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Ego Eco, dipendenti sul piede di guerra

FORIO. Si preannunciano giorni a dir poco complicati a Forio, dove la situazione è già di per sé tutt’altro che tranquilla. Le maestranze della Ego Eco, la società deputata alla raccolta e gestione dei rifiuti, esasperate per il mancato pagamento delle spettanze maturate negli ultimi mesi, hanno indetto due assemblee, dalle ore 9:00 alle 11:00, per i prossimi lunedì 25 e martedì 26 gennaio. I lavoratori, esasperati, confermeranno lo stato di agitazione, disposti anche ad arrivare all’extrema ratio, costituita dallo sciopero a oltranza. Si prevedono disagi per tutti, ma i dipendenti, già gravati da un pesante contratto di solidarietà, non riescono più ad andare avanti, e chiedono un incontro urgente con le sigle sindacali e il sindaco, al quale chiedono di  assumersi la propria responsabilità, dal momento che il cantiere di Forio appartiene al Comune che avrebbe tutte le ragioni per rivalersi sulla ditta che continua a dimostrarsi cattiva pagatrice. Ovviamente il contesto, già plumbeo, si riempie di nuovi interrogativi dopo l’esplosione dell’inchiesta-rifiuti lo scorso 15 gennaio che vede il titolare della Ego Eco, Vittorio Ciummo, nel pieno della bufera giudiziaria: colpito dalla misura degli arresti domiciliari, il patron della società risulta al centro di scottanti intercettazioni, ambientali e telefoniche, dalle quali emergerebbero pesantissime irregolarità nell’affidamento del servizio di nettezza urbana alla sua azienda, che secondo gli inquirenti lo avrebbe ottenuto tramite l’elargizione di consistenti somme di denaro ai funzionari responsabili del procedimento nei Comuni di Forio e Lacco Ameno. Una situazione che va ad aggravare il calvario che i lavoratori della Ego Eco stanno vivendo ormai sin dall’estate scorsa, quando i dipendenti furono chiamati ad affrontare sacrifici straordinari. Pur assunti con un contratto che prevede sei ore giornaliere, ma costretti ad accettare un’ora di lavoro in meno con l’applicazione dei contratti di solidarietà sociale, vedendosi così tagliata la retribuzione. Situazione accentuatasi ad agosto, quando i lavoratori hanno sostenuto estenuanti ore di attività straordinaria, a volte fino a ben quattro ore in più, senza che venissero retribuite. Con la fine della stagione estiva e l’attenuarsi del momento d’emergenza, i disagi per i dipendenti non sono venuti meno. Al taglio dello stipendio si sono infatti aggiunti i gravi e cronici ritardi nei pagamenti, che all’approssimarsi del periodo natalizio misero i sindacati e gli operai di fronte a inquietanti interrogativi, con una società che continuava a negare le retribuzioni del mese precedente, quindi con fosche prospettive circa  la corresponsione delle spettanze di mese di dicembre e  delle relative tredicesime, un momento in cui gran parte delle famiglie va incontro a gravose scadenze. Prospettive che sembrano purtroppo essersi materializzate  Eppure i lavoratori, anche grazie agli inviti dei sindacati, con molta maturità hanno saputo adeguarsi agli orari e allo stipendio ridotto pur di salvare i posti di lavoro dei colleghi (circa venti dipendenti vennero reintegrati a seguito di una sentenza della magistratura), accollandosi quindi notevoli sacrifici fisici ed economici. Nonostante tali gesti di gravosa e meritoria responsabilità, la società evitava di dialogare con i dipendenti, anche solo per comunicare eventuali difficoltà aziendali e quindi rassicurarli, magari concordando una data o un programma per saldare il dovuto. Un silenzio spesso avvertito come un’umiliazione, a fronte di tutte le difficoltà quotidianamente affrontate, oltre che con timore.  Fra l’altro, da vari  mesi la società non pagava più gli stipendi intorno al giorno 10 del mese, come avveniva abitualmente, ma arrivava addirittura a corrisponderlo anche il giorno 17. Quel limite, già ampio, è stato persino abbondantemente superato, senza che vi sia stato nessun tipo di comunicato da parte della società. Comprensibile quindi la tensione tra i dipendenti, che ancora aspettano il pagamento dello stipendio di dicembre e delle tredicesime, e siamo al 23 gennaio: situazione che rende il cantiere foriano una bomba pronta a scoppiare.

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