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Florenzo “condanna” Giosi: in dieci anni Ischia si è affossata

 ISCHIA – Ancora una volta la polemica scoppia sulla piattaforma più frequentata negli ultimi tempi, quella del social network. Divenuti, ormai, occasione buona anche per discutere di politica e di massimi sistemi e non soltanto per piazzare selfie, citazioni o foto ricordo. Succede però che stavolta il vento del cambiamento, o dell’inversione di tendenza, sembra spirare anche su Facebook. Dove il noto albergatore ischitano Sandro Florenzo sembra improvvisamente virare rotta: negli ultimi tempi, infatti, i suoi post avevano fatto discutere non poco non fosse altro perché avevano come “teorie” due personaggi non proprio al massimo della popolarità sull’isola negli ultimi tempi. Nell’ordine Florenzo dapprima ha a più riprese difeso e promosso l’operato di Giosi Ferrandino a capo dell’amministrazione comunale di Ischia, e poi “benedetto” la candidatura di Domenico De Siano per la sua successione. Il dibattito che ne è conseguito, per coloro che non l’avessero seguito, se non è stato cruento certo non si è rivelato dei più “teneri”. Ma adesso, però, anche lui sembra voler prendere le distanze o quantomeno porre una serie di distinguo di non poco conto.

L’occasione sono una serie di foto che Pasquale Saurino, commercialista e grande elettore dell’attuale vicesindaco Enzo Ferrandino, ha postato proprio sul suo profilo social. E che non hanno fatto molto piacere a Florenzo il quale scrive ufficialmente al suo interlocutore esordendo così: “Caro Pasquale Saurino, è la quinta volta che posti le foto dei lavori fatti da questa amministrazione e presumo che continuerai a farlo e ad ammonirci con: prima del 2007 non esisteva… ti ricordi? Trovo che fai molto bene a farlo perché ci sono molti isolani che con estrema leggerezza sostengono, a volte in mala fede, che l’amministrazione non ha fatto niente e questo è falso”. Insomma, l’albergatore sembra comunque voler assolvere il sindaco d’Ischia, esortando gli internauti a non dimenticare le opere portate a compimento ma ecco che subito dopo parte l’affondo: “Il problema – scrive il professionista – è che tutti questi lavori non sono riusciti a risollevare l’economia del paese, a interrompere il declino, a dare quella svolta sociale ed economica che tutti auspicavamo. Anzi, dal 2007 ad oggi è cresciuto il disagio sociale, l’indebitamento dei commercianti e il fallimento di molte aziende; La qualità del turismo è scaduta e sempre più l’isola è soffocata dalle auto e dal traffico”.
Un passaggio quest’ultimo che induce Florenzo a fare un’amara ma inevitabile riflessione: !Questo dimostra che non è la quantità di opere che si fanno ma la loro qualità, la capacità di avere una strategia politica, sociale ed economica che dia dei frutti e che renda. Se Ferrandino e compagnia bella in dieci anni di ‘potere assoluto’ invece di fare le piazze, i marciapiedi, i giardini, le aiuole, i parcheggi, gli svincoli, gli allargamenti delle strade avesse dedicato gli sforzi ad una strategia di benessere ambientale (traffico, depurazione, energie alternative), se avesse impedito la svendita del nostro prodotto dai Di Meglio e accoliti, se avesse creato le premesse per il dialogo e strategie (raccolta dei rifiuti, depurazione, propaganda turistica,ecc.) con gli altri sei Comuni magari gettando le basi per una ‘Unione dei Comuni’ , caro Pasquale, adesso la nostra vita, le nostre aziende, sicuramente anche il giudizio e il destino politico della giunta e del Sindaco, sarebbero molto migliori”. Inevitabile dunque che si arrivi a tracciare un giudizio finale estremamente negativo dell’operato del sindaco e della sua amministrazione negli ultimi due lustri. “Questa è la colpa di Ferrandino – sottolinea Florenzo – quella di aver sbagliato strategie, quella di non aver capito di che cosa l’isola aveva bisogno, dove il futuro ci portava e non quella, come tu stai rappresentando con ‘patetica’ insistenza, di ‘non aver fatto niente’ o quella di essere inattivo. Per dirla in parole povere: se sono malato di cuore è inutile che mi opero di emorroidi, mi faccio la plastica la naso, mi faccio il trapianto dei capelli e vado in palestra per tonificare i muscoli e poi non mi faccio il cardiogramma”. Parole dure, forse una prima seria riflessione di un imprenditore elettore che nel momento in cui ci si approssima al ritorno alle urne si ferma a pensare. E si rende conto che forse, anzi senza il forse, non era affatto tutto oro quello che luccicava.

 

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