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Enzo e Francesco, carezze per Minniti ma “mazzate” al Pd

ISCHIA. I primi e gli unici sull’isola d’Ischia a darne notizia – e sotto certi aspetti a mettere il tutto sotto i riflettori – siamo stati noi de Il Golfo. Ci riferiamo della notizia della preferenza espressa da Enzo Ferrandino e Francesco Del Deo, sindaci di Ischia e Forio, all’investitura di Marco Minniti come futuro segretario del Partito Democratico. E con il primo cittadino del Torrione che il giorno successivo, sempre attraverso le colonne del nostro giornale, si affrettò a specificare che il suo era un apprezzamento che non significava assolutamente la condivisione della linea politica del Pd, che in occasione del Decreto Ischia e delle polemiche legate al presunto condono ha finito per voltare chiaramente le spalle all’isola ed alla sua gente.

Ieri a ritornare sull’argomento ci ha pensato “Il Fatto Quotidiano” che ha rivolto una serie di quesiti – in parte provocatori – a Ferrandino e Del Deo che hanno dato una serie di risposte non sempre scontate. Quando si parla del partito, infatti, i concetti sembrano convergere. Il sindaco d’Ischia dichiara: “Non sono però iscritto al Pd. Questo lo voglio dire solo perché è bene essere chiari. Ma lo sono stato negli anni passati”. Ancora più caustico, laddove fosse necessario, il collega foriano che ha affermato: “Sono democristiano a ventiquattro carati. E finché campo resterò tale. Mai iscritto al Pd e nemmeno l’ho mai votato”. Insomma, poca simpatia verso i democratici, ma il tono cambia quando si parla ad esempio di Di Maio e Salvuni. Se Enzo ricorda che “hanno onorato il loro impegno, sono persone serie”, Francesco si accoda: “Si sono comportati bene, bisogna ammetterlo. Sono gli altri che non mi sono piaciuti”. Le mazzate al Pd ricominciano con una nuova esternazione di Enzo Ferrandino: “Non mi è piaciuta molto questa corsa distruttiva che Renzi e gli altri hanno avuto verso quello che maldestramente è stato definito il condono edilizio. Mi è sembrata una corsa populistica ad arraffare consensi. Perché linciare gli ischitani, negargli un diritto? E glielo dice un sindaco del paese che non ha subìto nemmeno una lesione”. Figurarsi se su una cosa del genere poteva essere più diplomatico Del Deo che non a caso imbraccia il mitra: “Veramente vergognoso quello che hanno fatto. Opporsi al condono edilizio significa non riconoscere le buone ragioni di chi è terremotato e non sa del suo domani. Se ci fosse un governo serio si farebbe un condono serio. E cioè a dire: chi ha costruito fino a stanotte è salvato (parliamoci chiaro: i detriti di 200 mila case da abbattere, a tanto ammonta l’abuso in Campania, dove lì porteremmo?). Ma da questo momento in poi tutti in riga”.

Qualche altra pillola, con Ferrandino che ricorda che stava con Renzi “ma quando si è fatto prendere dalla megalomania mi sono scoraggiato” e Del Deo che va a traino: “Io mai col Pd. Forza Italia? Lo sta dicendo lei (rivolto al cronista de Il Fatto, ndr), ma ripeto che sono democristiano: e due più due fa quattro”. Però alla fine entrambi concludono questa intervista doppia a tratti surreale convenendo che stanno con Minniti. Prima dei titoli di coda, però, ecco l’ultima pillola di Enzo Ferrandino che afferma: “Le tasse sono troppo alte, quelle locali sono veramente troppe. Le aziende sono in difficoltà. Nel bilancio del mio comune ci sono circa 30 milioni di euro di tributi locali non versati. È un bel pregresso, ma io che ci posso fare?”. Forse più di quanto sembri, in fondo nell’ultimo quarto di secolo non è che il sindaco d’Ischia sia sempre stato in minoranza. Ma questo, forse, il collega non lo sapeva. E per questo va assolto con formula piena…

Gaetano Ferrandino

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