Fitti alle stelle ad Ischia, così si attirano capitali di “dubbia” provenienza

di MARCO GAUDINI
ISCHIA – La nostra non è un’isola felice. Questa non è una novità, ma non è però neanche un modo per “farci sempre le pulci”, o per parlare male del nostro territorio. Nulla di tutto ciò, ma è necessario ogni tanto fare anche delle valutazioni, riflessioni su quello che ci circonda e su come quello che abbiamo sempre visto come punti di riferimento, immutabili presenze, possono cambiare modificarsi, evolversi, ma il più delle volte, purtroppo regredire. È un po’ quello che sta accadendo, nella zona del centro di Ischia, nel corso più bello e maggiormente “identitario”. Ed è proprio su questo aspetto, l’identità, che il Corso Vittorio Colonna sta facendo dei passi indietro. La chiusura di alcune attività commerciali storiche, è il segno, di un territorio che non riesce più a tutelare la sua identità, e che lascia spazio al “nuovo” che spesso è effimero, insignificante, tristemente vuoto. E’ l’onda lunga di una crisi che si protrae da anni e di fronte alla quale i canoni di locazione non hanno, singolarmente, registrato cali o – quanto meno – aumenti contenuti, giustificabili con la semplice inflazione. Saracinesche che si chiudono, lasciando alle spalle, anni di sacrifici, gioie, soddisfazioni. Anni di volti, emozioni, aneddoti e di tradizione. Negozi che hanno una “storia”, che lasciano posto, a nuovi e “globalizzati” punti vendita, questa è la terminologia più appropriata. Colpa della liberalizzazione dice qualcuno, quella liberalizzazione che permette ad un proprietario di alzare alla scadenza del contratto il canone in maniera troppo spesso insostenibile. E così chi non può va via, chi ha le spalle forti resiste, e chi invece può spendere, in un modo o in un altro, soldi buoni o soldi “sporchi”, arriva ed apre le sue belle attività nel Corso, simbolo di una comunità.
Questo è quello che sta accadendo, e certo sono tempi duri anche per le boutique griffate e per i negozi che puntano inderogabilmente alla qualità, se è vero che in molti minacciano la chiusura nei mesi invernali. Colpa di quella destagionalizzazione del turismo che resta un’utopia. E se non arrivano a ottobre e novembre i turisti, beh, sembra durissimo sopravvivere coi soldi dello shopping di Natale, con gli ischitani sempre più propensi alla spesa sulla terraferma. Cosa fare, come intervenire, a sentire le parole del Presidente di Confcommercio Ascom Isola d’Ischia, Marco Bottiglieri, le strade sono veramente poche ed anche difficilmente percorribili:«A fronte di acquisti in diminuzione, con un turismo che numericamente regge ma che lascia meno benefici all’indotto, i canoni di locazione praticati nelle zone centrali di Ischia si rivelano spesso insostenibili. Intervenire in questo senso è però molto difficile, questo è infatti un libero mercato. – ha aggiunto Bottiglieri – Più volte abbiamo cercato di sensibilizzare i proprietari degli immobili a mantenere un canone accessibile: il nostro discorso è infatti molto semplice, meglio avere una persona che paga sicuramente, una persona perbene della quale si conoscono anche la provenienza dei soldi, invece di mettersi “in casa” un soggetto sconosciuto, che può pagare affitti stellati, ma del quale non si conosce nulla, e magari quei soldi sono così tanti perché sporchi, o ancor peggio perché vengono dalle realtà del malaffare e della camorra. Questo è un problema purtroppo diffuso che stiamo affrontando come associazione non solo sull’isola ma anche sulla terraferma dove il fenomeno è ancora più numeroso». Se questo avviene su Corso Vittorio Colonna, la situazione su via Alfredo De Luca, dove i locali sfitti – anche in posizioni strategicamente vantaggiose – sono addirittura tre, non è certamente migliore. Sintomo di un sistema che è vicino al collasso, e che ha la necessità di avviare una seria cura intensiva. Basta infatti vedere i dati per rendersi conto che il settore del commercio e della ristorazione, ormai, nonostante una generale percezione di ripresa è ancora in profonda crisi. Nei primi sei mesi del 2015, la spesa dei visitatori extra Ue a Ischia è calata del 37,8% rispetto allo stesso periodo di un anno prima. Su questo aspetto ha ovviamente pesato il forte calo delle presenze turistiche russe, la cui spesa ha avuto un calo radicale e sconfortante: -47,95%. E anche gli americani (quei pochi che scelgono Ischia) paiono assai meno propensi alle spese folle: da un anno all’altro, lo scontrino medio dei turisti a stelle e strisce è infatti crollato del 40%.
I fatturati (in particolare quelli di gioiellieri e boutique) hanno dunque subito un decremento significativo. Mentre tutto scende, gli affitti però salgono e questo rende ancor più difficile una seria ripresa. Tante le iniziative che si stanno provando a mettere in campo per contrastare un fenomeno ormai fin troppo diffuso. La Regione Campania l’anno scorso ha approvato dopo anni di ritardi la proposta di legge per la “Tutela e valorizzazione dei locali, dei negozi, delle botteghe d’arte e degli antichi mestieri a rilevanza storica e delle imprese storiche ultracentenarie”. Un provvedimento che in qualche modo dovrebbe essere un importante strumento contro speculazioni e per la salvaguardia di un commercio storico e di qualità, ma al momento tra aspetti burocratici e esiguità di risorse stanziate, la legge è rimasta lettera morta.