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Federalberghi vs. Airbnb, Mennella: “Paghino anche loro l’imposta di soggiorno”

Gianluca Castagna | Ischia – Sull’isola d’Ischia se ne contano almeno qualche centinaio: stiamo parlando dei proprietari di abitazioni che, tramite il portale specializzato Airbnb, decidono di affittare una o più stanze della loro casa ai turisti o a quanti si trovino di passaggio sul nostro territorio.
Ospiti che preferiscono non andare in un vero e proprio hotel, ma usufruire con prenotazione on line di strutture ricettive sparse nei nostri sei comuni: dai centri storici alle zone più collinari, nei pressi delle spiagge o lontano dalla pazza folla. Nella lista di offerte disponibili sul web c’è di tutto: appartamenti più o meno confortevoli, camere con uso cucina, perfino un semplice divano letto. I prezzi? Anche in questo caso, proprio come per gli alberghi, l’offerta è molto differenziata. Così come i giudizi dei clienti, dal lusinghiero al pessimo.
Intanto le discussioni e le perplessità sulla sharing economy continuano.
Foto quartaLe transazioni e l’offerta di servizi sulla Rete fa paura all’economia tradizionale, e spesso si inceppa in beghe legali infinite. Per questo, un quadro normativo aggiornato, in grado di tenere in considerazione i cambiamenti che le piattaforme online stanno apportando giorno dopo giorno all’economia non solo turistica del Paese, sembra una necessità improrogabile. Due giorni fa è stata presentata una proposta di legge che qualcuno ha già ribattezzato “Sharing Economy Act”. Iniziativa nata con lo scopo di «disciplinare le piattaforme digitali per la condivisione di beni e servizi» e di «promuovere l’economia della condivisione». Fino a oggi le attività di queste piattaforme erano ampiamente sfuggite alla visibilità del fisco, scatenando anche l’ira degli operatori professionali (gli albergatori, soprattutto) che hanno visto erodersi una parte sempre più rilevante del proprio mercato a favore di queste nuove forme di condivisione.
La proposta di legge presentata alla Camera mira a chiarire come si possono e devono comportare i privati che, condividendo qualcosa con altri privati, ne ricavino un guadagno. Su tutti i proventi che derivano da queste transazioni, i cittadini avranno una tassazione agevolata pari al 10% fino a un massimo guadagno annuale di 10mila euro; oltre questa cifra, che può comunque essere superata, l’aliquota applicata diventa quella marginale del cittadino, ognuno secondo il proprio profilo fiscale; in altri termini, i proventi oltre il tetto dei 10mila euro si cumulano con i restanti redditi del cittadino e su di essi vanno pagate ulteriori tasse.
Un giro di vite che prevede anche un’importante novità a tutela del cliente: la responsabilità civile derivante dalle attività di sharing. L’Authority della Concorrenza e del Mercato potrà infatti stabilire l’obbligatorietà di una copertura assicurativa a carico dei cittadini che condividono il bene (per esempio, chi affitta il proprio appartamento). Una decisione che, se verrà applicata con attenzione, appare decisamente sensata.

Ermando Mennella, Presidente Federalberghi Ischia (foto secondaria)Insomma, la voce degli albergatori che spingono da tempo per una sorta di par condicio con i concorrenti di Airbnb è stata finalmente ascoltata? Lo chiediamo a Ermando Mennella, Presidente Federalberghi Ischia. «Premetto due cose: la libertà d’impresa è sacrosanta, così come la tassazione è sempre esagerata quando alla stessa non corrisponde adeguata erogazione dei servizi. Detto ciò, oggi la maggior parte di queste società che, come Airbnb, hanno come oggetto sociale la intermediazione di attività extralberghiera non vengono tassate per le transazioni che fanno. Una grave disparità di trattamento. Esempio: se vado in un’ agenzia di viaggio e prenoto un albergo, c’è una ricevuta di commissione tassata con Iva e alla transazione si applica il prelievo fiscale regolamentato dalla normativa vigente. Cosa succede con Airbnb? Ci si appella a escamotage ridicoli: il server sta in un paese terzo, la tipologia di iniziative è svolta da altre società, insomma tutte scuse che producono elusioni fiscali molti forti con danno evidente per l’economia. La proposta di legge di questi giorni va nella giusta direzione, perché non si capisce perché chi svolge attività analoga a quella delle strutture alberghiere regolari dovrebbe pagare meno tasse solo perché tutto avviene on line, sul web. Aggiungo che non tutto mi convince: resto dell’idea, ad esempio, che bisogna tassare ciò che viene prodotto, senza ingannevoli forfait».
Problemi burocratici a parte (si pensi, ad esempio, che le piattaforme dovranno operare come sostituti d’imposta degli utenti), un’altra notizia sembra interessare molto il Presidente di Federalbeghi Ischia. Dopo l’esperienza positiva di Firenze, anche Bologna sta per accordarsi con Airbnb per fare in modo che ogni ospite o turista che prenoti in città, paghi l’imposta di soggiorno. È quello che già succede, tra l’altro, in città come Parigi, Amsterdam e San Francisco.
«L’intenzione di Federalberghi Ischia – spiega Mennella – è quella di proporre il medesimo accordo anche alle amministrazioni dell’isola d’Ischia. Prelevare dunque l’imposta di soggiorno al momento della prenotazione on line. Ho chiesto al nostro corrispondente di Federalberghi Firenze di farci avere quanto prima il modello dell’accordo stipulato con Airbnb, dopodiché lo passeremo alle nostre amministrazioni. Se la realtà è questa, diventa seccante e ingiusto che sia penalizzato solo chi sceglie l’albergo e non chi sceglie una soluzione ricettiva extralberghiera. Qui non si tratta, come ha scritto qualche giornale, di mettersi l’anima in pace con Airbnb. L’anima in pace ce l’ho. Quello che non mi piace è che un settore di 300 aziende che viene tassato con l’Imu al 10, 1% , che paga l’imposta di spazzatura anche fino al 18 euro a mq, che versa imposta di soggiorno per un totale, nella sola isola d’Ischia, di 4 milioni di incasso, possa tollerare che solo il 2% arrivi dall’extra-alberghiero. Se oggi ci sono 170 abitazioni Airbnb, se durante la stagione estiva salgono a 400, è doveroso che paghino anche loro 1 euro al giorno in tassa di soggiorno come la paghiamo tutti. Il comune di Ischia ha incassato 1,8 milioni di euro, di cui soltanto 50.000 dall’extra alberghiero. E’ mai possibile? C’è qualcosa che non quadra, sono cifre talmente irrisorie da sfiorare il ridicolo. Ospiti una persona nella tua abitazione? Paghi come pagano gli altri».

Mentre la proposta di legge entra per tre mesi in una fase di consultazione pubblica in cui ogni cittadino o associazione potrà esprimere il proprio parere e dare i propri consigli per una correzione di tiro sugli aspetti che reputa più critici, Federalberghi Ischia si prepara alla Fiera Internazionale del Turismo di Berlino, dove promuoverà il primo degli eventi per celebrare i 50 anni di Ischia Doc «All’ITB saremo insieme al Comune di Casamicciola per celebrare un anniversario importantissimo» commenta Ermando Mennella. «Il 3 marzo del 1966 fu attribuito il marchio “doc” ai vini dell’isola d’Ischia. Uno dei primi in Italia e primissimo in Campania. Sono anche i 50 anni dell’ITB e quale occasione migliore per promuovere una destinazione turistica se non attraverso uno dei suoi prodotti enogastronomici di punta? L’appuntamento è per il 10 marzo, in un prestigioso galà all’interno dell’ambasciata italiana in Germania: esperti sommelier offriranno agli invitati una degustazione degli splendidi doc dell’Isola Verde».

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