CULTURA & SOCIETA'

Epomeo, la montagna sacra di uomini in cerca di Dio a San Nicola

Inedito certificato di morte del governatore eremita Giuseppe D’Argouth

Passa piuttosto sotto silenzio sulla nostra isola la ricorrenza del 6 dicembre di un Santo imponente Patrono di numerose località italiane, europee ed extra, per la sua particolare protezione ai marinai, pescatori, fanciulle che si avviano al matrimonio, bambini, scolari, farmacisti, e legame d’unione tra Occidente e Oriente. Si tratta infatti di SAN NICOLA nato tra il 250 e il 260 a Patara, nella Licia, oggi Turchia (e morto a Mira il 6 dicembre attorno al 343), divenuto Vescovo appunto di Mira in un tempo di persecuzione per cui dovette affrontare anche la prigionia da cui si salvò grazie all’editto 313 d. C. dell’imperatore Costantino. Difese l’ortodossia della Chiesa, partecipando al Concilio di Nicea nel 325 dove confutò la tesi eretica di Ario, che negava la divinità di Cristo, prendendolo moralmente a schiaffi.

Durante l’occupazione musulmana della Turchia e della Terra Santa nel 1087, circa sessantadue marinai baresi (e poi veneziani) si impossessarono, salvandole, delle sue reliquie e le trasportarono a Bari, dove giunsero il 9 maggio con indescrivibile esultanza della popolazione con la costruzione della famosa e maestosa basilica a lui dedicata; molto venerato in tutto il mondo, come a Bari, capoluogo della Puglia, dove, oltre la Festa del 6 dicembre, c’è anche quella del 9 maggio a memoria della traslazione delle reliquie sottoposte anche alla storica ricognizione canonica della Chiesa. L’eremo dell’Epomeo, 789 m, è dedicato proprio a San Nicola con una linda e storica Chiesetta meta di devozione della Parrocchia di Fontana d’Ischia e della salita di devoti e turisti tutti ad ammirare lo spettacolare e suggestivo panorama mozzafiato sul golfo di Napoli e la terraferma. Attorno al tempietto con la botola della toma degli anacoreti, dedicato proprio al grande Santo dei cenobi e delle cattedrali, vi è l’Eremo e le celle incavernate nella rupe tufacea, a picco sullo strapiombo. La storia dell’Epomeo (dal greco “èpopon”=panorama) ha inizio con la gente che abitò fin dal terzo sec. a.C. nei villaggi di Noia (greco “anògheia”=luogo alto), Calimera (dal greco=belsito), Toccaneto (verbo greco “takèo, tokèo””=dimorare; e agg. 3 greco“netòs”=ammucchiato; villaggio sosta); Barano (verbo greco “bariùno”=appesantire per la salita); Pieio (dal greco “pìeira”=fecondo); Starza (dal greco “stasis”=posizione, sosta); Cantariello (da greco “kàntaros”=vaso, vasca). In questo clima si affacciano i primi Solitari, uomini liberi, desiderosi di vita contemplativa e la prima notizia sul decesso di eremiti a San Nicola è del 1671. Nell’elenco spicca la figura di Fra Giorgio il Bàvaro, oriundo della Baviera, morto in concetto di santità il 1754. Ma il periodo glorioso dell’Eremo di San Nicola si affaccia durante la seconda metà del Settecento dominato dalla nobile figura di Giuseppe D’ARGOUTH, fiammingo, al comando con altri della vittoriosa flottiglia spagnola che il 20 febbraio 1734 si impadronì di Ischia e Procida per il re Carlo III di Borbone (devoto di San Pasquale Baylòn), che perciò affidò poi il governo dell’isola d’Ischia sul Castello al D’Argouth con altri fedeli collaboratori. Rischiò tuttavia di essere ucciso da due militari ribelli della guarnigione che ricercava nella macchia dell’Epomeo: fece voto a San Nicola per aver salva la vita quando fu sbalzato dal cavallo. Vestì il saio di San Francesco e si ritirò con altri suoi commilitoni sull’Eremo di San Nicola, ove morì a 74 anni il 17 agosto 1778 (vedi foto scrivente del certificato parrocchiale a Fontana, dalla propria Ricerca scolastico-culturale sul territorio) e diffuse la devozione al Santo spagnolo aragonese dell’Eucaristia Pasquale Baylòn, francescano alcantarino (scalzo, con quattro Statue sull’isola: a Barano, Serrara, Forìo, Casamicciola) come San Giovan Giuseppe della Croce, Patrono dell’isola. Dopo la sua morte il cenobio passò per altri 12 anni a Fra Michele, anche lui tedesco, a conferma della fama dell’Eremo durato fino al febbraio 1949 con Fra Luigi Luongo di Forio e Vescovo mons. Ernesto De Laurentiis. Il medico e celebre scrittore Giulio Jasolino nel suo famoso libro “De Rimedi naturali”con una piantina geografica del 1588 annota dell’isolotto o tondo, che interessava già Marco Aurelio, la presenza di una chiesetta dedicata a San Nicola “T.S.N.” in manoscritto completo “Tempio San Nicola”. A dimostrazione della grande importanza della Fede popolare a San Nicola di Mira o Bari, divenuto anche “Santa Klaus”, il leggendario Babbo Natale. (continua)

*Pasquale Baldino – Responsabile diocesano Cenacoli Mariani MSM; docente Liceo; poeta; emerito ANC-Ass Naz Carabinieri (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex