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Il fagiolo zampognaro di Ischia premiato con la bandiera del gusto

ISCHIA. Era un prodotto della terra d’Ischia in via d’estinzione. È stato salvato dalla tenacia dei contadini dell’isola, dal presidio Slow Food, dalla Coldiretti e dal Comune di Ischia ed ora è tutelato per la sua tradizione. Si tratta del fagiolo zampognaro che è ora tutelato come pat ovvero prodotto agroalimentare tradizionale. L’assessorato regionale all’Agricoltura ha riconosciuto che il zampognaro è “ottenuto con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali”. In questo modo il fagiolo è una delle 500 specialità  campane distinte per storia e tradizione con cui vengono prodotte. È di soli due quintali l’anno la produzione di questo particolare legume, coltivato solo sull’isola di Ischia ed in particolare nelle terre di Campagnano e di Piano Liguori. Il fagiolo zampognaro è saporito e ricco di ferro, risulta croccante anche dopo tre ore di cottura: questa la descrizione negli appunti del 1854 di un noto botanico della Corte Borbonica di Napoli. Curioso il suo nome che rimanda alla forma del legume che, nella fase di crescita, attorcigliandosi intorno alla canna, richiama alla mente i lacci dei calzari degli zampognari. Altre teorie, invece, vogliono che il nome sia dovuto al fatto che si mangia secco durante le festività di Natale, oppure al fatto che quando i fagioli sono in cottura prendono la forma della zampogna. La semina avviene a metà marzo con la luna calante mentre il tempo del raccolto è in estate inoltrata. Da mangiare con un filo d’olio a crudo e una spolverata di prezzemolo o su di una bruschetta di pane cafone cotto in forno ischitano, naturalmente. Insomma, il fagiolo zampognaro è buono in tutte le salse, soprattutto perché è un prodotto completamente made in Ischia. Da ieri oltre che buono è anche tutelato. Il riconoscimento nasce da un’istanza presentata da Coldiretti Campania e dal Comune di Ischia, con le rispettive firme del presidente Gennarino Masiello e del direttore Salvatore Loffreda, del sindaco Enzo Ferrandino che si è detto entuasta.

“Il riconoscimento di oggi – ha detto-  è un successo per la nostra amministrazione comunale ma soprattutto per il lavoro di Anna Maria Chiariello che ci ha creduto fortemente sin dall’inizio nel fagiolo zampognaro e nella tutela dello stesso. Per il rilancio dell’immagine di Ischia é importante fare leva su quelli che sono i suoi punti di forza e quindi anche le particolaritá della nostra tradizione gastronomica e agricola”. Tra gli artefici del riconoscimento del fagiolo zampognaro come prodotto agroalimentare tradizionale c’è sicuramente, oltre a Coldiretti, la giornalista del Tg5 Mediaset, Anna Maria Chiariello, per circa un anno assessore in una giunta tecnica messa in piedi dal sindaco Enzo Ferrandino per ovviare allo stallo del dopo elezioni e alla incapacità della maggioranza di mettere assieme un esecutivo politico. Contattiamo la giornalista al telefono. Non la cogliamo di sorpresa quando le diamo la buona notizia. “Mi ha avvisato Coldiretti del riconoscimento del nostro fagiolo zampognaro. Ne sono felice per Ischia e ringrazio Coldiretti perchè senza il loro grande lavoro e appoggio non avremmo cavato un ragno dal buco” esordisce la Chiariello. “Spero questo piccolo segnale che riconosce la unicità di prodotti della terra isolani ci possa portare ad aspirare ad altre ed altrettanto importanti bandiere che non siano solo quelle del gusto. L’isola di Ischia – prosegue la Chiariello – merita un altro importante riconoscimento: la bandiera blu per il suo mare. É davvero un traguardo a portata di mano. La politica, quella nobile, può fare tanto per raggiungere anche questo obiettivo in poco tempo”. Il risultato premia la collaborazione istituzionale nella valorizzazione della biodiversità. Soddisfazione è stata espressa anche dal neo presidente di Coldiretti Napoli, l’ischitano Andrea D’Ambra. Ma non solo. “Il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale è solo l’ultimo step di un lungo percorso che anche noi, come Slow Food, abbiamo iniziato”, ha detto Silvia D’Ambra fiduciaria per le isole di Ischia e Procida. “È ovvio – ha detto ancora – che bisogna continuare a puntare sulla tracciabilità e sulla riconoscibilità del prodotto. In questo modo rafforziamo sempre più il suo valore storico ed identitario. I contadini di Campagnano già ci avevano certificato la storicità del fagiolo. Adesso con il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale, il nostro fagiolo diventa ancor di più un bene da tutelare e preservare”. Del fagiolo zampognaro, se n’è parlato a lungo nel corso degli stati generali della isole del Golfo di Coldiretti tenutosi lo scorso aprile. Durante il convegno Ischia “L’isola del ben’essere”, Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute di Filadelfia, ha presentato lo zampognaro come “un fagiolo dalle proprietà eccezionali, un alimento sano e ricco di ferro”. La tradizione del fagiolo zampognaro incontra l’arte della cucina degli chef stellati. Nelle mani dello chef  Pasquale Palamaro, è diventato ingrediente principale di un gelato. Nino Di Costanzo, invece, con carta e penna alla mano ha creato una pasta appositamente per il fagiolo. Si chiama “Ischia” ed è un formato a metà tra lo gnocco sardo e l’orecchietta. “Il nuovo formato è pensato – spiega Di Costanzo, che ha portato avanti il progetto insieme a Gerardo Assante dello storico pastificio di Gragnano Gerardo Di Nola – per aggrapparsi in cottura al fagiolo zampognaro, una pregiata varietà autoctona dell’isola”. Proprio così: la pasta, di lunghezza compresa tra un centimetro e un centimetro e mezzo, abbraccia il legume. La pasta Ischia sarà l’ingrediente principe di un primo piatto che Di Costanzo proporrà nel suo ristorante “Danì Maison”, a Ischia, due stelle Michelin, ma avrà anche una distribuzione tutta sua per far conoscere Ischia ed il fagiolo zampognaro in Italia e nel mondo.

 

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