrere avverso all’ordinanza Legnini. Dello stucchevole gioco casamicciolese, dice, non ne può più. Infine conclude “ se dovesse, in contrasto con la propria ordinanza con la quale nominava se stesso soggetto attuatore, nominare CMN ad eseguire gli interventi, oltre a valutare l’opportunità di ricorrere nei confronti dell’ordinanza , non si modificherebbe la posizione progettuale di CMN che chiederà al Comune di Casamicciola di emettere l’ordinanza di demolizione di parte dei fabbricati realizzati a monte del costone come da progettazione redatta da CMN”.

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