CRONACA

Election day il 20 settembre, all’attacco l’esercito dei contrari

La data sarebbe stata escelta a seguito di un summit a Palazzo Chigi tra il Premier Giuseppe Conte, i capi delegazione della maggioranza e ministri e sottosegretari. Ma la soluzione pare davvero non convincere

Si va verso l’election day il 20 settembre. E’ quanto emerge, a quanto si apprende, dalla riunione a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte con i capi delegazione di maggioranza, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Stessa data, quindi, per le elezioni regionali ma anche per indire le comunali e il referendum sul taglio dei parlamentari. “Ma vi sembra giusto andare a votare il 20 settembre? Così si rallenta la ripresa e si danneggia il turismo, uno dei settori più colpiti dal coronavirus. Ancora una volta si fa prevalere l’interesse del Palazzo su quello dei cittadini”. Lo scrive scrive su twitter il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani. Di tenore diverso le dichiarazioni del governatore del Veneto Luca Zaia: “Ad oggi la legge dice che il voto per le regionali sara’ in una finestra tra il 25 settembre e il 25 dicembre. Il Comitato tecnico-scientifico invece dice che le elezioni devono essere fatte entro settembre. Noi chiediamo che si facciamo a fine luglio”.

“Leggiamo le dichiarazioni del rappresentante del Governo che parla di accordo tra esecutivo e Regioni sulla data del voto il 20 settembre. Ma in realta’ non c’e’ stato alcun accordo formale. Cinque delle sei Regioni chiamate alle urne avevano indicato ufficialmente altre date: il 26 luglio, il 6 settembre o al massimo il 13 settembre. Il 20 settembre e’ una data dunque che non era ricompresa tra quelle indicate, che peraltro impedisce la riapertura di un anno scolastico, gia’ di per se’ molto difficile. Inoltre si tratta di una data a ridosso di ottobre, mese nel quale, stando alle relazioni del Comitato tecnico-scientifico del Governo, potrebbe riproporsi il Covid”. Lo dicono il presidente e il vicepresidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e Giovanni Toti in merito alla posizione del governo che vorrebbe indire le elezioni regionali, quelle comunali e il referendum il 20 settembre. “Tale data – ribadiscono Bonaccini e Toti – cade ben quattro mesi dopo la scadenza naturale delle legislature regionali: mentre i cittadini stanno ormai tornando ad una vita normale, agli stessi viene impedito per quattro mesi di votare. La decisione del Governo va contro ogni pronunciamento delle Regioni su una loro specifica competenza. Chiediamo una riunione urgente della Conferenza Stato-Regioni per ripristinare un leale dialogo tra le istituzioni su un tema cosi’ delicato”..

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