CRONACA

Finite le feste, da domani già si pensa alla nuova stagione turistica ma con la fondata paura di rimanere senza spiagge e con pochi profitti

Durante l’ultima mareggiata del dicembre scorso, il mare infuriato si è mangiato una notevole porzione di ogni singola spiaggia lungo l’intera costa dell’isola: dalla spiaggia di San Pietro, per tutta la lunghezza, al lido già ridotto al lumicino rispetto agli anni passati, alla spiaggia della Mandra, oggi ridotta proprio male, fino alla spiaggia del Muro Rotto frequentata per lo più, dagli ischitani. In pratica ad essere state penalizzate più delle altre, sono state le spiagge del Comune d’Ischia ì, dove i titolari degli stabilimenti balneari colpiti vedono davanti a loro una stagione balneare prossima 2020, abbastanza in rosso per i pochi spazi d’arenile che potranno offrire alla propria clientela. A questo punto bisogna sperare solo in una possibile scossura dei prossimi aprile e maggio che scatenatasi per un giorno o due, potrebbe riportare a terra quella sabbia che la tempesta impietosa ultima ha tolto via.

Quindi i titolari degli stabilimenti balneari,allo stato dei fatti, hanno tutte le ragioni per essere preoccupati e per niente ottimisti per il prossimo futuro. E’ vero ,c’è la tenue speranza in una improvvisa scossura di primavera che se sufficientemente forte, potrebbe in buona parte rimettere le cose al loro posto e ridare il sorriso a bagnini e proprietari degli stabilimenti balneari di Ischia. Le scossure di aprile e maggio quasi ogni anno accadono, per cui il più ottimista crede nella buona sorte favorevole. Del ripascimento delle nostre spiagge se ne parla di frequente. Infatti l’isola d’Ischia, poco più di tre anno fa, avrebbe dovuto ricostruire, con un salutare ripascimento la sua lunga striscia del nuovo litorale per una lunghezza di ben 5.965 metri complessivi. E per farlo avrebbe dovuto ricorrere agli enormi giacimenti sottomarini del Golfo di Gaeta, dove sarebbe andata ad estrarre, attraverso l’utilizzo di una potente nave-draga, la bellezza di oltre un milione e quattrocentomila metri cubi di sabbia.

L’operazione era stata stimata con un costo complessivo di 36 milioni e 863 mila euro, settanta miliardi di vecchie lire. Quindi per l’isola, spiagge nuove a tutto campo in ordine ad una mega operazione di ripascimento sabbioso senza eguali, almeno dalle nostre parti. Le aree interessate erano e sono: il lido di Ischia da San Pietro alla Mandra fino a Cartaromana ed alla Spiaggia degli inglesi; Casamicciola con le spiagge della Marina, Suor Angela, Bagnitielli e Castiglione; Lacco Ameno dal Capitello fino alla spiaggia del Regina Isabella; Forio da Citara alle Pietre Rosse a San Francesco fino a Punta Caruso.Esclusa dal piano rinascimento la spiagge dei Maronti, già trattata anni fa con un insuccesso che fece molto discutere. Naturalmente prima di avviare un’operazione di così grande portata per ridare tutte le spiagge all’isola come erano una volta, sarebbe stato indispensabile provvedere in primo luogo, alla campagna di protezione dei litorali in oggetto con capaci scogliere frangiflutti al largo,onde evitare che le inevitabili mareggiate avessero distrutto ciò che si sarebbe costruito il giorno prima.

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L’esempio ultimo dei Maroniti era di insegnamento. Il primo dato positivo di questa vicenda è rappresentato dalla comune intesa delle amministrazioni comunali locali con Ischia in testa. Insieme firmarono un protocollo e affidato ai tecnici il mandato di svolgere una prima valutazione sul da farsi. I fondi occorrenti furono richiesti alla regione Campania con il concorso dell’Unione Europea e della Protezione Civile. Definirono “barriere intelligenti” quelle scogliere che dovevano essere costruite al largo delle coste per proteggere le spiagge e l’intera costa dalle bizze della natura. Ma l’iniziativa…intelligente che sia, è ancora ferma alla firma del protocollo. Di scogliere protettive e di sabbia nuova proveniente dal Golfo di Gaeta, a tutt’oggi nemmeno l’ombra. Eppure il lavoro programmato e avviato con la sua fase preliminare nei tempi giusti era quanto necessita all’intera fascia d’arenile isolana. Ma la burocrazia canaglia, la malapolitica, le implicazioni, i ritardi o peggio ancora i freni per calcoli politici e quant’altro di negativo sia accaduto ha arrestato un processo di crescita in favore della costa ischitana che mai come in questo periodo avrebbe fatto la felicità dei titolari degli stabilimenti balnerari dell’intera isola.

Non sono servite le sollecitazioni degli interessati e degli stessi sindaci ischitani presso chi di dovere alla Regione per snellire l’iter burocratico che consentisse il riavvio delle pratiche fino alla loro completa esplicitazione. A guardare le nostre spiagge, specie quelle distrutte dalle mareggiate di quest’inverno e vederle ridotte chi in massima parte e chi danneggiate solo meno, fa tanta rabbia. Prima che si arrivi al ripascimento bisogna prima proteggerle con capaci scogliere al largo. Se ciò non avviene, sarà una lavoro tutto inutile, ammesso che lo facciano. Le Amministrazioni Comunali isolane sono quasi tutte in agitazione per varie ragioni. Il Comune di Casamicciola è alle prese con le nuove elezioni per il rinnovo del consiglio comunale e del sindaco naturalmente. Il Comune Ha il suo sindaco distratto dalla camapagna elettorale per la corsa in qualità di candidato al Consiglio Europeo. Il comune di Forio fronteggia quotidianamente gli attacchi al suo sindaco Francesco Del Deo e gestisce alla meglio la polemica che ha suscitato il discutibile spettacolo d’avanguardia relativo alla rappresentazione della Via Crucis affidata all’estro artistico di Salvatore Ronga. Il Comune di Lacco Ameno è impegnato a seguire il cammino politico non facile del proprio senatore De Siano.

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Con questi chiari di luna appaiono molto lontani tutti i propositi per riprendere in mano la situazione delle spiagge. In questo caso, la prossima, sarà un’altra stagione di magra che arriverà puntuale quando il paese già soffre di suo una crisi dai risvolti preoccupanti. L’isola d’Ischia, a ragione, si è sempre vantata di poter disporre di un patrimonio naturale costituito da un notevole numero di spiagge da far invidia alla più agguerrita concorrenza. La loro gestione però, in più di una occasione ha trovato sulla sua strada ostacoli non facilmente superabili a causa di regolamenti severi imposti dai Comuni o dal Demanio a seconda del grado d’autorità. Oggi che le spiagge isolane non sono più le stesse di prima, e sono disertate dalla clientela straniera che preferisce sempre più la piscina d’albergo, viene da domandarsi se quel piano che prevedeva il ripascimento e il rilancio degli arenili troverà nell’immediato futuro vera attuazione. E se lo domandano soprattutto i titolari dei vari stabilimenti balneari, oggi demoralizzati e con la paura di non poter più andare avanti con la tranquillità e i discreti profitti a cui erano abituati. Profitti, che senza la possibile scossura di aprile e maggio,inevitabilmente verranno a mancare.

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Foto Giovan Giuseppe Lubrano antoniolubrano1941@gmail.com

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