ISCHIA – L’uscita dall’Unione europea della Gran Bretagna ha suscitato le riflessioni di molti, tra le quali quella del professor Gianfranco Marelli, che ha scritto: «”C’è nebbia. Oggi il continente è isolato”. Chissà quante volte abbiamo riso di questa supponenza tanto, tanto, british. Eppure mai come adesso – dopo il risultato referendario vinto dal Brexit – la nebbia avvolge l’Europa, l’Inghilterra, il mondo intero. Sembra che si navighi a vista. Ma verso dove? Metà degli inglesi dovrebbero saperlo dal momento che hanno deciso di staccare gli ormeggi dal porto Ue. Ancora non hanno imboccato l’uscita (ci vorranno un paio d’anni) e già le acque all’orizzonte sono agitate, che il comandante ha urlato: “Non fate più salire gli stranieri! Quelli rimasti, di ramazza, e poi al largo vediamo che farne. Dio salvi la Regina e i suoi sudditi fedeli”.
Gli infedeli, vale a dire l’altra metà in gran parte giovane e istruita, hanno già il mal di mare e preferirebbero scendere. Ma tant’è. Sul porto c’è chi applaude e vorrebbe fare come gli inglesi (quelli fedeli) e già si è messo a programmare la dipartita. Prima o poi salperanno, convinti che se bisogna ballare “almeno facciamolo di testa nostra, con gente nostra”. Sì, giusto! Ma dov’è che si va? Nel dubbio i più fanno ammuina. Poi, si vedrà. Infine, la capitaneria di porto. Aveva previsto sole e, come sempre, non c’ha azzeccato. O forse sì. Perché la nebbia è a strati, avvolge chi sta in basso. Non sale certo in vetta. Allora, la capitaneria, sa dove andare perché vede chi va e chi viene, regolando il traffico commerciale, gli scambi finanziari, i flussi umani? Macché! Fa finta, coi binocoli puntati guarda lontano e tutto appare così vicino, che chi è vicino per davvero non si vede più. Sta in basso. Lì c’è nebbia. Sempre».
