Festa a Succhivo, inaugurata la scuola materna

Ieri mattina la suggestiva e toccante cerimonia alla presenza delle autorità civili e religiose. Le parole di don Pasquale Mattera e del sindaco Irene Iacono, la gioia della direttrice didattica Marinella Allocca

DI ARIANNA ORLANDO

L’amministrazione comunale di Serrara Fontana ha raggiunto ieri un meraviglioso obiettivo: l’inaugurazione della scuola materna di Succhivo. L’esistenza stessa di una scuola ci inorgoglisce e ci rende particolarmente orgogliosi ma quando, ecco, numerose forze convergono freneticamente da più punti diversi per lo scopo comune di rinnovare un edificio per creare non una “nuova scuola” ma una scuola “più bella” (ce lo si lascia dire) ci viene in mente -alla luce degli ultimi avvenimenti europei e mondiali – che viviamo in un luogo baciato dalla fortuna, protetto dai venti disumani che corrono da est a ovest. “Il programma di studi è materia così tanto necessaria ma il calore è l’elemento vitale per la pianta che cresce e per l’anima del bambino”, diceva Carl Gustav Jung. E per queste parole, che incitano alla coltura dei bambini come piante, la mattina del 25 dicembre-appena il giorno prima di una ricorrenza nazionale che ricorda e celebra “ciò che è stato” e quanto disumano possa essere l’uomo quando perde la coltura (che è cultura del bene) di cui si parlava sopra- è stata una mattina importante. Dischiusasi sotto un cielo di gennaio opaco e sospeso su strati di aria spessa e gelata, come da un guscio di lumaca, la scuola materna di Succhivo, si è lasciata osservare in tutta la sua gioiosa ricchezza: di fatto la scuola è un “gioiellino” strutturale, efficiente dal punto di vista del piano sicurezza e dell’ottimizzazione energetica, dovuto di certo all’emerito lavoro dell’ingegnere Giuseppe Mattera, dell’ingegnere Domenico Iacono e degli operai che hanno dato fisicamente modo alle idee e ai progetti di comporsi.

Il parroco Don Pasquale Mattera ha aperto il discorso inaugurale non contraddicendo il principio della laicità della scuola in quanto il nostro pensiero comune è sicuramente quello per cui un messaggio, purché sia un buon messaggio che stimoli alla pace-alla libertà e alla tolleranza, sia da ritenersi d’insegnamento, qualunque sia la religione di provenienza. Il parroco ha ricordato con rigore quanto la scuola sia un luogo fondamentale per la formazione della persona e ha sottolineato l’importanza del lavoro sincronico scuola-famiglia attraverso la metafora “le ginocchia del genitore, o chi per lui, sono la prima scuola del bambino”.

E proprio come un uovo che contiene all’interno del suo involucro protettivo la sostanza, anche la scuola contiene al suo interno la sostanza della società umana, il seme del suo progresso e anche gli strumenti della sua organizzazione. L’intervento del sindaco del comune di Serrara Fontana, la dottoressa Irene Iacono, ha ribadito quanta attenzione l’amministrazione abbia rivolto e rivolga tutt’ora all’educazione sul nostro territorio in un discorso che rinunciava, tuttavia, al particolarismo per proiettarsi verso un’universalità dell’affermazione: la scuola è il presupposto necessario alla costituzione di una società non violenta e tirannico e dunque la salute sociale è direttamente erede e figlia di ciò che l’educazione compie su di lei e per lei. Il sindaco ha di fatto sottolineato, in modo esattamente vero e coerente, quanto i fatti di cronaca nera che continuamente affollano i nostri canali di informazione sono i rischi contro i quali si interviene quando si crea una buona scuola, chè da essa dipende la salute dell’umanità che intendiamo formare. A tal proposito è necessario ricordare che l’inaugurazione della scuola materna di Succhivo, sotto un cielo gelido e cortese, è da riconoscersi “buon lavoro dell’amministrazione comunale” di Serrara Fontana nei sindaci Rosario Caruso prima e Irene Iacono poi. Tutt’ora la stima e l’interazione scuola-comune appare fortissima e reciprocamente attiva.

La preside Marinella Allocca del plesso Avallone – di cui la scuola di Succhivo è parte – ha calorosamente ringraziato, nel suo discorso di saluto, l’amministrazione che l’ha accompagnata nel raggiungimento di questo traguardo sinergico tra quelli che devono essere i punti cardine di un “magnifico posto in cui vivere”: scuola e amministrazione. Dunque, la scuola materna di Succhivo inaugurata ieri non è soltanto un esempio di buona progettazione e buona politica, non è solo buon esempio di alleanza e accordo tra i due organismi cardine del territorio, ma è anche prospettiva serena in cui investire fiducia, germoglio fresco per le radici antiche della conoscenza e della gentilezza. Il ruolo della scuola è spesso-specie nei discorsi dei ragazzi (ma questi fanno meno paura delle affermazioni “la scuola non serve a niente” pronunciate dagli adulti, perché si spera siano dettati dalla frenetica incoscienza dell’inesperienza) -sottovalutato. Spesso si sente dire “a me la scuola non piace perché non voglio studiare”, dimenticando l’assioma inestinguibile “la scuola è il luogo – l’unico luogo al mondo – in cui si crea l’indipendenza paritaria, in cui si genera la libertà, da cui straripano i buoni concetti della buona società” e che proprio le cose elencate in questo assioma sono i motivi per cui qualsiasi governo dittatoriale tenterà sempre di attaccare per primo l’organismo scuola, di sovvertirne il clima, di distruggerne le caratteristiche. Abbiamo assistito quindi all’inaugurazione di una ricchezza più bella persino degli abiti di Salomone, delle corolle di fiori sui nostri steli, del mare che-come un secondo cielo, ci circonda e orlai nostri confini. Un edificio bellissimo e accogliente svettava orgogliosissimo contro le correnti gelide di gennaio, si distendeva pacato perché sicuro di sapere fronteggiare con altrettanta gentile resistenza anche il caldo di giugno e di proteggere i suoi “piccoli” come il guscio della chiocciola fa con la lumaca, come l’involucro fa con l’uovo, come il maglioncino con il volto di un orsetto fa con il torace del bambino entro cui riposa-sempre e comunque-un nobile cuore.

Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo. Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace 2014(cui, per il valore dell’educazione femminile in Pakistan, spararono e che miracolosamente sopravvisse)

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