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Era accusato di aver rubato uno scooter, esce assolto

ISCHIA. Assolto per non aver commesso il fatto. È stata questa la decisione, per molti versi sorprendente, del giudice per l’udienza preliminare nei confronti di Fabio Caggiano, il ragazzo foriano accusato insieme ai coetanei Achille Misto e Ben Mohamed Kebir di aver rubato nel 2012 un motociclo Honda SH 150 parcheggiato sulla pubblica via. Un esito francamente inaspettato in quello che sembrava un procedimento ormai inevitabilmente instradato verso un provvedimento di condanna per il giovane, assistito dall’avvocato Michelangelo Morgera, il quale è riuscito invece a ottenere l’annullamento di ogni accusa nei confronti del ragazzo. I fatti oggetto della contesa giudiziaria risalgono all’autunno di poco più di tre anni fa, esattamente al 1 novembre 2012. In seguito alla denuncia presentata dalla legittima detentrice del mezzo, Tiziana Somma, alla stazione dei Carabinieri di Forio, i militari dell’Arma individuarono nei tre ragazzi, all’epoca ancora minorenni, i presunti corresponsabili del furto. Il Pubblico Ministero Raffaella Tedesco il 30 aprile 2014 aveva richiesto il rinvio a giudizio per  i tre, basandosi tra l’altro proprio sull’informativa dei Carabinieri n. 1/162-0/2012 del 2 novembre 2012 (quindi il giorno dopo il furto). Il Gip aveva successivamente fissato l’udienza preliminare per lo scorso 19 novembre. Dei tre, Caggiano e Mohamed Kebir hanno preferito optare per il rito abbreviato, in modo da definire il processo già al momento dell’udienza preliminare e allo stato degli atti: una strategia che viene scelta principalmente per  poter poi usufruire di un consistente sconto della pena (pari a un terzo del totale) in caso di un’eventuale condanna. I tre ragazzi avevano reso versioni tra loro contrastanti dei fatti contestati; anche per questo il g.u.p. ha rigettato per tutti la messa alla prova e ha disposto di procedersi oltre. Il pubblico ministero aveva quindi chiesto il rinvio a giudizio per Misto (con rito ordinario), la condanna a 9 mesi e 400 euro di multa per Caggiano e  la condanna a un anno e un mese di reclusione più 600 euro di multa per Mohamed Kebir. Come si suol dire, i giochi sembravano ormai fatti, e le pene invocate dalla pubblica accusa apparivano la semplice anteprima di un film dal finale troppo scontato, ma proprio in questa fase il “colpo di scena” o meglio, la mossa risolutiva: il difensore di Fabio Caggiano, l’avvocato Morgera, ha chiesto per il proprio assistito l’assoluzione con la formula “per non aver commesso il fatto”. La motivazione, rivelatasi vincente, alla base di tale richiesta addotta dal noto professionista è stata quella secondo cui il Caggiano era stato tratto a giudizio unicamente sulla scorta della sola chiamata in correità del Misto, accusa tuttavia non corroborata da nessun riscontro oggettivo così come previsto dal codice e chiarito dalla Cassazione. Il giudice, visto l’orientamento della Suprema corte nomofilattica in relazione ai fatti in contestazione, ha pienamente accolto la richiesta dell’avvocato Morgera, mandando quindi assolto Caggiano. Un esito piuttosto difficile da prevedere e su cui ben pochi avrebbero scommesso, in una vicenda che per molti aspetti sembrava scorrere su binari scontati, come poi in effetti è stato per gli altri due giovani imputati.  Ben Mohamed Kebir è stato infatti condannato: il giudice ha accolto tutte le richieste del p.m. ma, applicando gli sconti previsti dalla scelta del rito abbreviato, si è visto prescrivere una pena di sei mesi di reclusione e di 400 euro di multa. Per Misto il procedimento è andato avanti secondo il rito ordinario:  è stata accolta infatti per lui la richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di furto del motociclo.

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