POLITICAPRIMO PIANO

Enzo Ferrandino, le elezioni e la profezia del “tutti dentro”

Il sindaco uscente che si ricandida a Ischia in un’intervista a Il Golfo affronta diversi punti: e non si nasconde sul fatto che l’elettorato – se le previsioni dovessero essere confermate – finirà col tributare il consenso ai protagonisti dell’ultima consiliatura, riproiettandoli tutti (o quasi) in consiglio comunale. E poi…

Si riparte da una campagna elettorale che (e per carità, sei autorizzato a fare tutti gli scongiuri del caso) che possiamo dire ti vede largamente favorito, per usare un eufemismo…

«Per come si sono messe le cose, l’amministrazione uscente ha la possibilità di essere confermata con grandissime probabilità. Chiaramente questa è una circostanza derivata da un lavoro molto intenso portato avanti da tutti quanti noi in questi cinque anni, senza mai dimenticare il supporto che ci è giunto dagli uffici comunali, che ci ha messo in condizione di affrontare diverse tematiche presenti sul territorio ma – quello che è più importante – a dare altrettante risposte. In fondo quello che sta succedendo oggi è la diretta conseguenza dell’attività svolta in questo periodo. E voglio ricordare che parliamo di anni difficili tra i postumi del terremoto del 2017 e la successiva pandemia. Ma l’amministrazione si è sempre rimboccata le maniche e ha cercato di operare nel miglior modo possibile».

Appare praticamente inevitabile il fatto che l’attenzione adesso sarà puntata quasi esclusivamente sulla sfida interna alla tua coalizione, con le varie liste che cercheranno di strappare all’elettorato il maggior numero di consensi possibili. Con l’esito quasi scontato del responso delle urne, forse il solo motivo di interesse può essere questo. O sbaglio?

«Devo dire la verità, il contesto politico che si è venuto a generare tenderà – e di questo ne sono particolarmente convinto – per quota percentuale significativa a premiare gli uomini e le donne dell’amministrazione uscente. Ovviamente la mia previsione non può non prescindere dalla volontà dell’elettorato, che resta sovrano e si orienterà nella maniera che riterrà più opportuna giudicando il metro di serietà e affidabilità dei vari candidati. Ma sono certo che il dato tenderà a rispecchiare quanto sto rappresentando».

«Il contesto politico che si è venuto a generare tenderà a premiare uomini e donne dell’amministrazione uscente, se l’elettorato lo vorrà. Ma sono certo che il dato finirà col rispecchiare quanto sto rappresentando, anche in virtù del grado di serietà e affidabilità dei vari candidati al consiglio comunale»

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Qualcuno intanto, magari un po’ maliziosamente, sostiene che magari certi incastri tra le liste siano stati studiati a tavolino proprio per cercare di garantire la rielezione a tutti o quasi gli uscenti.

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«Noi lo abbiamo ripetuto più volte, la nostra è una coalizione composta da sette anime politiche, che hanno lavorato per realizzare altrettante liste. E’ chiaro che colui o coloro che rappresentano il motore di una lista nel momento in cui la stessa viene formata, rappresenta anche un riferimento al suo interno ed è facile che possa accadere che la risposta dell’elettorato possa essere tale da favorire l’elezione al consiglio comunale».

«L’assenza di una varietà di alternative non la immaginavo, col sistema elettorale in vigore dal 1994 a Ischia c’era sempre stata una forte contrapposizione a due, a tre ed in alcuni casi anche con quattro candidati a sindaco. Ma il buon lavoro che abbiamo fatto ha fortificato l’amministrazione e non abbia consentito ad altri di pensare a un progetto alternativo»

Sette liste, è vero, ma la mancanza di poli rappresentativi alternativi, a parte naturalmente la candidatura last second di Gennaro Savio. Ma appena un paio d’anni fa un epilogo del genere lo avresti mai immaginato o prospettato?

«Non lo immaginavo, sarebbe da ipocriti sostenere il contrario. Anche perché con questo sistema elettorale con il quale andiamo ormai alle urne ormai dal 1994, c’era sempre stata una forte contrapposizione a due, a tre ed in alcuni casi anche con quattro candidati a sindaco. Ripeto, forse il lavoro che è stato svolto sul territorio in questi cinque anni ha finito per rendere ancora più coeso e compatto il gruppo dell’amministrazione che si è fortificato strada facendo. E suppongo che questo processo non abbia consentito ad altri, che magari volevano rappresentare il dissenso, di potersi compiutamente organizzare con un processo politico alternativo. E poi…».

E poi?

«Devo pure dire che in questi anni, anche chi sii contrapponeva all’amministrazione ha finito con il parlare un linguaggio personalistico evitando di pensare ad allestire una proposta con un contenuto politico differente. E quando la proposta differente finisce col mancare, spesso poi si può cadere nell’incidente di percorso di non riuscire ad aggregare intelligenze e professionalità. Ed è esattamente quello che è successo a Ischia».

Eduardo diceva che gli esami non finiscono mai. Come si gestisce una maggioranza che sarà molto ampia? E’ vero che vieni da un buon tirocinio, ma stavolta si parte in forma bulgara dall’inizio. E poi aggiungo, quanto inciderà il fatto che Enzo Ferrandino è al suo secondo mandato e non al primo?

«Beh, il secondo mandato lo guarderei più dal punto di vista della continuità amministrativa e dunque delle cose da fare. Parliamo di un “treno in corsa” con una serie di iniziative ed opere che devono essere portate avanti, però dal momento che ci sono un disegno e delle coordinate già tracciate si procede con maggiore speditezza. Rispetto alla governabilità di una coalizione così ampia, abbiamo già lavorato con un consiglio comunale a quattordici/sedicesimi. Lasciami ricordare che il Comune di Ischia è un territorio che finisce per avere tanti sbocchi da un punto di vista amministrativo e dove ci sono tanti problemi da affrontare: insomma, ci sarà spazio e lavoro per gli amici coinvolti. Certo, servirà un approccio costruttivo e responsabile, ma sono certo che attorno a me non manchi la voglia di fare: respiro un’aria che posso definire rassicurante in chiave futura».

«Non so quale defezione sia più inattesa o clamorosa, in questo periodo ho pensato all’attività amministrativa e a coordinare le operazioni per generare la coalizione che parteciperà alle elezioni. Non ho avuto tempo per occuparmi più di tanto di quello che succedeva in campo avverso»

Qual è la cosa più bella che ti è stata detta in questi cinque anni da sindaco e la critica invece che hai faticato a digerire perché magari non la ritenevi giusta?

«Bella domanda, davvero. Di cose belle ne ho ascoltate per fortuna quotidianamente. Resto davvero inorgoglito quando vado nelle scuole (dove come amministrazione siamo stati particolarmente presenti) e i ragazzi ti riconoscono, ti si avvicinano e ti chiedono cosa fa un sindaco, magari danno anche suggerimenti. Questo fa piacere perché significa anche essere integrato pienamente in una comunità. Cose poco piacevoli o critiche? Beh, alle volte c’è il rimorso per non aver magari operato al meglio o non essere riusciti ad affrontare determinate problematiche in maniera risolutiva: in casi del genere, quando qualche cittadino te lo fa notare, il rammarico è ovviamente inevitabile. E’ come se uno fosse colpito su una ferita aperta, ma alla fine va anche detto che questo fa da pungolo e ci sprona a lavorare sempre meglio».

Hai parlato di giovani, sui quali c’è sempre un eterno dibattito. A Ischia quanto si può sperare nelle nuove generazioni, in tutta sincerità?

«La verità è che tra i giovani figurano splendide individualità, nella nostra comunità se ne contano diversi davvero in gamba e questo ci consente di guardare al futuro con occhio positivo. Girando tra le varie scuole, ho tastato e testato con mano persone consapevoli, che sanno ragionare e soprattutto hanno lo spessore umano necessario a non farsi strumentalizzare. Ripeto, sono ottimista. In questa campagna elettorale, tra l’altro, abbiamo mixato nelle varie liste giovani più o meno “svezzati” rispetto a una platea di riferimento composta da persone più esperte. Insomma, Ischia può guardare al domani con fiducia».

Il caso di Angelo Migliaccio (chef ischitano impiegato a Dubai nell’albergo più lussuoso del mondo) è l’ennesima storia legata a un nostro concittadino che si afferma all’estero. Quanto avremmo bisogno – sulla scorta ad esempio di quanto fatto da Nino Di Costanzo – che certe energie facessero ritorno a casa per elevare il livello dell’isola?

«Di sicuro chi opera e lavora all’estero e lo fa con tanta qualità finisce col maturare delle esperienze che in un territorio come il nostro valgono oro colato. E’ chiaro che eventuali ritorni porterebbero ad innegabili salti di qualità. Va anche ricordato però che gli ischitani hanno da sempre un forte richiamo per la terra natìa e queste storie si riscontrano spesso. Ischia ha indubbiamente bisogno di una visione che dia spazio e tenta in debita considerazione persone dinamiche e che riescono lontano dai suoi confini. Ma certi processi a mio avviso cominciano ad innestarsi, e allora ecco che immagino un futuro dove con un’offerta turisticamente più elevata non mancheranno soddisfazioni».

Non è mai bello guardare in cada d’altri, ancora meno piacevole è farlo quando questa casa non c’è nemmeno. Ma tra l’aborto di Adesso Ischia, Gino Di Meglio, Ottorino Mattera, le vecchie volpi della politica ischitana, insomma tra le tante assenze a questa competizione elettorale c’è una defezione che ti sorprende e stupisce più delle altre?

«Ho passato questo periodo, e mi riferisco agli ultimi mesi, molto impegnato nell’attività amministrativa e in quella di coordinamento per generare la coalizione che si è presentata alle elezioni: in ultimo non posso dimenticare lo sforzo compiuto per presentare le liste in maniera corretta, con gli adempimenti che rappresentano sempre e da sempre un momento delicato. Insomma, non ho avuto tempo per occuparmi più di tanto di quello che succedeva in campo avverso. Immagino abbiano avuto delle difficoltà, ma non conosco di preciso le dinamiche. E poi ad essere onesto sono più orientato a guardare quello che succede all’interno del nostro schieramento in maniera prospettica, con l’intento di organizzare nella migliore maniera possibile la prossima amministrazione, ove mai naturalmente gli ischitani ci dovessero premiare per quanto fatto sul territorio».

«Il dopo Enzo Ferrandino? Credo che tra noi ci siano belle individualità, tanta intelligenza, competenza e soprattutto passione che sono poi gli ingredienti fondamentali che devono spingere una persona a sacrificarsi a favore della sua comunità. Il cammino che abbiamo davanti tenderà naturalmente ad innescare una serie di processi e a fare sintesi»

Hai già messo in preventivo il fatto (succede in ogni angolo dello Stivale) che più o meno a partire dal 2024 un po’ tutti cominceranno a domandarti chi sarà l’erede al trono?

«Credo che tra noi ci siano belle individualità, tanta intelligenza, competenza e soprattutto passione che sono poi gli ingredienti fondamentali che devono spingere una persona a sacrificarsi a favore della sua comunità. Il cammino che abbiamo davanti tenderà naturalmente ad innescare una serie di processi».

Insomma, meglio avere l’imbarazzo della scelta…

«Non c’’è alcun dubbio».

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Corry54

L’importante che il sidaco sia rieletto, poi tutto finirà come al solito, solo gestione a ruba mazzetto, non fare nulla per l’Isola e soprattutto la zona ISCHIA, malaffare, aiutini agli amici, nuovi dipendenti ad amici e parenti, e la storia si ripete, Buona Fine isola

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