CRONACAPRIMO PIANO

Feto nato morto, assolta la ginecologa del Rizzoli

La decisione è stata adottata dal gip Enrico Campoli con la formula perché il fatto non sussiste, imputata era Concetta Lubrano Lobianco: accolte la argomentazioni difensive degli avvocati Molinaro e Vign

Un complesso contenzioso che si chiude. Allesito di una lunga e complessa udienza preliminare, il G.I.P. presso il Tribunale di Napoli Dott. Enrico Campoli ha assolto perché il fatto non sussiste dallaccusa di omicidio colposo, per un feto nato morto, la ginecologa del Rizzoli dottoressa Concetta Lubrano Lobianco, difesa dagli avvocati Lorenzo Bruno Molinaro e Giovanni Battista Vignola, che hanno smontato minuziosamente tutta limpalcatura accusatoria. Il processo era stato originato da una denuncia presentata dai coniugi Bogdan lonut e Bogdan Andra Cristina in data 15 ottobre 2020, cui aveva fatto seguito lesercizio dellazione penale. Più specificamente, il Procuratore della Repubblica, a conclusione delle indagini preliminari, nel corso delle quali aveva anche acquisito una consulenza sanitaria da un collegio di periti, aveva contestato alla dott.ssa Lubrano Lobianco il reato di omicidio colposo, perché: “in qualità di ginecologa in servizio il Presidio Ospedaliero A Rizzoli di Lacco Ameno, Reparto di Maternità e Divisione Ginecologica, dopo che BOGDAN Andra Cristina era stata ricoverata il 12.10.2020 per procedere al parto in quanto gravida alla 41a settimana (gravidanza protratta), gravidanza da considerarsi a rischio per i due pregressi aborti spontanei ed un aumento di peso di 20 kg, per colpa, dovuta a negligenza, imprudenza ed imperizia nonché ad inosservanza delle regole elaborate dalla scienza medica, delle buone pratiche clinico-assistenziali e delle linee guida generalmente riconosciute dalla comunità scientifica dei ginecologi e consistita: nel non aver adeguatamente interpretato il tracciato cardiotocografico del 13.10.2020, dalle h. 00:34 alle h. 02:17, classificandolo come di categoria I e non II per la presenza di decelerazioni variabili atipiche alle 01:20; nell’omettere, anche in conseguenza della errata lettura di cui sopra ed a seguito della rottura delle acque alle h. 4:00, l’esecuzione di un monitoraggio continuo del battito cardiaco fetale fino alle h. 05:12; nell’interpretare erroneamente il tracciato del 13.10.2020, dalle h. 5:12 alle h. 6:12, come rassicurante e di cat. I e che tale appariva, dopo le h. 5:41, solo perché registrava il battito materno mentre alle h. 5:20 vi erano state decelerazioni prolungate e tra le h. 5:40 e le h. 5:41 una accelerazione fino al picco agonico di 160 bpm; omettendo di procedere immediatamente ad un taglio cesareo di modo da evitare gli effetti della grave anossia del feto e la asfissia endouterina, cagionava la morte del feto frutto della gravidanza di BOGDAN Andra Cristina. In Lacco Ameno, il 13.10.2020.
Fin qui latto daccusa a carico della ginecologa ischitana, decisamente articolato. Nelle memorie difensive successivamente depositate, gli avvocati Molinaro e Vignola avevano invece dimostrato, sulla base di articolate argomentazioni, supportate da autorevoli studi scientifici e pertinenti precedenti giurisprudenziali, che: allatto del ricovero, la gravidanza non era a rischio perchè laumento del peso corporeo della Bogdan era stato solo di 9 kg e non di 20, come erroneamente affermato dai consulenti del P.M.; laddebito di non aver monitorato una parte del travaglio era completamente infondato, in quanto dalla cartella clinica del 12 ottobre 2020 risultava che era stato eseguito un tracciato cardiotocografico (iniziato alle ore 3.12 e terminato alle ore 4.45), non considerato dagli stessi consulenti sebbene fosse stato espressamente citato nellelenco della documentazione loro consegnata dal P.M. in data 21 ottobre 2020; le linee guida richiamate dagli esperti incaricati erano obsolete, superate e, comunque, inapplicabili, come dimostrato dal consulente della Difesa Dott. Giuseppe Botta; in effetti, il monitoraggio da parte dei sanitari del Rizzoli e soprattutto della imputata Lubrano Lobianco era stato continuo e scrupoloso; la causa della morte, come confermato dallo stesso esame autoptico, era da identificarsi in unimportante anomalia del cordone ombelicale, consistita in uno stravaso emorragico intorno alle arterie ombelicali; tale forma di emorragia, notoriamente fonte di morte improvvisa, imprevedibile e non diagnosticabile, era stata completamente sottovalutata dai consulenti del P.M.. Inoltre, contrariamente a quanto ritenuto da questi ultimi, fino alle ore 04.45 era assolutamente certo che il feto fosse in buone condizioni, perché ciò risultava – indiscutibilmente – dal tracciato CTG non esaminato; non vi era alcun, pur esile, indizio di prova, in ordine ad un eventuale nesso di causalità tra condotta ed evento.
La formula più ampia di proscioglimento prescelta dal giudice certifica, in definitiva, che, in questa vicenda, loperato della Dottoressa Lubrano Lobianco è stato legittimo e conforme alle vigenti linee guida. Si chiude così questa comunque triste vicenda, che in ogni caso così come stabilito dalla giustizia non passerà alla storia come un caso di malasanità.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex