Enzo, Pascale, il futuro: da Del Deo “bastone e carota”

Lunga intervista al sindaco di Forio che si sofferma su una serie di fatti di attualità legati alla politica isolana e poi guarda in prospettiva: il domani non solo dal punto di vista del dopo covid, ma anche per una serie di scadenze elettorali imminenti. Poi traccia l’identikit del suo erede

Il 2020 è stato un anno da dimenticare, c’è voglia di metterselo davvero alle spalle. Come si riparte nel 2021, specialmente dal punto di vista degli enti locali e più ancora di una realtà sui generis come la nostra isola?

«Il 2020 è da dimenticare, certo, ma in fondo lo si può considerare anche un anno da cui far tesoro dopo quanto accaduto. Ci siamo rivelati fragili come Italia e su scala planetaria, ci siamo trovati in una situazione tale in cui la pandemia ha fatto centinaia di migliaia di morti, siamo stati travolti dagli eventi. E allora l’anno che è passato serva da lezione per evitare che in futuro possano ripetersi fatti del genere, occorre organizzarsi ed avere una visione decisamente diversa. Ma questo va fatto in sinergia con gli enti sovracomunali, le manovre più sostanziose spettano al governo centrale. E poi c’è anche un’altra incognita».

Quale?

«La nota indirizzata dal sindaco d’Ischia all’Evi? I sindaci devono avere condivisione delle iniziative, così si fa l’interesse dell’isola, non andando ognuno per la sua strada. Ci vedremo per discutere della questione e troveremo la quadratura, ma certo sarebbe stato preferibile essere informati del documento prima che fosse spedito»

«Ci giochiamo tanto sui tempi di vaccinazione, che però a mio avviso procedono a rilento: in proiezione rischiamo di avere a settembre appena la metà della popolazione già vaccinata e questo rischia di compromettere l’appeal dell’Italia in termini turistici, con le conseguenze facilmente immaginabili. E abbiamo già provato sulla nostra pelle che senza target internazionale non riusciamo a garantirci il giusto sostentamento, non bastano gli italiani che pure riempiono l’isola nel periodo di alta stagione estiva. Questa situazione ha messo in ginocchio tantissimi lavoratori ed aziende, e qui abbiamo pagato un prezzo altissimo, anche per le attività collaterali legate al terziario che ruotano attorno all’industria dell’ospitalità».

Si è detto che questo periodo drammatico doveva essere l’occasione per ripensare il “sistema Ischia”, ma molti sostengono che sull’isola questo slancio sia mancato tanto da parte del mondo politico quanto da quello imprenditoriale. E’ un’osservazione che condividi ed eventualmente in che misura?

«La considerazione ha motivo di essere, ma solo in parte. L’anno passato ci ha visti correre sempre dietro all’emergenza, la situazione venutasi a creare era obiettivamente inimmaginabile. Ma il nostro sistema turistico, di ospitalità, ambientale, va oggettivamente riconsiderato. Ea questo inevitabilmente viaggia di pari passo con quell’ostacolo atavico che risponde al nome di burocrazia. Bisogna avere il coraggio di sburocratizzare ed affidare tutto nelle mani degli enti locali, che conoscono bene i territori. Dobbiamo allinearci alle normative degli altri paesi europei. Basta con i super commissari, ad Ischia per i depuratori ne abbiamo cambiati due ma da quindici anni siamo ancora fermi all’anno zero, non siamo riusciti a mettere una pietra e siamo sempre a riprogettare ed a ripartire daccapo. Il ponte di Genova, invece, affidato agli amministratori locali, è stato ricostruito a tempo di record, e tra l’altro in un momento così difficile mi piace ricordare che essere snelli serve anche a creare occupazione».

Sei il decano dei sindaci isolani, quindi nessuno se la prenderà se guardiamo un po’ anche a tematiche non esclusivamente foriane. Il sindaco Enzo Ferrandino ha invitato i vertici dell’Evi a non esternalizzare i servizi ed ha trasmesso la relativa nota anche agli altri sindaci isolani. Da Ischia e pure Barano emerge la sensazione di non totale soddisfazione dell’operato del liquidatore Ghirelli, quali sono sensazioni e pensieri di Del Deo?

«L’attacco di Pascale a Castagna? Tra i sindaci c’è sempre stata una grossa intesa. Poi magari qualche volta, presi dalla foga, si va su qualche passaggio inopportuno. Conosco Giacomo si impegna e a volte magari pecca esuberanza. C’è poco da dire, errare è umano, ribadisco che per il terremoto c’è stato e c’è l’impegno congiunto di tutti i sindaci»

«Dico sempre che i sindaci devono avere un costante confronto e soprattutto condivisione delle iniziative. Se manteniamo questo modus agendi, faremo l’interesse delll’isola e della sua comunità, se ognuno va per la sua strada allora si comincia a perdere la bussola. Ritengo che l’episodio in questione sia da ritenersi occasionale, ci vedremo tutti per discutere della questione e troveremo la quadratura. Tra l’altro non ho avuto ancora modo di leggere la lettera, quando è stata trasmessa mi trovavo a Napoli, ma certo forse sarebbe stato preferibile condividerla tutti prima che fosse spedita».

Ha destato scalpore negli ultimi tempi una dichiarazione di Giacomo Pascale che dopo avere elogiato relativamente all’attività compiuta sul sisma Del Deo che un consigliere di minoranza di Casamicciola, si è poi scagliato contro il sindaco Giovan Battista Castagna con commenti poco istituzionali e lusinghieri.

«Tra i sindaci, mi ripeto in premessa, c’è sempre stata una grossa intesa. Poi magari qualche volta, presi dalla foga, si va su qualche passaggio inopportuno. Conosco Pascale, è uno che si impegna e a volte vorrebbe una maggiore partecipazione e magari pecca di eccessi di esuberanza. C’è poco da dire, errare è umano, ribadisco che anche per il terremoto c’è stato e c’è l’impegno congiunto di tutti i sindaci».

Nel 2021 Caruso termina il secondo mandato da sindaco e si tornerà alle urne. Il nome più gettonato per la successione, in termini di candidatura, è quello di Cesare Mattera.

«Cesare è uno che ha fatto un pezzo di storia del Comune di Serrara Fontana, è un uomo che si è sempre impegnato per il suo paese e la sua gente, può ancora esprimere tanto. Naturalmente le partite sono aperte, io cerco di non entrare in quello che succede a casa d’altri: certo a Serrara ci sono tante energie positive, Mattera è senza dubbio una di queste. Ma non voglio dare giudizi, se non vengo toccato cerco sempre di non guardare alle dinamiche di altre realtà municipali».

Ad Ischia invece si voterà nel 2022. Una scadenza lontana, eppure forse più vicina di quanto si possa immaginare…

«Il mio successore in primo luogo dovrà avere una dose di umiltà: il mandato che ti viene affidato dal popolo deve essere un onore e motivo di vanto. Poi servirà tanta tenacia, perché fare il sindaco è un impegno gravoso e pesante. Infine aggiungo un pizzico di fortuna e anche tanto coraggio, sono ingredienti imprescindibili»

«Credo che le elezioni amministrative, quando sei sindaco, non finiscono mai nel senso che sei sempre in campagna elettorale. Mi spiego, anche portare a termine il programma sottoposto ai cittadini vuol dire stare sempre sul pezzo, perché si tratta di rispettare gli impegni assunti con la gente nel momento in cui ci si è candidati. A Ischia vedo che Enzo Ferrandino sta andando avanti e lo sta facendo bene, poi molto dipenderà anche da quelli che saranno i competitor e dagli scenari che si verranno a creare».

Passiamo alla tua Forio. Proprio di recente, in una intervista rilasciata a Il Golfo, Franco Regine non ha nascosto di fare un pensierino al fatto di tornare a ricoprire la carica di sindaco di Forio.

«Ogni aspirazione è umana e legittima».

Hai detto che nel 2020 la pandemia non ha fermato l’attività amministrativa e una serie di progetti. Cosa ti aspetti dal 2021, oltre naturalmente a una rapida ripresa del segmento turistico?

«Non ci siamo mai fermati, ti faccio vedere un elenco di quanto fatto fin qui (e mostra una serie di fogli al cronista, ndr). La verità è che si parla sempre di quello che non è stato prodotto e mai di tutto quello che è stato invece realizzato e portato a compimento. Con l’anno nuovo ogni mese rendiconteremo in maniera ancora più incisiva sulla nostra attività: in sette anni abbiamo rimesso in moto un paese che era praticamente fermo e “ingessato” da quando è andato via Gaetano Colella. Io quei tempi me li ricordo bene, ero assessore ai Lavori Pubblici e pure vicesindaco: a Forio c’era un fermento incredibile, una voglia di fare straordinaria. Furono anni d’oro non soltanto per i cittadini dell’intera isola (venivano a prestare servizio imprese provenienti da ogni Comune), noi – e lo dico con fierezza e orgoglio – abbiamo ripreso quel discorso che si era purtroppo interrotto tanti anni fa».

Non ti chiedo il nome ma un identikit: quali requisiti deve avere il prossimo sindaco di Forio? Potresti tracciarne un profilo con tre aggettivi o qualità?

«In primo luogo deve avere una eccezionale dose di umiltà: il mandato che ti viene affidato dal popolo deve essere un onore e motivo di vanto. Poi serve tanta tenacia, perché fare il sindaco è un impegno gravoso e pesante. Infine aggiungo un pizzico di fortuna e anche tanto coraggio, sono ingredienti imprescindibili».

Un messaggio agli isolani in questo 2021. C’è tanta voglia di ripartire, ma quale pensiero affida Francesco Del Deo ai nostri concittadini?

«Non smettete di sognare, perché soltanto con caparbietà e tenacia le nostre aspirazioni potranno avverarsi. A Forio negli ultimi sette anni si era creata una meravigliosa atmosfera e una florida economia, bisogna ripartire con immutata passione sull’intera isola con una partecipazione e un connubio virtuoso tra pubblico e privato. A proposito, arriva la Befana, spero porti salute e lavoro a tutte le famiglie».

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