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Europa, Ischia, Casamicciola, regionali: irrompe il ciclone Giosi

Lunga intervista all’eurodeputato del Pd, ne viene fuori una interessantissima chiacchierata su temi che spaziano da Bruxelles passando per la nostra isola. E Ferrandino, come nel suo stile, non manca di lanciare alcuni messaggi “sibillini”…

L’Europa alla fine, raccogliendo anche quello che era il suo auspicio, è venuta incontro alle richieste dell’Italia, che è stata aiutata in maniera considerevole. Immagino sia soddisfatto…

«Il recovery fund? Noi come Parlamento avevamo chiesto 2mila miliardi, finanziati con fondi propri della Ue, da concedere agli Stati attraverso prestiti ed obbligazioni, con potere di controllo alla Commissione e al Parlamento. Ne è uscita una versione ridotta, a causa delle contrapposizioni interne, ma è comunque un ottimo risultato»

«Lo sono ma lo sarei stato ancor di più se fossero state accolte in toto le richieste avanzate dal Parlamento. Purtroppo l’Europa è una sorta di Idra a tre teste, il Consiglio, l’organo dove siedono i Capi di Stato e di Governo, ha un ruolo predominante. Noi come Parlamento avevamo chiesto un Recovery da 2mila miliardi, finanziato con fondi propri della Ue, da concedere agli Stati attraverso prestiti ed obbligazioni, con potere di controllo alla Commissione e al Parlamento. Ne è uscita una versione ridotta, a causa delle contrapposizioni interne, ma è comunque un ottimo risultato».

Si aspettava un tale ostracismo dei paesi frugali ed in cosa l’Europa deve prendere spunto da questa trattativa per essere più unita e coesa in prospettiva futura?

«Non so dire se me lo aspettavo in questa misura, di certo era prevedibile che i paesi del centro-nord avrebbero chiesto qualcosa in cambio dell’adesione al recovery, era già chiaro prima del CoVid, quando si sono aperte le trattative per il quadro finanziario pluriennale che coprirà il fabbisogno europeo per i prossimi 7 anni. A me da questa storia sembra evidente la necessità di dotare l’Europa di strumenti fiscali propri. L’Ue non può essere schiava di veti e capricci di Stati membri, deve essere libera di poter intervenire in maniera massiccia, se necessario, senza dover passare per l’approvazione dei vari Governi. Ricordo sempre che il Parlamento europeo è un organismo democraticamente eletto dai cittadini, deve avere la possibilità di farne gli interessi senza condizionamenti nazionali».

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«Sui depuratori c’è una procedura d’infrazione europea in corso e Ischia è solo una parte del problema: quello principale resta l’eccesso smodato di burocrazia, che rappresenta un ostacolo insormontabile. Ora spero che il governo con il decreto semplificazioni agevoli anche la definizione del capitolo impiantii sull’isola»

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Stavolta avrà un quinquennio per lasciare il segno a Bruxelles. Su cosa si sta concentrando la sua attività per quanto riguarda la nostra isola e il Mezzogiorno d’Italia?

«Lo ripeto da due anni, ormai: per Ischia sono le connessioni ed i contatti a fare la differenza. Avere la possibilità di essere informati per tempo sulle iniziative, di avere un punto di riferimento ufficiale al quale rivolgersi, credo possa rappresentare un valore aggiunto. Dal punto di vista legislativo, ho già portato a compimento diverse iniziative su tutela del mare, lotta all’inquinamento, diritti dei passeggeri, necessità improrogabile di prevedere all’interno del bilancio della Ue una linea dedicata al Turismo. Sul turismo si gioca la partita per il futuro è bisogna mettere in condizione tutta la filiera delle imprese turistiche di utilizzare tutte le risorse possibili che l’Europa metterà in campo. Si lavora sodo e continueremo a farlo negli anni a venire».

Intanto c’è una vicenda che – partita dalla Unione europea – ha toccato anche casa nostra e sta diventando francamente imbarazzante. Penso alla depurazione, con la realizzazione di un impianto bloccata e altri due ancora allo stato progettuale. Ma come è possibile che sia accaduto anche questo, glielo chiedo visto anche il suo lungo percorso da sindaco…

«C’è una procedura d’infrazione europea in corso per la mancata realizzazione dei depuratori e delle reti fognarie e Ischia è solo una parte del problema, che riguarda molte zone costiere dell’Italia, da Nord a Sud. Il problema principale, come del resto per molte delle cose italiane, è nell’eccesso smodato di burocrazia, che spesso rappresenta un ostacolo insormontabile. Ora spero che il governo con il decreto semplificazioni agevoli anche la definizione del capitolo depuratori sull’isola».

Parliamo di elezioni, cosa si aspetta dallo scontro a Lacco Ameno tra De Siano e Pascale?

«A Ischia l’attuale maggioranza è ben diversa da quella uscita dalle urne nel 2017 ed è sicuramente un controsenso. Un paese si amministra con idee e gruppo coeso e oggi a me sembra che manchino entrambi. “Per Ischia”? E’ una valida alternativa ed ha elementi di ottima prospettiva dai quali potrà venir fuori il prossimo candidato sindaco»

«Mi aspetto una bella sfida, accesa».

Si vota anche per le regionali e qui indubbiamente De Luca pare viaggiare col vento in poppa…

«De Luca ha governato bene, c’è poco da discutere. Stiamo parlando di un grande amministratore. Due esempi su tutti: risanamento della sanità e dei trasporti. Poi ci sono l’efficace gestione del Covid e la grande determinazione per le Universiadi. Dagli sfasci dell’era Caldoro alla situazione attuale, si è cambiato molto. C’è ancora tanto da fare ma sicuramente siamo sulla strada di grandi prospettive. Le elezioni sono sempre difficili e fino alla fine bisogna lavorare e farlo bene per dare continuità di governo alla Regione».

L’ultima volta fu decisamente critico verso l’operato dell’amministrazione comunale di Ischia. E immagino non abbia cambiato idea…

«Non sono critico verso l’operato dell’amministrazione, ma verso un certo modo di intendere la gestione delle risorse che hanno contribuito al successo del 2017. Oggi la maggioranza è altra cosa rispetto a quella uscita dalle urne, ci sono stati vari cambi di casacca, recuperi e abbandoni. In pratica chi ha vinto le elezioni si trova in minoranza mentre c’è chi le ha perse che si trova in maggioranza. Va bene tutto, per carità: ma la prospettiva quale è, dove si vuole arrivare? È stato produttivo relegare all’opposizione il partito che governa la nostra nazione e la nostra Regione? Oggi è inimmaginabile amministrare un comune senza i giusti agganci ai livelli superiori. Ci sono problemi nuovi da affrontare, la crisi del turismo si è acuita dopo il CoVid, quali sono le azioni che l’amministrazione vuole mettere in campo? È un esempio, ne potrei fare altri. Il succo è che un paese lo si amministra prima di tutto con le idee e con un gruppo coeso che lavora in modo organico. In questo momento non vedo nessuna delle due cose. Oggi in un momento di grande difficoltà, economica e sociale, c’è bisogno di un grande slancio e di una attività amministrativa inclusiva, che sappia fare rete con tutte le categorie, senza lasciare indietro nessuno e mettendo da parte la bassa cucina per volare alto».

Ma c’è una alternativa all’attuale classe dirigente a Ischia ?

«Un futuro da sindaco a Casamicciola? Il primo amore non si scorda mai ! Ma a parte gli scherzi dico che in un momento del genere se sarò chiamato per dare un mio contributo per risollevare e far rialzare un comune in ginocchio, non mi tirerei indietro»

«Il gruppo consiliare “Per Ischia” nato post elezioni proprio in virtù dei cambi di casacca di cui parlavo, rappresenta, secondo il mio avviso, una valida alternativa all’attuale classe di governo nel 2022. Si tratta di amministratori che conosco molto bene, avendo fatto parte della mia squadra quando ero sindaco, esperti, che operano con passione e con un buon portato elettorale. Sono convinto che se sapranno coinvolgere le migliori energie che il nostro territorio offre, tra professionisti, imprenditori, rappresentanti del mondo del lavoro, della scuola etc. potranno rappresentare la futura classe dirigenti di Ischia».

Può già tracciare il profilo o l’identikit del papabile candidato a sindaco?

«Ci sono alcuni davvero di ottima prospettiva. Mi auguro che sfruttino questo tempo per crescere, facendo opposizione in maniera costruttiva, offrendo proposte ed alternative, anche soluzioni se necessario. Di profili idonei, a mio avviso, ce ne sono. ma come giusto che sia, saranno loro a decidere ed in autonomia, quando sarà il momento della scelta. Adesso è ancora troppo presto. E poi saranno sempre i cittadini a scegliere con il proprio voto come è giusto che sia».

Si parla tanto di ricostruzione post sisma nella sua Casamicciola. Che idea si è fatto?

«Che senza l’ingresso del Partito Democratico nella squadra di Governo nazionale staremmo ancora in alto mare, invece adesso abbiamo un quadro normativo chiaro entro cui muoverci. Non è finita, però: bisogna continuare ad insistere per ottenere le risorse, che devono essere sufficienti, gestite con oculatezza e finalizzate alla rinascita del territorio. Piuttosto, anche a Casamicciola purtroppo vedo una amministrazione senza collegamenti istituzionali superiori, che arranca a dare risposte ad un paese con grandi potenzialità. Per risolvere i problemi post sisma e post Covid c’è bisogno di un cambio di passo e prospettive. Mettere da parte il clientelismo e cercare invece soluzioni ed interlocuzioni superiori importanti. È fondamentale in questo momento avere una visione e le idee chiare su come dovrà essere il proprio paese con un programma serio a dieci anni. Se si perde il treno delle grandi risorse europee che nel prossimo anno arriveranno sui territori, si arrecherà al paese un danno irreparabile».

Le voci di piazza che la vorrebbero nuovamente intenzionato a riproporsi come sindaco a Casamicciola sono vere ?

«Il primo amore non si scorda mai! Ma a parte gli scherzi dico che in un momento del genere se sarò chiamato per dare un mio contributo per risollevare e far rialzare un comune in ginocchio, non mi tirerei indietro».

Chiudiamo con un appello. Ai giovani, alle nuove generazioni lei direbbe di credere nell’Europa e per quale motivo?

«I giovani credono nell’Europa molto più di quello che si immagina. Si sentono parte di un progetto che si fonda sulla libertà, sulla democrazia, sulla pace, sulla solidarietà. L’Unione Europea non è solo il futuro, è già il nostro presente. Servirebbe uno sforzo per comprenderne meglio i meccanismi e il funzionamento, resteremmo sorpresi nello scoprire quante volte si è dimostrata fondamentale per le nostre vite».

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