CRONACA

Estorsione aggravata a Ischia, il pm chiede il processo

Il Gup dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di un isolano accusato di aver rivolto varie minacce nei confronti di un concittadino per ottenere il pagamento di una serie di titoli cambiari

Estorsione aggravata. È questa la contestazione che viene mossa dal pubblico ministero nei confronti di C.D., isolano che avrebbe commesso tale reato nei confronti di un concittadino, A.G., ma lo snodo decisivo di questa vicenda, non ancora approdata nell’aula di un tribunale, ci sarà tra meno di un mese, quando il Gup del Tribunale di Napoli deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio. La vicenda prende le mosse da una denuncia sporta da A.G. nell’autunno di due anni fa, su una serie di fatti che si sarebbero dipanati in un lungo arco di tempo precedente.

Come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, C.D. è accusato del delitto previsto dagli articoli 81 e 629 del codice penale, perché, “in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, anche in tempi diversi, mediante minacce rivolte ad A.G.”, avrebbe costretto quest’ultimo a sottoscrivere una serie di titoli cambiari per la somma complessiva di ben 265mila euro a favore dell’indagato. Le minacce sarebbero consistite nella prospettiva di essere denunciato alla Guardia di Finanza, alla quale l’indagato avrebbe segnalato alcune anomalie contabili relative alla gestione di un’attività gestita da A.G., ma non solo: quest’ultimo avrebbe dovuto temere anche il possibile ritiro delle licenze amministrative rilasciate a suo favore, in quanto vi erano abusi edilizi di cui C.D. era venuto a conoscenza.

In tal modo, l’indagato si sarebbe procurato “un ingiusto profitto con altrui danno”, in quanto la parte offesa contestava al presunto estorsore di non essere titolare di alcuna procura a vendere l’immobile dove A.G. svolgeva la sua attività, e che in ogni caso la vendita di tale immobile era stata effettuata direttamente dal proprietario senza alcuna intermediazione. Quest’ultimo punto tocca una questione che andrà approfondita, in quanto è noto che l’indagato è persona del tutto lontana dall’attività di intermediazione immobiliare e ciò che ruota attorno ad essa. Peraltro, la parte offesa nel corso degli anni aveva pagato gran parte della rilevante cifra, fino a quando ha deciso di denunciare le pressioni ricevute dall’indagato.

Tuttavia, la questione sembrava languire, in quanto per più di un anno dopo la denuncia non si erano registrate significative evoluzioni. La svolta decisiva è arrivata verso la fine del 2019, quando la parte offesa ha nominato quale suo legale di fiducia l’avvocato Michelangelo Morgera, il quale tramite il praticante dottor Marco Regine ha depositato nella segreteria del Pubblico Ministero un’articolata memoria unitamente ai titoli cambiari in questione. L’avvocato Morgera indicò anche due testimoni, che sono poi stati ascoltati nelle settimane scorse. Queste due mosse hanno di fatto risvegliato l’interesse della Procura verso la vicenda, con l’intensificarsi dell’attività d’indagine scaturita poi nella richiesta di rinvio a giudizio che il pubblico ministero ha presentato la settimana scorsa.

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