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Enzo e il ritorno di Vivere Ischia: «Nessun rimpasto in giunta, non ho trattato con Giosi»

E’ diventato il fatto della settimana, e forse non solo. In un momento in cui la politica pareva aver poco da raccontare, ecco che si concretizza il ritorno tra i banchi della maggioranza dei consiglieri comunali di Vivere Ischia. Pace prenatalizia, insomma, con le pecorelle che tornano all’ovile.

«Non userei questo paragone, non parlerei di ovile e pecorelle. Non posso negare di avere avuto una serie di incontri, l’ultimo dei quali nella mattinata di sabato scorso proprio nella mia stanza in municipio, con i consiglieri di Vivere Ischia. C’è stato un confronto sereno e proficuo, che arriva successivamente ad una fase di tranquillità e di assestamento politico. L’incontro, a mio avviso, ha lasciato buone indicazioni in prospettiva futura: il gruppo politico, infatti, ha dato la sua disponibilità a interpretare il programma politico ed elettorale che abbiamo presentato agli elettori nel 2017. A fronte di un ragionamento costruttivo e leale e di un a dialettica che può andarsi a intavolare, l’amministrazione deve prendere atto che ci sono i presupposti per avviare un nuovo percorso in grado di rendere ancora più forte, stabile e soprattutto più fruttuosa l’azione che verrà messa in atto».

Senza voler continuare con le metafore, pare che però i consiglieri siano stati folgorati sulla via di Damasco. Dal documento ultra critico dello scorso maggio a quello decisamente accondiscendente dei giorni scorsi, sembra quasi che non sia successo nulla, che le frizioni non siano mai esistite e le divergenze di vedute (a volerle definire generosamente così) nemmeno.

«Al netto di quelle che sono le valutazioni sui contenuti delle note, che spesso finiscono inevitabilmente per solleticare l’attenzione dell’opinione pubblica e della stampa, a me piace sottolineare l’aspetto politico-amministrativo che può derivare da una collaborazione che man mano dovrà diventare sempre più stringente relativamente ad una serie di problematiche presenti sul territorio che stanno particolarmente a cuore alla nostra comunità e penso in primis a quella legata a traffico e mobilità. Affrontare certe questioni, mi pare ovvio, richiede una certa compattezza politica. Ed è chiaro che un sostegno maggiore non può che essere accolto positivamente».

Il ritrovato feeling con Vivere Ischia significa anche pace fatta con Giosi Ferrandino?

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«Devo precisare che Giosi Ferrandino in questa vicenda appare e non appare, nel senso che quelle che sono state le trattative sono state intessute esclusivamente con i quattro consiglieri comunali. Questo senza voler dimenticare che Ferrandino è stato uno degli alleati che lo scorso anno ci hanno consentito di essere competitivi e vincere le elezioni amministrative».

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Qualche tempo fa me lo confermasti ma visto che la politica è un’arte in continuo divenire preferisco chiedertelo di nuovo. La giunta resterà invariata, insomma non ci saranno rimpasti dopo il ritorno del gruppo di Vivere Ischia?

«Confermo che non sono in programma rimpasti, dobbiamo anche mettere in condizione la giunta di poter operare con serenità. Io penso che c’è bisogno di profusione notevole di sforzi da parte di tutte le componenti politiche che sostengono questa amministrazione, e dobbiamo anche garantire un attimo di serenità a tutti gli “attori” che devono interpretare lo spartito del programma elettorale».

Un sindaco deve essere un po’ come un allenatore di calcio, avere la forza di mediare e saper tenere unito il gruppo unito e saper essere anche psicologo. E allora mi chiedo e soprattutto ti chiedo: come si fa a spiegare un ritorno di quattro consiglieri che erano andati via sbattendo la porta? Insomma, nella “famiglia” della maggioranza il sospetto che qualcuno possa non averla presa bene c’è…

«Per carità, io nemmeno per scherzo riesco ad atteggiarmi a psicologo, visto che nella vita faccio ben altro e cioè il commercialista. Ho un’altra formazione mentale e culturale, per me uno più uno deve fare due. Oggettivamente immagino che si possa comprendere l’esigenza di rendere una maggioranza quanto più stabile e solida. Mi piace partire da un determinato tipo di ragionamento, penso che gli amici che sono coinvolti nell’amministrazione, e che conosco bene, sapranno cogliere al meglio il significato di quanto successo. E naturalmente la sua importanza».

Che si tratti di uno psicologo, un commercialista o qualsiasi altro mestiere, fa poca differenza. E’ nell’indole dell’essere umano, o almeno così dovrebbe essere, saper fare autocritica. In questo anno e mezzo, riavvolgendo il nastro del tuo mandato, c’è qualcosa di cui ti penti o qualche passaggio che magari non faresti?

«Tutte le iniziative che sono state intraprese in questo arco di tempo sono state sempre il frutto di valutazioni attente e che hanno sempre cercato di seguire un filo logico e razionale. Per cui chiaramente, a posteriori, vedendo delle dinamiche che si sono andate ad innescare, è chiaro che determinate valutazioni possono essere sempre rivisitate. Insomma, del senno di poi son piene le tombe, ma posso assicurare che ogni singolo passo l’ho sempre interpretato con il giusto pathos, mettendo sempre attenzione e coinvolgimento anche emotivo e sentimentale nell’espletamento della mia attività politica. Ci sono state delle fasi turbolente, magari non eccessivamente turbolente ma comunque complesse, ma spero che adesso ce li siamo messe definitivamente alle spalle in modo da poterci dedicare completamente alle problematiche che sono sul tappeto e vanno risolte. Abbiamo un obbligo morale nei confronti dei nostri cittadini».

Antonello Sorrentino e Antonio Mazzella come hanno accolto il ritorno in maggioranza degli scissionisti? In fondo, quando i quattro di Vivere Ischia sono andati via il loro passaggio dalla minoranza è stato fondamentale per tenere in piedi l’amministrazione.

«Devo essere sincero, con loro non ho avuto modo di affrontare in maniera piena e compiuta la questione e i recenti sviluppi. Ma sono certo che entrambi sapranno dare una lettura costruttiva a quanto accaduto, continuando a dare il sostegno che hanno fin qui garantito».

Gaetano Ferrandino

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