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Zaro, che scandalo: le lastre di catrame invadono l’area boschiva

FORIO – «La località Zaro invasa dal catrame. Non parlo di coscienza (è chiaro che non c’è), ma questi “signori” (che scaricano) non hanno figli e nipoti?». È con questa perentoria domanda che si apre il servizio filmato che il videomaker Pietro Coppa ha recentemente dedicato al bosco di Zaro, uno dei polmoni verdi più lussureggianti e famosi dell’intera isola d’Ischia. Un vero e proprio Paradiso in Terra, ma che sempre più stesso viene brutalmente stuprato da cittadini ignoranti e privi di ritegno. Questa volta non è stato l’eternit a catturare l’attenzione del curatore del portale isolano “Ischia Reporter”, bensì le numerose lastre di catrame che qualche delinquente ha ben pensato di abbandonare nell’edenica area boschiva, dove sorgono un luogo dedicato al culto mariano e la celeberrima villa “La Colombaia”, per anni residenza estiva dell’apprezzato regista meneghino Luchino Visconti. Le immagini catturate da Coppa (che abbiamo deciso di riportare anche nell’odierna edizione de “Il Golfo”) non lasciano spazio all’immaginazione e sono silenti testimoni di un degrado senza fine che purtroppo coinvolge una delle zone più suggestive del Comune di Forio e dell’isola di Tifeo.

MENO DI UN MESE FA LO SCANDALO DELL’IMMONDIZIA VISTA MARE. Purtroppo quello che abbiamo riportato è soltanto l’ultimo scandalo in ordine di tempo verificatosi a Zaro. Poche settimane fa, sulle colonne di questo quotidiano, in un articolo dal titolo “Zaro, monnezza vista mare: uno scandalo senza fine”, vi mostravamo le sconvolgenti istantanee scattate da un nostro lettore, Umberto Lucio Amore, che testimoniavano il sordido degrado in cui versa ancora l’intera area nonostante le accorate denunce de “Il Golfo”. A farla da padrone (come potete vedere nella foto che vi riproponiamo) sono secchi di vernice, bidoni che contenevano solventi, tubi e cavi elettrici. Umberto Lucio Amore, nella circostanza, lanciò una dura invettiva nei confronti dell’incivile di turno (definito con l’espressione «cancro dell’umanità»).

Umberto, da buon cittadino amante della natura, cercò di ripulire come meglio poteva l’area interessata dalla presenza dei predetti rifiuti, alcuni dei quali dannosissimi per la salute dell’uomo. E nel suo racconto non mancò la stilettata al Comune. «Ho spostato tutto quello che ho potuto sul bordo della strada» affermò il nostro lettore. «Non posseggo un’auto, altrimenti avrei portato tutto davanti al municipio giacché i nostri bravissimi politici non si sono dimostrati migliori di quel mostro. A dire il vero è proprio il loro modo del “non fare” che legittima queste mostruosità. Non posso neanche dire “vergognatevi”, dal momento che non conoscete la vergogna. Ogni giorno sporcate la mia anima come quella dei tanti come me. Ogni giorno violate la dignità e la perfezione del creato. Su quest’isola Dio ha sbroccato e troppo vi ha regalato. Ma voi vendete tutto. Un mercato – concluse Umberto – dove siete re». L’auspicio, come sempre, è che il Comune di Forio ponga fine a delle incresciose situazioni che, nel medio e lungo termine, potrebbero danneggiare irrimediabilmente non solo l’immagine della cittadina turrita, ma anche quella del territorio ischitano nel suo complesso.

Fotoservizio PIetro Coppa

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