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FESTEGGIATI I 70 ANNI DI SACERDOZIO DI DON CAMILLO D’AMBRA , IL PIO E “PICCOLO” GIGANTE DELLA CHIESA DI ISCHIA

DI ANTONIO  LUBRANO

 

Foto di Giovan Giuseppe Lubrano

 

Mons. Camillo d’Ambra, l’umile lavoratore della vigna ha compiuto settanta anni di sacerdozio. Lo hanno festeggiato in Cattedrale il Clero diocesano, il vescovo Sua ecc. Mons. Pietro Lagnese, la comunità parrocchiale, famigliari, amici ed estimatori. La festa è continuata nella Casa Canonica di via Luigi Mazzella in Ischia  Ponte col classico taglio della torta augurale.. Don Camillo non avrebbe voluto alcuna festa, abituato com’è ad una vita “sotto tonno”, ma solo in apparenza, perché poi la sua parte, e che parte, l’ha sempre fatta da protagonista. Nella mattina  di mercoledì 18 luglio scorso, nella Chiesa Madre di Ischia Ponte, nell’antico Borgo di Celsa dove da sempre è stato il puntuale e fedele riferimento nelle tante mansioni ricoperte, gli hanno tributato una calorosa manifestazione di sincero affetto e di ringraziamento per l’impegno profuso e per lo straordinario esempio di sacerdote pio, colto, umile, zelante, buono. La perla del clero d’Ischia, così  lo definì, l’indimenticabile Mons. Massimino Lauro, nel suo breve ma lapidario discorso in occasione del 60° anniversario di sacerdozio, dieci anni fa. “Mons. d’Ambra, per tutti Don Camillo, ha scritto il prof. Michele D’Arco,  ha inalberato l’umiltà tra i suoi ideali cui si è sempre ispirato. Il suo esordio, nell’omelia tenuta durante la concelebrazione eucaristica, non poteva discostarsi dal suo consueto stile. Se ho raggiunto questa età debbo essere grato particolarmente alla Madonna che fin dall’infanzia ho venerato ed amato come la liberatrice del popolo nostro. Chiedo perdono a tutti se a vilte  ho deluso le aspettative, se ha fatto difetto la generosità, se ha scarseggiato la gioia  Ho fatto molte cose, ha detto testualmente, riferendosi agli incarichi ricoperti, facendo chiaramente capire che egli in questi anni è stato uno strumento nelle mani del Signore al quale ha docilmente piegato la sua volontà” Don Camillo è nato a Ischia il 4 novembre del 1925. Le tappe del suo lungo cammino, dello intero percorso di umile sacerdote al servizio della Chiesa hanno preso avvio dal  Seminario di  Ischia dove vi entrò da seminarista in erba nell’ottrobre del 1936 per uno spiccato senso di vocazione al sacerdozio. Vi rimase cinque anni per poi passare al Seminario Regionale di

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Salerno, dove nei sette anni di sua permanenza compì gli studi liceali e teologici. Don Camillo D’Ambra fece ritorno nella sua amata Ischia nel 1948 dove fu ordinato sacerdote a 23 anni per mano e con la benedizione del Vescovo Sua Ecc. Mons. Ernesto De Laurentiis prima del tempo necessario nel giorfno di San Camillo, per dispensa papale.. La sua prima messa Don Camillo la celebrò nella Chiesa dello Spirito Santo ad Ischia Ponte. Dal 1948  al 1951 fu Prefetto del Seminario di Ischia, dal ’51 al ’61 ha ricoperto la carica di vice bibliotecario dell’Antoniana, poi bibliotecario ufficiale. Inoltre  Don Camillo dal 1961 è stato Cancelliere nella Curia Vescovile, nel luglio dell’estate del 1967 il Vescovo Dino Tomassino lo nomina Canonico Penitenziere del Capitolo Cattedrale, il 3 marzo del 1968 lo stesso vescovo Dino Tomassini lo nomina Parroco della Cattedrale quale successore dello scomparso Cenatiempo. In fine è  Rettore dell’Arciconfraternita Santa Maria di Costantinopoli dove attualmente è l’anima della vetusta e gloriosa istituzione e riceve per mano del sindaco Cesare Mattera la cittadinanza onoiraria del Comune di Serrara Fontana. Con profonda umiltà Don Camillo ha vissuto da protagonista queste vicende diventando sempre più un approdo sicuro per quanti smarriti e delusi dagli effimeri miraggi del mondo hanno trovato in lui il consigliere e il confessore attento e scrupoloso. Ancora oggi dispensa la sua illuminata saggezza nel segreto del confessionale a chi è desideroso di ritemprarsi e guardare oltre le difficoltà e gli errori nella vita. Ma  accanto alla figura dell’umile sacerdote, ai più sfugge quella che è una sua profonda, naturale inclinazione. Mons. Camillo d’Ambra ha coltivato con costanza e dedizione la ricerca storica tanto da essere stimato esperto indiscusso in materia di storia della Diocesi d’Ischia. Questo aspetto, convivendo con la sua personalità schiva e mai portata al protagonismo, tipico dei tempi che viviamo, dove si privilegia più l’apparire che l’essere, non è molto conosciuto da larga parte dei nostri distratti concittadini. Mons. d’Ambra ha investigato con certosina pazienza e raffinata competenza la storia della Chiesa di Ischia che nella fattispecie diventa storia locale, convivendo ambedue in perfetta simbiosi. Quindi storico e ricercatore, coordinatore dell’archivio e della biblioteca diocesana, dove in eleganti e moderni ambienti è stato ordinato quanto frutto di lunghe e pazienti ricerche. Senza la sua opera tanti documenti sarebbero andati inesorabilmente dispersi. Auguri di cuore Don Camillo. “L’Isola d’Ischia, ha scritto inoltre il prof Michele d’Arco,  ringrazia il Signore per il dono della sua presenza operosa, perla rara in un mondo che vive la sua difficile transizione e gli  augura ancora tanti anni di proficua attività per il bene di quanti, e sono tanti, attendono la “Parola” guida per il loro cammino”.  Don Camillo D’Ambra da paziente ed impareggiabile storico, aveva  raccolto il testimone dal suo grande maestro mons. Onofrio Buonocore, fondatore delle prime scuole secondarie dell’isola e della Biblioteca Antoniana, unico, vero presidio culturale dell’isola. Da lui aveva appreso i primi rudimenti ed era scoppiata la vocazione per la ricerca storica. In quell’angolo bellissimo dello slargo S.Antonio, di fianco al convento omonimo, nacque il primo tentativo di mettere insieme quanto era possibile offrire in quei tempi eroici. Fu lì che Don Camillo si fece le ossa per ereditare, alla morte del suo maestro, quella istituzione che condusse con garbo, zelo e profonda dedizione. Lasciò quando le nuove incombenze, conseguenti alla nomina di Cancelliere Vescovile, non gli permisero di continuare. E l’Antoniana ebbe un lungo periodo buio. Tra  le varie pubblicazioni che egli ha prodotto, per la verità sempre dietro forti pressioni dei suoi estimatori – ricordo le accorate esortazioni del compianto Vescovo Antonio Pagano – emerge un’opera fondamentale che è pietra miliare per quanti amano la storia e cercano lumi per guardare meglio ai difficili tempi attuali cercando, nel contempo, di scrutare il futuro. E’ del 1998 l’opera “Ischia tra Fede e Cultura. Storia dell’isola verde attraverso i suoi Vescovi”, pubblicata su iniziativa del Rotary Club dell’Isola d’Ischia, allora presieduto dal dott. Carmine Barile. Nella prefazione mons. Pietro Buonocore scriveva; “c’è in lui il ricercatore instancabile e tenace e lo storico attento e scrupoloso nel dare ad ogni notizia il suo autentico valore e significato…Accanto allo storico e al ricercatore abbiamo il

 

 

 

 

letterato, lo scrittore forbito non senza qualche spunto di sana e piacevole ironia….E’ l’uomo di Dio che guarda la storia, cammino dell’umanità e della Chiesa con spirito soprannaturale…con una

grande convinzione di fede e di amore per la missione del popolo di Dio”. L’opera era già stata pubblicata a puntate sul giornale Ischia Mondo ed il sottoscritto da direttore della testata, ne rimarcò l’eccezionalità  che consentì di dare un assetto completo alle vicende storico-religiose della Diocesi di Ischia. Al sacerdote pio e zelante, allo storico ed archivista diocesano che con della testata, ne rimarcò l’eccezionalità  che consentì di dare un assetto completo alle vicende passione e pazienza ha assicurato la conservazione di inestimabili testimonianze di fede e di storia, la comunità dell’isola deve molto. Gli auguriamo tanti altri anni di proficuo e santo ministero sacerdotale e di continuare a ricercare, ordinare e conservare le sue sudate, preziose carte.

 

                                                                                              antoniolubrano1941@gmail.com

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