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Fidas Ischia, donare il sangue per salvare una vita

Gianluca Castagna | IschiaTutti lo sanno, o dovrebbero saperlo. Il sangue è un bene prezioso non riproducibile in laboratorio, ma indispensabile alla nostra vita. Indispensabile negli interventi di primo soccorso, in chirurgia, nelle terapie di alcune malattie tra cui quelle oncologiche. Domani tutti potremmo aver bisogno di sangue, per qualsiasi motivo. Ecco perché le giornate dedicate alla donazione rappresentano appuntamenti necessari per una comunità solidale, altruista, civile.
Donare il sangue vuol dire donare una parte della propria vita per salvarne un’altra. Naturalmente le donazioni avvengono non solo grazie alla generosità di uomini e donne che donano, ma anche per merito di associazioni che fanno funzionare il sistema di raccolta. Come la FIDAS Ischia, sezione isolana di una federazione di associazioni che dal 1959 opera nel campo della donazione. Coordinando, promuovendo e informando sulla cultura del dono. Pur tra mille difficoltà.
10176049_10206109111552284_8415566802566862196_nI donatori isolani sono più di tremila. Numeri che dicono tanto e non dicono nulla, se non opportunamente misurati sui bisogni reali.
Il costante aumento della richiesta da parte degli ospedali impone un’allerta continua. Perché se è vero che anche sull’Isola Verde si registra una crescita positiva in termini di partecipazione, la necessità di intercettare nuovi (e più giovani) donatori resta permanente.
Il Golfo ha incontrato Luigi Trani, quasi dieci anni da presidente FIDAS Ischia, alla vigilia della prima giornata di aprile (domenica 10) dedicata alla donazione del sangue. Cinquant’anni appena compiuti (festeggiati a dovere con i suoi tanti amici), Trani conserva entusiasmo e tenacia da ventenne nel perseguire, insieme al personale medico, paramedico e ai soci FIDAS, tutti gli obiettivi di un’associazione al servizio della comunità.

DSCN1689Chi può donare, ogni quanto e come?
«Chiunque abbia compiuto i 18 anni di età e sia in buone condizioni di salute, può presentarsi presso una qualsiasi sede FIDAS o altre associazioni che si occupano della raccolta di sangue. Un medico effettuerà un colloquio, una visita, e gli accertamenti di tipo diagnostico per verificare che non vi siano controindicazioni alla donazione. La tutela della salute e della sicurezza sia del donatore che del ricevente sono per noi fondamentali. Il numero massimo di donazioni di sangue intero, previsto dalla legge, è di quattro all’anno per l’uomo e di due per la donna, con intervallo minimo di novanta giorni fra una donazione e l’altra. E’ prevista una periodicità diversa, regolamentata dalla legge, per la donazione di emocomponenti come plasma e piastrine».
Ci sono dei gruppi sanguigni di cui si ha più bisogno?
«Certamente. Il gruppo 0 negativo è il donatore di ideale perché universale, può infatti donare a tutti. Anche lo 0 positivo è molto ricercato perché donatore per tutti i riceventi con gruppo sanguigno positivo. Ogni ospedale dovrebbe avere scorte sufficienti di sangue gruppo 0. Lo chiamiamo, non a caso, gruppo salva-vita».
Come sono andate le raccolte di marzo?
«Siamo soddisfatti. La prima è stata da record, oltre 50 persone. Quella successiva un po’ meno, superate di poco le 30 unità, ma in prossimità della Pasqua si diventa un po’ pigri. Nel complesso le ultime raccolte confermano un trend positivo e incoraggiante».
12809664_10206108683341579_2867869734170966918_nQual è oggi la problematica più urgente che deve affrontare la FIDAS Ischia?
«Sono molteplici. Aspettiamo da tempo l’iscrizione al registro dei donatori di sangue, registro istituito sei o sette anni fa. Vi possono accedere le associazioni con almeno 800 donatori. Può sembrare una regola troppo stringente, ma va considerato che nel napoletano, o in altri territori, le associazioni che si attivano per la raccolta sono davvero tantissime, pertanto diventa anche difficile coordinarle o convocarle tutte. A Ischia un limite così non ha senso, siamo l’unica realtà di raccolta nelle piccole isole. I donatori di Procida vengono qui, mentre a Capri non esiste un vero e proprio presidio di raccolta del sangue. L’iscrizione al registro è importante perché ci darebbe la possibilità di stipulare una convenzione con l’ospedale Cardarelli e usufruire di contributi utilissimi per realizzare tutte le attività di informazione e promozione relative alla raccolta del sangue».
Oggi su chi potete contare?
I nostri iscritti, anzitutto. Circa 3000. In 41 anni di storia forse non sono tantissimi, ma sono sempre presenti e disponibili. Nel 2015 abbiamo raccolto 800 sacche di sangue. E’ la stata la nostra annata record, e per il 2016 ci siamo proposti di arrivare a 900. Obiettivi raggiungibili solo grazie al lavoro dei volontari che due domeniche al mese, anche d’estate, ci aiutano nella raccolta. Anche l’Asl ci è vicina, concedendoci i locali del Presidio sanitario San Giovan Giuseppe di Ischia».
Come sono i rapporti con gli Enti locali, le amministrazioni in particolare?
«C’è dialogo, parliamo, ma tutto finisce lì. In alcuni comuni d’Italia, la sinergia tra amministrazione e associazioni ha prodotto una cartolina da spedire a chi compie 18 anni, informandolo di tutte le modalità relative alla donazione. Luogo, giornate e sistema per farlo. E’ come dire: oggi sei maggiorenne, quindi un potenziale donatore. Pensaci su. Mi piacerebbe che anche i comuni dell’isola d’Ischia abbracciassero con entusiasmo e convinzione questa iniziativa. Sarebbe importante, un segnale preciso in tema di sensibilità alla cultura del dono del sangue».
156186_10208094428709423_5901465175779173946_nCom’è la situazione in Campania? Numeri soddisfacenti ?
«Non sono soddisfacenti. L’autonomia non è forte, né consolidata. D’estate c’è tanta più gente a Ischia, ma il numero dei donatori non cresce in proporzione. La popolazione isolana è in gran parte impegnata nel lavoro stagionale, non tutte le aziende turistiche sono disposte a concedere, come prevede la legge, una giornata di riposo quando si decide di donare il sangue. Anzi, il rischio è di finire licenziati».
Quali sono gli strumenti che vorreste mettere in campo per coinvolgere sempre più persone nella cultura della donazione? ´
«La programmazione sarebbe importante. Intendo soprattutto un centro di prenotazione che favorisse una raccolta senza file o lunghe attese. I social potrebbero darci un grosso aiuto, ma non tutti navigano in rete o utilizzano questi strumenti. Il tam tam e il passaparola sono ancora i nostri strumenti privilegiati. Anche il mondo isolano delle associazioni ci dà una mano: dalla Moveo di Panza, con la loro straordinaria attività di coinvolgimento nel territorio di Forio, al Gruppo donatori di Lacco Ameno, sempre presente, alla Ciclistica Forio, sono tanti gli amici della FIDAS Ischia che si distinguono per spirito collaborativo».
Lei è presidente da ormai 10 anni, c’è un episodio in particolare che vuole ricordare?
«Sono tanti, in verità. Ricordo volentieri i coniugi Coppa-Wilk. Dalla Germania, dove risiedono abitualmente, vengono a Ischia per le vacanze estive. Non perdono una donazione. Anche se presi dalle distrazioni vacanziere, il mare, il relax, la natura, il divertimento, anche se lontani dalle regole della quotidianità, sentono sempre l’esigenza di partecipare alla giornata di donazione del sangue. E ancora Pino Bramante, un supereroe per quanto mi riguarda. Capace di finire il suo turno di lavoro notturno e venire qui, anche alle 6 di mattina, per poter donare. Quando ha dovuto affrontare un intervento, ha chiesto di calendarizzarlo in modo tale da non interferire, né prima né dopo, con la donazione. La sua vita è andata di pari passo con i nostri appuntamenti per la raccolta. Donare il sangue è stato per lui un momento di grandissima realizzazione personale. Un esempio di vita che è stato doveroso omaggiare il mese scorso, in una giornata del donatore a cui ha voluto partecipare, anche il responsabile nazionale della comunicazione FIDAS Cristiano Lena».
_LUT1113Il comune più virtuoso?
«Ischia , ma solo perché è il più popolato e più vicino all’associazione».
Cos’altro fare per aumentare i numeri?
«Migliorare la qualità del servizio. Più veloce, più efficiente, meglio organizzato».
Dove va il sangue di Ischia?
«Alla Banca del sangue dell’Ospedale Cardarelli di Napoli. Nel presidio viene lavorato e mandato dove è necessario, per essere trasfuso ai pazienti bisognosi. Anche al Rizzoli di Lacco Ameno».
Quali sono le prossime giornate del donatore?
«Domenica 10 aprile e domenica 24. A maggio altre due domeniche, il 15 e il 29».
C’è qualcosa che non sappiamo del vostro lavoro?
«Nei territori dove non esiste la cultura del dono del sangue proliferano sistemi illegali. In caso di interventi chirurgici, ad esempio, è capitato che venisse richiesto al paziente di portare un paio di persone per donare e “rimpiazzare” le eventuali sacche di sangue utilizzate. E’ illegale, poiché la donazione è anonima, gratuita e volontaria. E’ illegale anche perché pratiche del genere non assicurano adeguato controllo e monitoraggio del sangue. Le associazioni della FIDAS sono dei baluardi per la tutela della salute, il sangue italiano è tra i più sicuri al mondo proprio perché controllatissimo. Abbiamo archivi dove poter rintracciare, in caso di urgenza, un donatore ad hoc per il caso specifico. L’associazione interviene anche per orientare chi ha bisogno verso il centro disponibile più vicino. Il nostro lavoro va oltre la raccolta finalizzata all’autosufficienza di sangue locale, regionale e nazionale: con l’aiuto di tutti, vogliamo sensibilizzare la società civile al dono del sangue nel segno della sensibilità, dell’altruismo, della responsabilità.

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