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Fari in concessione, ecco l’interrogazione parlamentare

di Sara Mattera

Forio-Maestoso sorge sulla collina che protegge la Baia di Citara, lanciando il suo raggio di luce da un’altezza di oltre 160 metri. La sua lanterna poggia su di una casa a due piani ormai disabitata da tempo, ma che per molti anni è stata il “regno esclusivo” della sua guardiana, Lucia Capuano. Stiamo parlando del Faro di Punta Imperatore che, in questi ultimi mesi, è stato protagonista, insieme agli altri fari presenti sul territorio italiano di diverse “novità”. Lo scorso Gennaio, infatti, come ricorderete, è scaduto il bando pubblicato dall’Agenzia del Demanio per la concessione dai 6 ai 50 anni degli 11 fari di proprietà dello Stato Italiano. Il suddetto bando era stato promosso all’interno del progetto “Valore Paese”, progetto finalizzato al recupero dei luoghi di interesse pubblico. E sei, come abbiamo riportato nelle scorse settimane, sono state le offerte per il Faro di Punta Imperatore, tre delle quali tutte ischitane: l’Opera Pia Conte Avellino, la Serenissima Srl collegata a De Siano e la società Rete Società Turismo Sorrento  con a capo Salvatore Lauro. Mentre si attende, quindi, di scoprire a chi verrà dato in concessione il nostro faro foriano, c’è però chi, come il Movimento 5 stelle, ancora non è convinto che sia una buona idea affidare dei beni pubblici come i fari, situati in riserve e parchi naturali di dichiarato interesse pubblico storico e culturale a dei soggetti privati. Lo scorso 12 Febbraio, infatti, i deputati del suddetto movimento- Vega Colonnese, Luigi Gallo, Carlo Sibilia e Cosimo Petraroli- hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dei beni e delle attività culturali, al Ministro dell’Economia e delle Einanze, al Ministro dell’Ambiente e del Territorio e al Ministro della Difesa italiana, ponendo loro una serie di domande circa il vero futuro prospettato per i fari italiani che rischiano di diventare appannaggio dei più ricchi. “Il progetto Valore Paese-Fari- hanno scritto i deputati- finalizzato al recupero di siti di inestimabile fascino, pur considerando l’elevato potenziale dei territori interessati, rimette l’incombenza di rimediare al loro degrado ad operatori privati e alla loro capacità di investimento, rischiando, però, di non restituire sempre ai cittadini la possibilità di fruire di servizi alla portata di tutti. Gli interrogati riterrebbero opportuno che il Governo fosse estremamente attento a non prestare il fianco ad evenutali speculazioni edilizie, evitando di autorizzare l’uso indiscriminato di aree di pregio ambientale. Inoltre, sarebbe auspicabile che dalla concessione o vendita dei beni che appartengono al patrimonio storico-culturale dello stato, scaturissero servizi utili e fruibili per la collettività piuttosto che attività ricettive rivolte ad un’elite di persone e accessibili solo a chi può permettersi i prezzi proibitivi di un albergo a cinque stelle”. La preoccupazione dei deputati del Movimento 5 Stelle è, quindi, quella che i fari italiani, possano essere diventare come quello di Capo Spartivento, situato in Sardegna, che, dopo essere stato dato in concessione, è stato trasformato, nel 2010, in una luxury guest house, alla quale possono accedervi per lo più persone con un status economico medio-alto. Una preoccupazione questa che, a conti fatti, potrebbe anche interessare il nostro faro di Punta Imperatore. Difatti, l’idea alla base del progetto presentato dall’Opera Pia Conte Avellino, come abbiamo riportato in precedenti edizioni de “Il Golfo”, è quella di creare una struttura ricettiva di lusso che vedrà, d’estate un resort, e di inverno una residenza per artisti di calibro internazionale che, ospitati per più mesi, regaleranno una loro opera al territorio isolano. Insomma, se quindi l’obiettivo di questo bando sarebbe quello di valorizzare i fari, con  progetti legati anche al mondo del turismo, dall’altro la preoccupazione che quesi ultimi, col tempo, possano diventare appannaggio esclusivo di pochi, resta. Ecco perché i deputati del Movimento 5 stelle hanno, quindi, chiesto  ai ministri in questione: “ Se si intenda, oltre la concessione procedere anche alla vendita definitiva dei fari; con quali tempistiche e quali modalità si ritenga di intervenire per valorizzare e al contempo salvaguardare i beni di rilevanza internazionale vigiliando affinchè non si verifichi un’eventuale antropizzazzione e cementificazione dei siti, tali da pregiudicare la bellezza del paesaggio, sottraendo aree di pregio ambientale e storico all’uso indiscriminato del suolo; e, soprattutto, se non si ritenga opportuno intervenire immediatamente al fine di favorire, fra le diverse proposte, i progetti di valorizzazione, coerentemente al piano strategico “Turismo 2020”,  finalizzati alla promozione e avviamento di attività didattiche, ricreative, culturali, sociali e turistiche di ampia fruibilità pubblica rispetto ad attività commerciali e turistiche elitarie, ed evitare che detti beni diventino oggetto di speculazione nelle mani di imprenditori senza scrupoli”.

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