False residenze, il sindaco in Procura
140 indagati e un’attività investigativa che non si ferma: Enzo Ferrandino e Mariarosaria De Vanna ascoltati dal pubblico ministero, ovviamente entrambi nella veste di persone informate dei fatti e assolutamente estranei all’inchiesta. Obiettivo degli inquirenti, capire se un fenomeno diffuso sull’isola fosse frutto di sola superficialità o di dolo

Un’indagine che è tutt’altro che chiusa, che fin qui ha fatto decisamente molto rumore e sulla quale la Procura della Repubblica non ha evidentemente ancora chiuso il cerchio. Anzi, la volontà dell’autorità giudiziaria è quella di scoprire e comprendere nel dettaglio quali fossero i criteri con i quali si arrivava a concedere residenze facili sulla nostra isola a cittadini di fatto domiciliati in pianta stabile in terraferma. E per fare luce, i magistrati hanno deciso di iniziare a sentire anche i protagonisti della vita politica isolana e chi riveste determinati ruoli all’interno degli uffici comunali. La notizia che arriva è quella che ad essere stati sentiti proprio in Procura sono stati il sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino e la responsabile di settore Mariarosaria De Vanna. A scanso di equivoci, è doveroso precisare subito che Ferrandino e De Vanna sono stati sentiti esclusivamente nella veste di persone informate dei fatti (visti i ruoli che ricoprono) e che nessuna indagine li vede neanche lontanamente interessati. Tra l’altro la dott.ssa De Vanna all’epoca dei fatti contestati era impegnata in un altro settore e dunque nell’attività investigativa in ogni caso non potrebbe essere nemmeno sfiorata. Difficile capire cosa il pm possa aver chiesto al primo cittadino e alla dipendente comunale, presumibile immaginare che si voglia capire se un sistema così diffuso (visto l’elevato numero di indagati, che potrebbe peraltro essere ancora parziale) potesse essere innescato in assoluta buona fede o se determinati comportamenti omissivi o comunque superficiali possano aver contribuito ad aumentare il fenomeno a dismisura fino a trasformare la palese illegalità in una sorta di diffusa normalità.
L’indagine tende ad appurare che i beneficiari delle residenze avrebbero utilizzato ogni mezzo possibile per ottenere vantaggi fiscali e agevolazioni nei trasporti, arrivando persino a dichiarare il falso. Una pratica come detto diffusa, portata avanti con un metodo ben collaudato e diffuso in alcuni ambienti familiari. Una strategia finita nel mirino della magistratura, che ha aperto un’inchiesta sulla cosiddetta truffa delle false residenze a Ischia, dopo una dettagliata informativa confezionata dagli agenti del commissariato di polizia di Ischia, guidati dal vicequestore Ciro Re. Secondo l’ipotesi formulata dalla Procura di Napoli, sono ben 140 i cittadini – tutti formalmente residenti a Napoli e provincia – a cui sono stati notificati avvisi di proroga delle indagini. Indagini che si concentrano su presunti certificati di residenza falsi, rilasciati per abitazioni registrate come prima casa nei cinque comuni dell’isola. Verifiche delle forze dell’ordine avrebbero evidenziato discrepanze significative, tali da configurare un danno economico ai bilanci dei Comuni isolani, e un indebito vantaggio per coloro che si sarebbero finti residenti a Ischia. Le indagini – coordinate dalla Procura partenopea – si stanno sviluppando su un fronte molto ampio. L’avviso di proroga notificato ai 140 soggetti rappresenta solo una tappa intermedia: l’intenzione degli inquirenti è infatti quella di estendere ulteriormente le verifiche, ipotizzando l’esistenza di altri casi analoghi.
Le accuse principali sono quelle di falso e truffa ai danni della pubblica amministrazione, e l’inchiesta è seguita dal pool dedicato, sotto la supervisione del procuratore aggiunto Sergio Amato. Ma in cosa consisterebbe, nel dettaglio, la frode? Chi dichiara una residenza principale a Ischia può beneficiare di una serie di agevolazioni fiscali, prima fra tutte l’esenzione o la riduzione dell’Imu. Questo comporta un mancato incasso per i Comuni, che non possono riscuotere l’imposta normalmente dovuta per le seconde case. Un’altra area di vantaggio è legata alle compravendite immobiliari: per chi vende una prima casa sono previste imposte ridotte rispetto a chi tratta immobili non di residenza principale. Vi è poi il tema dei trasporti: i residenti stabili a Ischia hanno diritto a introdurre la propria auto sull’isola anche nei periodi estivi, oltre a beneficiare di tariffe agevolate. Un vantaggio economico notevole per chi in realtà vive sul continente, ma riesce a figurare formalmente come residente sull’isola. L’indagine ha preso avvio circa un anno fa, dopo alcune segnalazioni arrivate dal commissariato di Ischia Porto. Da lì, le verifiche si sono estese anche agli altri comuni isolani. L’attività investigativa si è svolta con metodi classici: sopralluoghi, controlli diretti presso gli indirizzi indicati e incroci di dati.
Un esempio: sin dai primi giorni di settembre dello scorso anno, gli agenti di polizia hanno avviato controlli in diverse abitazioni indicate come residenza. Sono stati esaminati anche i consumi delle utenze domestiche, in particolare nei mesi autunnali e invernali. Inoltre, sono stati valutati aspetti legati all’iscrizione scolastica dei figli e a vari elementi dello stile di vita. I risultati di queste indagini sembrano confermare molte delle ipotesi investigative formulate dai pm. Il fenomeno dei finti residenti è in crescita, e il quadro investigativo appare tuttora in evoluzione. E’ chiaro che adesso chi non riuscirà a dimostrare una reale residenza sull’isola e il possesso di un immobile come prima casa, rischia di dover risarcire il danno erariale causato al Comune, prima ancora di affrontare un eventuale processo penale. Sul versante investigativo, resta poi un altro nodo da sciogliere: quello relativo a possibili omissioni o complicità da parte di impiegati comunali. Gli inquirenti stanno infatti valutando il ruolo degli uffici anagrafici che hanno ricevuto e validato le pratiche di residenza, nel sospetto che qualcuno possa aver chiuso un occhio, o addirittura agevolato il rilascio dei documenti falsi. Ecco perché prossimamente potrebbe allungarsi l’elenco di amministratori pubblici e funzionari comunali costretti a sfilare presso gli uffici della Procura partenopea.
Qui di Falso c’è tanto non solo residenza ma anche quello che fanno catastare ho che non hanno mai catastato !!!sempre in attesa della guardia di finanza di Napoli x tutto quello che ho da denunciare visto che rivolgersi a avvocati non e servito!!
Cosa c’è di falso in una residenza che viene regolarmente rilasciata dal Comune..?.E’ quest’ ultimo che dovrebbe controllare se la persona vive effettivamente nel Comune ..se il caso il Comune cancella la residenza e finisce li…
Oggi uno chiede la residenza ad un Comune ma deve stare attento perché puoi fare un reato penale … solo perché Puoi pensare di risparmiare il traghetto o l Imu…
Tony Zanot possono esserci due ipotesi. o sono state fatte carte false in Comune o stanno facendo denunce calunniose per colpire qualcuno in entrambi i casi è grave. C’è lo dirà la magistratura inquirente come stanno le cose.