Figli e figliastri
All’istituto Alberghiero “Luigi de Medici” di Ottaviano inaugurano i nuovi edifici realizzati grazie alla Città Metropolitana di Napoli. E arriva l’amaro commento del dirigente del “Telese” Mario Sironi: «Contenti che si investa nella scuola ma la domanda è: perché questi interventi non arrivano anche da noi? Da anni denunciamo l’inadeguatezza degli spazi, la carenza di aule, l’assenza di strutture sportive. Eppure, nulla si muove»

«C’è chi può permettersi di crescere, espandersi, investire nel futuro dei propri studenti. E poi ci siamo noi, che da anni chiediamo semplicemente di essere ascoltati. Ma evidentemente, l’istruzione – in certi territori – è ancora vista come un privilegio, non come un diritto». È un commento amaro, ma lucido e pieno di dignità, quello del dirigente scolastico Mario Sironi, alla guida dell’Istituto Professionale Statale “Telese” di Ischia. Le sue parole arrivano a margine dell’inaugurazione dei nuovi edifici dell’alberghiero “Luigi de’ Medici” di Ottaviano, realizzati grazie alla Città Metropolitana di Napoli. Un investimento importante, quello effettuato nel Vesuviano: due nuovi corpi di fabbrica assegnati alla sede succursale di via Funari, che arricchiscono l’offerta dell’istituto con spazi moderni e funzionali. Il primo edificio, articolato su tre livelli, ospita un ingresso con reception, un auditorium da 200 posti, uffici amministrativi, un bar didattico, laboratori informatici e cucine di ultima generazione. Completano la struttura dieci aule che permettono di accogliere ulteriori 250 studenti, portando il totale degli iscritti – insieme alla sede centrale di via Zabatta – a ben 1.250. Il secondo edificio è interamente dedicato allo sport: una palestra polifunzionale dotata di campi regolamentari per basket e pallavolo, spogliatoi, servizi igienici e locali di supporto.
A presenziare al taglio del nastro sono stati numerosi esponenti delle istituzioni: la consigliera metropolitana con delega alla Scuola, Ilaria Abagnale, il consigliere metropolitano alla Promozione del Territorio, Vincenzo Cirillo, l’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini, oltre ai consiglieri regionali Massimiliano Manfredi e Francesco Iovino. Presenti anche rappresentanti del mondo scolastico, civile ed ecclesiastico, in un clima di festa e soddisfazione. Ma la notizia non ha suscitato lo stesso entusiasmo altrove. A Ischia, la comunità del Telese assiste con una crescente sensazione di frustrazione. «Non possiamo che applaudire quando si investe nella scuola – afferma ancora Sironi – ma la domanda è: perché questi interventi non arrivano anche da noi? Da anni denunciamo l’inadeguatezza degli spazi, la carenza di aule, l’assenza di strutture sportive. Eppure, nulla si muove». Il riferimento è alle numerose istanze formali inviate nel tempo al sindaco della Città Metropolitana di Napoli – da Luigi De Magistris a Gaetano Manfredi – e anche al sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino. Tutte richieste rimaste senza risposta concreta. «I nostri studenti non chiedono il superfluo. Chiedono aule dove poter studiare dignitosamente, laboratori attrezzati per formarsi professionalmente, spazi dove poter fare educazione fisica senza doversi arrangiare nei corridoi. È troppo?», incalza il dirigente. «Quando vediamo che ad altre scuole arrivano risorse e attenzione, non possiamo che sentirci penalizzati. C’è una distanza, anche simbolica, tra chi vive sulla terraferma e chi abita su un’isola. Ma questo non può più essere un alibi per ignorare i nostri bisogni».
Il malcontento cresce anche tra i docenti e soprattutto tra gli studenti, sempre più convinti che la battaglia per la parità di trattamento sia un dovere civico. «Studiare a Ischia – spiega una rappresentante d’istituto – non dovrebbe significare partire svantaggiati. E invece, ogni giorno ci confrontiamo con spazi angusti, turni scomodi, laboratori improvvisati. La scuola dovrebbe prepararci al mondo del lavoro, non costringerci a imparare nell’improvvisazione». Nel frattempo, il “Telese” continua a distinguersi per l’impegno del personale e la qualità dell’offerta formativa, nonostante le difficoltà logistiche. Ma la sensazione, sempre più diffusa, è quella di essere “figli di un dio minore”. «Ci chiediamo – conclude Sironi – se serva davvero arrivare allo scontro istituzionale per ottenere ciò che altrove viene dato come normale. L’uguaglianza dei diritti, anche nel mondo della scuola, non può essere geografica. L’isola non è un mondo a parte. È parte del territorio metropolitano, come Ottaviano, come Napoli. Ma per adesso, quella distanza sembra ancora troppo grande».


L’ex classico, poi ex “Mennella” ormai con 4 gatti e alunni fantasma, avrà tante aule vuote!