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Estorsione a Barano, il giovane scarcerato e l’inquietante versione dei fatti

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. N. G., il diciannovenne baranese accusato di estorsione aggravata nei confronti di un coetaneo, è stato scarcerato nella tarda serata di ieri. Il ragazzo era stato ascoltato in mattinata presso il penitenziario di Poggioreale dal Gip Claudia Picciotti nell’udienza di convalida dell’arresto, effettuato domenica scorsa dai Carabinieri. Il reato sarebbe maturato nell’ambiente dei locali notturni ischitani, a partire proprio dalla notte di Capodanno. Come i lettori ricorderanno  la vicenda, almeno sulle prime, appariva abbastanza chiara nel suo dipanarsi. In occasione dei festeggiamenti per l’arrivo del nuovo anno, in un locale di Ischia, sarebbero scoppiati disordini tra due comitive di giovani. Motivo: il contrastato accesso al locale-discoteca. Uno dei gruppi avrebbe aggredito l’altro, episodio che richiese l’intervento delle forze dell’ordine. L’accaduto produsse strascichi anche nelle settimane successive, quando le due comitive si sarebbero fronteggiate in vari altri locali della “movida” ischitana, senza però sfociare in rissa. Il culmine dello stato di “tensione” si sarebbe raggiunto nello scorso fine settimana, quando due ragazzi , appartenenti ad uno dei gruppi protagonisti dello “scontro” di  Capodanno, avvicinavano altri due giovani che, sempre secondo la versione fornita da questi ultimi, non erano stati “rispettosi” nei loro confronti. Una terminologia quasi da “uomini d’onore”, a cui avrebbe fatto seguito la minaccia di una pesante vendetta: in particolare uno dei due faceva intendere di essere in possesso di una pistola. Le minacce sarebbero continuate mediante sms, messaggi Facebook e Whatsapp, fino a giungere, e qui arriviamo al profilo penale rilevato dagli inquirenti, alla richiesta di una somma di denaro per evitare il il concretizzarsi delle minacce stesse. Secondo tale ricostruzione, una delle presunte vittime decideva di denunciare il tutto ai Carabinieri della Compagnia di Ischia, e nella serata di domenica, a seguito dell’ennesima pretesa, veniva organizzato un servizio di sorveglianza diretto a monitorare lo scambio. Uno dei giovani avrebbe infatti testualmente pronunciato testualmente la seguente minaccia: “se non paghi teniamo la pistola ed i coltelli e ti uccidiamo”. Nella stessa serata la giovane vittima, presso la località di Buonopane del Comune di Barano d’Ischia, consegnava la somma di 500 euro in contanti nelle mani di uno dei due giovani del gruppo rivale, che veniva immediatamente fermato dai Carabinieri in abiti civili appostati nelle vicinanze, e arrestato con l’accusa di estorsione, mentre l’amico (assente al momento della consegna del denaro) veniva denunciato in stato di libertà per lo stesso reato. Fin qui, la ricostruzione come era emersa nelle prime ore. La faccenda, tuttavia, potrebbe essere molto diversa. Secondo la difesa del presunto estorsore, la vicenda così come prospettata dal denunciante (e presunta vittima) sarebbe in realtà una trappola, tale da ribaltare totalmente i ruoli di vittima e carnefice. Il ragazzo arrestato (N.G.), stando alla versione emersa nelle ultime ore ed esposta al Gip nell’udienza di convalida, sarebbe stato malmenato nella notte di capodanno dal denunciante, ex carabiniere che ricopriva il ruolo di “buttafuori” del locale notturno dove N.G. aveva provato ad accedere insieme alla sua comitiva. Il buttafuori avrebbe poi effettuato il giorno dopo una sorta di raid punitivo insieme a un collega, per dare una ulteriore “lezione” al ragazzo che aveva tentato di entrare in discoteca: un affronto da punire con un pesantissimo pestaggio, tale da mandare N.G. all’ospedale in stato di semincoscienza, con perdita parziale di memoria. Dopo aver malmenato il ragazzo baranese, il “gorilla” avrebbe poi cercato di parare le eventuali temute conseguenze di carattere giudiziario, architettando una trappola mistificatoria, consistente nel cercare di apparire appunto come la vittima di un’estorsione. Il piano, che se confermato sarebbe di una raffinatezza davvero diabolica, sarebbe consistito nel cercare di avvicinare il ragazzo malmenato mostrando pentimento per la violenza usata nei suoi confronti, e proponendogli di “riparare” al gesto mediante un “regalo”, consistente appunto in una somma di denaro. Un’offerta che N.G., dopo un iniziale rifiuto, avrebbe ingenuamente accettato per chiudere la brutta vicenda, senza strascichi giudiziari. L’accordo prevedeva un pacifico incontro a Buonopane, dove i due si sarebbero visti per chiudere definitivamente la vicenda grazie al “regalo”. Secondo questa versione, il denunciante nel frattempo aveva già inoltrato denuncia ai Carabinieri raccontando di minacce ricevute, per poter così  apparire come il bersaglio dell’estorsione. Obiettivo che, visto l’esito, sembrerebbe completamente raggiunto. A quanto si è appreso, la versione “difensiva” disporrebbe anche di alcuni probanti riscontri, tuttavia è doveroso ribadire che ciascuna delle due ricostruzioni è al vaglio degli inquirenti. Si attendono quindi ulteriori sviluppi in questo piccolo “giallo di capodanno”.

 

 

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