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Evi, l’affondo di Enzo: «Nessun servizio affidato a terzi»

Il sindaco d’Ischia scrive ai vertici dell’ente e ai suoi colleghi sindaci contestando la ventilata esternalizzazione di alcuni servizi legati al sistema fognario ed idrico: «Non si muova nulla senza l’input dei soci, ossia i Comuni isolani». Ecco perché siamo davanti a un nuovo atto di un lungo braccio di ferro

La bomba esplode nemmeno tanto all’improvviso. Perché che il sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino non sia ultimamente così convinto (per usare un eufemismo) delle modalità con cui viene gestito l’EVI – l’ente intercomunale che si occupa di servizio idrico e fonario sull’isola d’Ischia – non è certo la classica novità fresca di giornata. In questo, va detto, spalleggiato da Dionigi Gaudioso con il quale la condivisione da sempre è stata praticamente totale e a tutto tondo. Ma l’appello che il primo cittadino ha fatto ai suoi colleghi, inviando una pec trasmessa per conoscenza anche agli uffici di via Leonardo Mazzella è di quelle destinate indubbiamente a fare rumore, anche perché lasciano trasparire una divergenza di vedute chiara e netta e che non è soltanto intuibile come magari era accaduto fino a questo punto. Il documento firmato da Ferrandino ha come oggetto “Servizio manutenzione del sistema fognario e delle condotte idriche: esternalizzazione, indirizzi, determinazioni”.

Ma cosa chiede di fatto il sindaco d’Ischia al liquidatore dell’Evi Pierluca Ghirelli, richiesta che peraltro rende nota per conoscenza anche a Castagna, Pascale, Caruso, Del Deo e Gaudioso? il testo è perentorio e non sembra ammettere repliche: “In relazione all’oggetto – si legge – a seguito di informazioni pervenute, è emerso che la società in indirizzo, partecipata dal Consorzio tra i Comuni dell’isola d’Ischia, abbia in corso procedure di esternalizzazione del servizio manutenzione del sistema fognario e delle condotte idriche, o comunque si avvalga di soggetti terzi incaricati, pur in assenza di espresso atto di indirizzo dell’organo assembleare”. Tradotto, Enzo Ferrandino lascia intendere che una serie di servizi fin qui in capo al personale dell’ente sia stato affidato a terzi soggetti ma senza che sia arrivato un input dei soci e cioè dei Comuni isolani.

Il sindaco d’Ischia continua: “All’uopo, nel richiedere di far pervenire ogni utile elemento in ordine allo stato del procedimento, si rappresenta che qualsiasi determinazione di esternalizzare i servizi svolti per conto dei Comuni dell’isola d’Ischia dalla società o dal consorzio, richiede la preventiva approvazione di un piano economico finanziario che consenta la valutazione del rapporto costi-benefici in relazione alle determinazioni da operare, se cioè avvalersi di idoneo personale interno alla società o di soggetti terzi, all’esito di procedure ad evidenza pubblica, anche al fine di assicurare la più economica ed efficiente gestione delle risorse pubbliche. Ciò anche per scongiurare ripercussioni derivanti da scelte aziendali non condivise sia in ordine al costo del servizio e al sistema tariffario, sia in ordine alla efficiente gestione della rete con possibili gravi ripercussioni per gli utenti”.

Insomma, Enzo Ferrandino è chiaro: non soltanto si dice contrario all’esternalizzazione di alcuni servizi, ma “invita” chiaramente i vertici aziendali a non operare in questa direzione. Nella parte finale della sua nota il sindaco d’Ischia scrive: “Con particolare riferimento alle ulteriori previsioni relative al personale come risultante dal riordino del servizio idrico secondo le previsioni della legge regionale 15/2015 si chiede la convocazione di apposito incontro alla presenza dei sindaci dell’isola, per definire linee di indirizzo e modalità operative finalizzate a scongiurare possibili negativi riflessi sulla efficiente gestione della rete e sul costo del servizio derivante dalla esternalizzazione”. Insomma, guardare all’esterno per Ferrandino rappresenterebbe una iattura sotto tutti i punti di vista ed allora meglio sedersi a tavolino con i soci per valutare attentamente il da farsi. La lettera di Enzo Ferrandino, per la verità, succede a quella che nello scorso dicembre il liquidatore Pierluica Ghirelli aveva indirizzato ai sindaci isolani. Nella stessa il professionista lamentava le numerose assemblee che erano state convocate e che per un motivo o per l’altro nello scorso anno solare non si sono svolte. E in alcuni casi all’ordine del giorno c’era anche la predetta necessità di esternalizzare una serie di servizi in capo all’ente. Proprio Ghirelli le aveva citate tutte in maniera cadenzata e cronologica: nei giorni 11e 12 febbraio 2020 i sindaci risultarono tutti assenti, il 17 e 18 febbraio era presente solo Forio, il 16 e 17 settembre scattò la richiesta di spostamento di orario e in un’altra circostanza arrivò anche la richiesta di rinvio a data da destinarsi (su richiesta dei Comuni di Ischia, Forio e Barano). Il 21 ottobre l’appuntamento era in videoconferenza ma comunque sindaci o loro delegati risultarono nuovamente tutti assenti con la seduta che andò deserta e mentre quella di una settimana dopo (28 ottobre) fu invece rinviata. Tra l’altro il liquidatore nella sua nota ricordava come la mancata revoca della liquidazione potesse avere conseguenze pesanti anche su altri settori e faceva un riferimento che oggi appare più che mai attuale. Ghirelli scriveva: “Con la mancata liquidazione l’azienda, inoltre, non può esercitare un’efficace politica del personale per surrogare le cessazioni dal servizio. Il sostanziale blocco del turn over ha condotto l’EVI spa in una pericolosa condizione di carenza di personale, in particolare operaio e tecnico”. Insomma, è una nuova puntata di un braccio di ferro che, a nostro avviso, è soltanto all’inizio.

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