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FOCUS G7 – Minniti: «Grazie Ischia, la tua accoglienza è stata straordinaria»

È un Marco Minniti visibilmente raggiante quello che, verso le 13.30 di ieri, si è presentato ai giornalisti giunti all’hotel “Punta Molino” per prendere parte alla conferenza stampa, che di fatto ha rappresentato l’ultimo atto di una due giorni storica per l’isola verde, che mai aveva ospitato un meeting così importante. Ed è proprio all’isola che il numero uno del Viminale ha voluto dedicare l’incipit del suo discorso, che ha aperto la press conference alla quale hanno partecipato anche i principali protagonisti della sessione ischitana del G7.

«Grazie Ischia, grazie per la straordinaria accoglienza che ci hai riservato» ha esordito il ministro dell’Interno italiano, che ha espresso non soltanto il proprio punto di vista ma anche quello dei suoi colleghi, che sono rimasti letteralmente affascinati dalle bellezze dell’isola di Tifeo, che finalmente inizia a rivedere la luce del sole dopo i tristi fatti del 21 agosto scorso. «I miei colleghi – ha aggiunto Minniti – sono rimasti molto colpiti dalla bellezza di questa isola del Mediterraneo, un autentico vanto per il nostro Paese. Sono certo che anche loro, tornando a casa, tesseranno le lodi di quest’isola, che è stata così duramente colpita dal terremoto. Questo meeting dei ministri dell’Interno si colloca in una fase di passaggio: oggi, infatti, consegniamo il testimone agli amici canadesi, che ospiteranno il G7 il prossimo anno».

LA CADUTA DI RAQQA NON RAPPRESENTA LA FINE DELL’IS. Minniti ha altresì espresso la propria soddisfazione per il lavoro svolto dal gruppo dei sette, che si sono riuniti a Ischia a poche ore dalla caduta di Raqqa, che per oltre tre anni (dal gennaio 2014 al 17 ottobre di quest’anno) è stata la roccaforte del sedicente Stato islamico. La liberazione della città siriana – avvenuta grazie all’intervento delle forze democratiche locali e degli Stati Uniti – non segna tuttavia la fine dell’IS. «Mi sia consentito, da presidente del G7, di esprimere la mia personale soddisfazione per l’ottimo lavoro che si è svolto. Devo riconoscere che abbiamo affrontato le questioni che avevamo in agenda con determinazione, e con la forza di mettere in campo anche delle risposte che fossero di carattere pratico. Questa riunione – ha fatto notare Minniti – è casualmente avvenuta poche ore dopo la caduta di Raqqa, e tutti voi sapete quanto questa città sia stata importante nella storia dell’IS. La caduta di Raqqa rappresenta il segno di una durissima sconfitta: tuttavia, la sconfitta militare dell’IS non significa che l’IS sia finito».

LA LOTTA ALL’IMPONENTE LEGIONE DEI FOREIGN FIGHTERS. «Abbiamo pianificato tutte le azioni da mettere in campo per affrontare questa nuova fase» ha aggiunto Minniti. «Essa sarà caratterizzata anche dalla volontà di voler dare un segnale di revanche attraverso attività di carattere terroristico. Abbiamo affrontato nel dettaglio tutte le attività di prevenzione e di contrasto a questi possibili attacchi. La prima questione che abbiamo affrontato è quella di come contrastare il ritorno dei foreign fighters che, come ben sapete, hanno costituito una straordinaria legione straniera dell’IS, forse la più imponente che il mondo abbia mai visto: tra 25 e 30mila combattenti provenienti da cento paesi. Nel momento in cui l’IS non ha più un territorio, è lecito pensare che questi foreign fighters cercheranno di tornare a casa, spostandosi in altre località. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di lavorare insieme per impedire che essi possano tornare a casa da terroristi e costruire delle “zone franche” in cui insediarsi. Abbiamo sottolineato come sia importantissima la cooperazione tra i sette paesi e il mondo africano, e in particolare i grandi paesi del Nord Africa».

LE PAROLE D’ORDINE: RACCOLTA E CONDIVISIONE DELLE INFORMAZIONI. Il gerente del Viminale ha poi focalizzato la propria attenzione sulla raccolta e la condivisione delle  informazioni tra i paesi del G7. «Abbiamo deciso – ha spiegato Minniti – di avere un’azione comune sia sul terreno della raccolta delle informazioni sia su quello della condivisione delle stesse. Raccolta e condivisione, infatti, sono due aspetti fondamentali. Raqqa, che per tre anni è stato il quartier generale dell’IS, può diventare anche una preziosa miniera di informazioni. E noi abbiamo discusso su come raccogliere queste informazioni e, soprattutto, su come condividerle largamente tra di noi, in modo tale che ogni paese possa avere chiaro il quadro della minaccia e dei problemi che possono derivare da quella raccolta di informazioni, attraverso anche un lavoro che sia molto attento all’utilizzazione delle tecniche biometriche».

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RAFFORZARE LA COLLABORAZIONE TRA LE INTELLIGENCE. Un altro punto affrontato dal ministro dell’Interno è quello relativo al miglioramento del dialogo tra le intelligence. «Sappiamo perfettamente di dover rafforzare la cooperazione delle intelligence. Ma nel momento in cui si parla del possibile ritorno dei foreign fighters, c’è bisogno di lavorare per avere delle prove che possano essere sostenute anche in liberi tribunali delle nostre democrazie. Ed è per questo che noi consideriamo molto importante il ruolo di Interpol, con cui abbiamo avuto un proficuo scambio di idee e di ipotesi di lavoro».

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L’ESORDIO DEI GRANDI PROVIDER E IL RUOLO DI INTERNET NEL PROCESSO DI RADICALIZZAZIONE. Quello di Ischia entrerà nella storia per essere stato il primo G7 ad aver ospitato i vertici dei big del web. «Come voi sapete questo è stato il primo G7 al quale hanno partecipato i rappresentanti dei grandi provider del mondo, ossia Microsoft, Google, Facebook e Twitter. Ed è quindi la prima volta che attorno allo stesso tavolo si siedono i governanti dei principali Paesi del mondo e i grandi provider. Noi sappiamo che questo è un aspetto cruciale, perché l’altro lato della minaccia, insieme ai foreign fighters, è l’attivazione di lone wolves (lupi solitari, ndr) o di cellule che possono essere presenti nei nostri singoli paesi. E sappiamo quanto sia stato e quanto sia importante in questo processo l’uso di internet. In questi anni il web è stato un veicolo di conversione, di radicalizzazione, di reclutamento, di addestramento e, infine, di emulazione. Intervenire insieme per impedire questi passaggi costituisce un aspetto cruciale nella lotta contro il terrorismo. Possiamo dire che abbiamo a che fare con un “malware del terrore”. L’IS si è mosso dentro il nuovo mondo della comunicazione come un pesce nell’acqua. Noi abbiamo deciso oggi, insieme, di compiere ogni sforzo per combattere questo malware. E lo abbiamo fatto con un accordo tra i nostri paesi ma anche – e questa è la cosa più importante – con i grandi provider del mondo. Abbiamo trovato insieme motivazioni e capacità tecnologiche per poter intervenire. Oggi ha incominciato a fare i primi passi una grande alleanza tra i governi del mondo e i grandi provider, una grande alleanza fatta nel nome del principio della libertà. Internet è stato ed è uno straordinario veicolo di libertà, principio che in alcun modo può essere messo in discussione: l’IS e Al Qaeda sono nemici delle nostre libertà».

LA COSTRUZIONE DI UNA “NARRATIVA ALTERNATIVA” E LA “COOPERAZIONE DELLA FIDUCIA”. Il ministro Minniti ha concluso il proprio intervento asserendo che «i grandi provider ci hanno raccontato di come essi stanno lavorando per costruire una “narrativa alternativa”, che prospetti altri messaggi rispetto a quelli di paura e di morte lanciati dal terrorismo internazionale. Abbiamo infine stabilito un modello di cooperazione tra i governi e le strutture private, un modello costruito su un reciproco rapporto di fiducia. Attraverso questo rapporto – ha chiosato Minniti – noi possiamo vincere questa partita contro il “malware del terrore”».

Francesco Castaldi

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