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Focus,flussi turistici: i numeri non sono tutto, ma restano i problemi

ISCHIA. La flessione di presenze nel weekend di Pasqua, certificata dai dati diffusi dal Circomare Ischia, è stata inequivocabile. Ma, come è apparso chiaro sin dai primi riscontri “sul campo”, era comunque in gran parte attesa. Bisogna allora interpretare il significato di quelle tredicimila presenze in meno rispetto a un anno, il 2017, che era partito davvero col “botto” e faceva presagire nuovi record, in gran parte verificatisi grazie alle favorevoli combinazioni di un calendario che lungo tutto l’arco della stagione agevolò la possibilità di sfruttare i cosiddetti “ponti” e che in generale vide ottimi numeri per l’industria locale, fino al sisma del 21 agosto. Stavolta inoltre la Pasqua è caduta molto presto, oltre due settimane prima rispetto alla scorsa primavera, e a inizio stagione un tale lasso di tempo risulta decisivo anche considerando le condizioni meteo, che nei giorni iniziali del weekend ha complicato non poco le cose, fino ad arrivare alla chiusura di uno dei due principali scali portuali dell’isola. E a confrontarci col 2016, quando la Pasqua arrivò a fine marzo, i numeri sono anzi in leggera crescita, con circa duemila arrivi in più. E proprio il fatto che le cifre non indichino necessariamente una tendenza e che non siano dunque significativi in ottica generale viene rimarcato anche dagli addetti ai lavori il cui parere leggete a parte. Molteplici circostanze, tra cui le troppe settimane di distanza con la festa della Liberazione e la conseguente decisione di vari alberghi di rimanere chiusi fino a quella data, hanno influito su un dato finale che non è negativo in sé. Tuttavia, come sottolineano entrambi gli imprenditori da noi contattati,  sul turismo isolano aleggiano gli interrogativi e i problemi di sempre, a partire dall’insufficiente marketing passando dalla piaga del traffico, sul quale tanto si discute senza mai adottare provvedimenti realmente risolutivi. Va dunque in archivio la Pasqua, che da sempre costituisce il “riscaldamento” pre-stagionale, per usare una metafora calcistica, con la consapevolezza che i numeri, mai come in questo caso, non sono tutto. E speriamo non sia una consolazione.

 

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