Elezioni 2022 a Ischia, vincitori e vinti
Sfondando il tetto delle 1.000 preferenze Gianluca Trani stabilisce un primato destinato verosimilmente a resistere a lungo a Ischia. “Medaglia” per Enzo Ferrandino per come ha preparato la marcia di avvicinamento ad un’elezione surreale. Bene alcune quote rosa: delusione per gli esclusi dal consiglio, ma il vero flop è Savio
Si può parlare di vincitori e vinti in una campagna elettorale come quella di Ischia che ha regalato sbadigli a go go ed emozioni zero? Certo che si può, soprattutto se andiamo ad analizzare la sfida interna alle sette anime che componevano la coalizione che sosteneva la candidatura a sindaco di Enzo Ferrandino. Intanto, nella prima mattinata di ieri è stato ufficializzato anche il nuovo consiglio comunale.
C’è voluta un po’ di attesa perché l’unico brivido lo hanno regalato due candidati della lista Nuova Isolaverde, ossia Ciro Ferrandino e Mariarosaria Pinto, artefici di un entusiasmante testa a testa fino all’ultimo voto per accaparrarsi il secondo seggio nel civico consesso. Alla fine l’ha spuntata il primo al fotofinish, 299 voti contro 298 e quando finalmente si è avuto contezza di questo dato allora si è anche composto l’elenco dei sedici che accompagneranno Enzo Ferrandino in questa nuova avventura. Si tratta di Ida De Maio, Alessandro Migliaccio, Antonello Sorrentino, Agostino Mazzella (Ischia Democratica con Enzo sindaco), Gianluca Trani, Raffaella Migliaccio, Giovan Giuseppe Elia (Democrazia e Futuro), Luca Montagna e Luigi Di Vaia (Movimento Cristiano Lavoratori), Carmen Criscuolo e Massimo Trofa (Ischia Prima di Tutto), Antonio Mazzella e Ciro Ferrandino (Nuova Isolaverde), Pasquale Balestriere e Giustina Mattera (Vivere Ischia), Paolo Ferrandino (Con Enzo Insieme per Ischia). E adesso passiamo alla nostra soggettiva analisi tra vincitori, vinti e anche coloro che sono o restano sospesi, chiamateli se preferite gli eterni incompiuti. Perché nel nostro excursus possiamo assicurarvi che davvero c’è varia umanità, e ci scusiamo in anticipo se finiremo con l’urtare la suscettibilità di qualcuno.
GIANLUCA TRANI – E’ il vincitore per eccellenza ed assoluto di queste elezioni amministrative, e la cosa crediamo sia indiscutibile. Partiamo da un presupposto, la storia la scrivono i numeri. E i numeri dicono che Trani nel 2010 ottenne il record isolano con 673 voti con preferenza unica e domenica ne ha registrato un secondo, 1.079 con doppia preferenza che verosimilmente resterà negli annali almeno quanto il record del mondo dei 100 metri ottenuto da Usain Bolt. Numeri da capogiro, quasi da non crederci (anzi, toglietelo quel quasi) e che stupiscono ancora di più se si considera che prima del rientro in maggioranza Gianluca aveva trascorso oltre cinque anni confinato in minoranza e dunque lontano dal “potere”. Una dimostrazione di forza che conferma una volta di più come l’ex golden boy della politica ischitana sia una vera e propria macchina (elettorale) da guerra. E attenzione anche ai dettagli: non commette l’errore del 2017 e stavolta si tira in consiglio anche il fido Gianni Elia, dimostrando anche di essere maturato sotto il profilo delle scelte e della strategia. A proposito, la sua lista – ritenuta non una corazzata – piazza pure tre pedine in consiglio comunale, e scusate se è poco. Certo, il futuro è tutto da scrivere e forse è appena cominciato ma il presente è oro colato. Recordman.
ENZO FERRANDINO – Non vogliamo sminuirlo ponendolo sul secondo gradino del podio, è semplicemente che lui il grosso del lavoro lo ha portato a compimento prima che si andasse alle urne. Insomma, dopo essersi liberato dei (pochi) nemici ed aver imbarcato tutti a bordo della sua nave da crociera, era pure scontato che il primo cittadino ottenesse in carrozza la sua rielezione, risultando tra l’altro il sindaco più votato su scala nazionale alle elezioni amministrative dello scorso 12 giugno. Non solo, Enzo – consapevole dell’importanza di quel risultato – ha tirato fortissimo la sua lista che non a caso è risultata la più gettonata dagli elettori oltre che l’unica ad aver conquistato quattro seggi. Infine, in una maggioranza che proprio perché plebiscitaria sarà comunque variegata e potrebbe nascondere qualche insidia, il primo cittadino ha lavorato per favorire l’ingresso in consiglio comunale (ed anche con consensi non proprio di poco conto) di soggetti fidati ed a lui indiscutibilmente vicini. Sarà che fidarsi è bene, ma la prudenza non è mai troppa. Freddo calcolatore o “risultatista”, come si dice in gergo pallonaro.
IL ROSA IN VETRINA – Tra i vincitori di questa competizione elettorale ci sono anche Carmen Criscuolo e Ida De Maio, due consigliere in gonnella uscenti. La Criscuolo conferma di aver seminato bene e strappa quasi 600 preferenze (forse dalla lista Ischia Prima di Tutto era lecito attendersi qualcosa di più in termini di risultato ma qui rischiamo di andare fuori straccia). La De Maio sfonda il muro delle 700 e fa sorridere così il marito Gigi Mollo che brinda anche all’ingresso nel civico consesso. Lo fa con la “coca cola” (a buon intenditor poche parole) invece che con lo spumante, ma per una volta va bene lo stesso. Anzi, va benissimo.
MONTAGNA, LA LISTA SCIARAPPINA, DI VAIA – La parrocchia è la stessa, eppure parliamo di tre situazioni ben distinte al suo interno. Luca ottiene un botto di preferenze, appena sotto le 800, rispettando così le previsioni della vigilia: soltanto un Gianluca Trani in versione “extra lusso” gli impedisce di realizzare l’impresa di essere il consigliere più votato per due volte di fila, affermazione mai riuscita a nessuno in passato. Per quanto riguarda la squadra “Movimento Cristiano Lavoratori”, questa tornata elettorale avrebbe dovuto rappresentare una svolta, l’occasione addirittura per insidiare la lista di Enzo Ferrandino ed essere la più votata in assoluto. E invece ancora una volta i numeri, per quanto lusinghieri, sono mancati e con esso l’auspicato e definitivo salto di qualità. Per quanto riguarda infine il vicesindaco uscente, la decisione di “emigrare” in casa Sciarappa non ha portato i frutti sperati: il risultato delle urne è stato più o meno quello del 2017 e c’è mancato poco che Carolina Monti gli scippasse anche lo scranno da consigliere comunale. Insomma un fritto misto tra promossi, bocciati e rimandati.
CONCETTA LUBRANO LO BIANCO, GENNARO SCOTTI, GIOVANNI SORRENTINO – Qui siamo davanti a tre cocenti delusioni, anche perché parliamo degli unici tre consiglieri uscenti di maggioranza che non hanno centrato la rielezione. Ma, ovviamente, si tratta di delusioni diverse. Secondo i bookmakers la Lubrano Lo Bianco e Scotti avrebbero dovuto giocarsi il secondo posto utile all’ingresso in consiglio nella lista Democrazia e Futuro, invece la lista di consiglieri ne esprime tre ed entrambi restano con un palmo di naso. Scotti, in ogni caso, era stato un “lucky looser” alle passate amministrative e dunque almeno sulla carta la mazzata pesa di meno. Per Giovanni “Democrazia”, invece, ecco il deja vu del 2017, con Paolo Ferrandino che varca il portone della sala consiliare e lui che resta a guardare. A meno che, pure stavolta, non arrivi il ripescaggio se il geometra della Pagoda accetta di parcheggiarsi in giunta.
GENNARO SAVIO – Chi scrive fa una premessa, quando si esprime un concetto bisogna avere anche il coraggio di andare controcorrente. Veniamo al punto: l’esponente del PCIML ha rimediato un flop di dimensioni bibliche, dallo stesso poi liquidato in maniera a nostro avviso troppo scontata e superficiale: “Non ho perso io, hanno perso gli ischitani”. Ecco, non vogliamo dare lezioni a nessuno ma forse è il caso che a un certo punto della propria esistenza ci si ponga qualche domanda e si faccia anche un minimo di autocritica. In ogni paese c’è chi per principio è contrario all’amministrazione uscente e vota di pancia chiunque rappresenti la protesta o la semplice alternativa. Questo ad Ischia non è successo e non è giusto che Savio se la prenda con la stampa che non gli avrebbe garantito lo spazio necessario per poter contrastare Enzo Ferrandino né tantomeno di non aver organizzato un confronto tra candidati come nel 2017. Alla stampa locale, che ampio risalto ha dato negli anni alle sue iniziative e battaglie, Gennaro deve tanto e ci dispiace davvero che abbia “sparato nel mucchio”, tirando a cogliere anche chi di recente gli ha concesso uno spazio televisivo autogestito per “flagellare” il mondo intero senza mai porgli alcun tipo di censura (e verosimilmente retribuendolo pure per farsi propaganda, ma questi non sono affari nostri). E per piacere, non si consoli con i commenti ricevuti sui social dopo la delusione del voto. Lui stesso ricordò che Enzo Ferrandino alla sua presentazione aveva ricevuto sulla diretta di Nuvola Tv appena 6 like eppure ha preso 10.551 voti. Lui invece su facebook ha ricevuto un miliardo di messaggi di solidarietà ma di voti ne ha presi meno di trecento. Questo così, giusto per far capire che la vita social è una cosa e quella reale un’altra. E adesso, caro Gennaro, siamo pronti a farci flagellare anche noi per questi pensieri in libertà: fa pure, continueremo a dormire la notte.
I GRANDI ASSENTI – A conti fatti, i grandi sconfitti di questa competizione elettorale, non se la prendano, sono loro. Peccato che tra Ottorino Mattera, Luigi Boccanfuso, Davide Conte, Gino Di Meglio e qualche altro pezzo più o meno da novanta non si sia riuscita a trovare la sintesi e la convergenza necessaria per creare una coalizione alternativa alla corazzata messa su da Enzo Ferrandino. Quantomeno si sarebbe evitata una situazione che definire imbarazzante è un eufemismo e col senno di poi magari si sarebbero strappati anche un paio di scranni in consiglio comunale. Non c’è dubbio, magari sarebbe stato poco ma sempre meglio del nulla cui dovremo assistere per i prossimi cinque anni. Ma siamo sicuri che una opposizione – per cause di selezione naturale, e ci siamo intesi – prima o poi non nascerà da qualche costola della nuova amministrazione? Meditate, gente, meditate.