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Fidas, domenica di donazioni: ospite il vice presidente nazionale Cogliandro

di Isabella Puca

Ischia – Il 2019 continua nel segno delle donazioni e l’appuntamento si rinnova domenica 10 febbraio all’ex clinica di San Giovan Giuseppe. Tra i donatori che, si spera,  risponderanno in tanti a questo nuovo appello un ospite speciale: a far visita agli ischitani ci sarà il vice presidente della Fidas nazionale Pierfrancesco Cogliandro. Un’occasione, quindi, quella di domenica per mostrare di che “sangue” è fatto il popolo ischitano. Un modo per farsi sentire a livello nazionale, raccogliere input ed elencare le criticità a cui è esposta l’isola. “Per il mese di gennaio – ha dichiarato Luigi Trani, presidente Fidas Ischia – abbiamo raccolto 82 sacche di sangue, ma il nostro obiettivo è quello di fare cento sacche al mese per riuscire a dare un contributo di oltre mille sacche all’anno. Con l’aiuto di chi dona, ma soprattutto di chi non dona possiamo farcela, dobbiamo sentirci tutti motivati e farci promotori di questo importante obiettivo”. Il nuovo anno è iniziato con una grave emergenza di sangue; a essere sotto scorta era gran parte del territorio salernitano dove, circa venti persone, che avrebbero dovuto essere operate, hanno dovuto aspettare. Nonostante i gravi problemi cardiovascolari, ortopedici e urologici, non fu permesso loro l’ingressi in sala operatoria perché l’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona aveva una carenza grave di sangue 0 negativo e 0 positivo. Una carenza prevedibile, considerate le feste di Natale precedenti, che ha però lasciato scoperti vari reparti: sospesi gli interventi programmati e ovviamente nessuna possibilità di affrontare le emergenze. La vicina Ischia ha risposto, però, presente all’appello chiamando a raccolta l’esercito di donatori. Possono donare il sangue, uomini e donne che hanno tra i 18 e i 65 anni, al massimo fino a 70 se si è in buona salute, si è donatore già attivo e previa valutazione dello stato di salute da parte del medico addetto alla raccolta. Ischia, negli anni, ha raggiunto i suoi bei record come quello di Pino Bramante che nel 2016 ha raggiunto le 100 donazioni. Storie che, di certo, sorprenderanno anche il vice presidente nazionale. Sessantacinque anni portati benissimo, nato a Tripoli da genitori siciliani rientrati in Italia dopo il colpo di Stato di Gheddafi, sposato a Ischia, due figli e cinque nipotini, Giuseppe Bramante per tutti “Pino”, è donatore dal lontano 1985. «Mi invitarono alcuni amici – raccontò l’ischitano – “siete pazzi”, dissi loro, ma riuscirono a convincermi. Sono andato a Lacco Ameno, dove si effettuavano le donazioni, e da allora non mi sono più fermato. D’inverno era più semplice, perché di domenica non lavoravo o lavoravo poco; in estate era molto più complicato, ho lavorato sempre come cameriere e la domenica era una giornata impegnativa, quindi cercavo di arrivare anche alle 6 di mattina per fare il primo e tornare al lavoro senza ritardi. Qualche volta ho saltato – confessa – non sempre per colpa mia. Mare grosso, dottori che non arrivavano, ostacoli logistici o burocratici. Le avessi fatte tutte, sarei arrivato a 120. Mi sono trovato talmente bene che in tutti questi anni ho provato a convincere quante più persone a donare il sangue. Anche ai più scettici, specie nel passato, rispondevo: fa’ il tuo gesto, non preoccuparti di dove finisce il sangue. Oggi non posso più farne a meno, dopo la donazione mi sento perfino meglio e non ho mai usufruito della giornata di riposo garantita al lavoratore che dona. Ai giovani dico: provate anche voi. Siete controllati ed è un gesto di bontà e altruismo. Non esiste una macchina che produce il sangue, se non esistessero i donatori quante vite andrebbero perdute? Tutti potremmo averne bisogno».

 

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