LE OPINIONI

IL COMMENTO Non siamo figli di un dio minore

Una vita che viviamo con il dito puntato contro,  la delinquenza è sempre la nostra, gli evasori al sud sono sempre superiori che al nord, e poi i nostri abusi edilizi sono sempre il capro espiatorio di tutte le sciagure che purtroppo un destino beffardo ha voluto che si abbattessero nello stesso posto, anche se di natura diversa. Come per dire questo luogo deve morire, che tristezza, solo una valanga di parole inutili contro la storia di un paese, dietro tante persone, uomini, donne e bambini e nessun rispetto per loro. Anzi, politici e conduttori pseudo giornalisti che continuano a girare il dito nella piaga. Ma un po’ di umanità no? Prima di parlare dovreste conoscere, dovreste informarvi con le carte alla mano, non parlare a vanvera come si è fatto fino adesso. La verità è che siamo stati abbandonati proprio dallo Stato, quello che adesso accusa pure contro i Comuni, quello che vuole arrestare i Sindaci: ma scusate un sindaco non rappresenta lo Stato? E dove era fino ad ora lo Stato? Un’isola fragile come Ischia, dove eruzioni, terremoti ed alluvioni ne sono la storia, la messa in sicurezza doveva essere la priorità da sempre. Oppure dobbiamo abbattere tutto e renderla disabitata?

La verità è che le isole dovrebbero essere a Statuto speciale, con più autonomia, non possiamo dipendere da altri Enti che purtroppo fino adesso sono stati assenti sul territorio, non siamo stati la priorità rispetto alle altre sciagure che hanno colpito l’Italia. Il rispetto dell’ambiente deve iniziare dall’alto, basta accusare sempre il cittadino, sicuramente siamo colpevoli, ma non meno di chi ha permesso tutto ciò. Non abbiamo un piano regolatore da oltre quarant’anni, gli abitanti aumentano, le esigenze cambiano, l’ischitano è un gran lavoratore, ha diritto ad un tetto per la sua famiglia, la zona del disastro, paradossalmente sulle mappe risulta essere zona bianca, chi ha vigilato di questa cosa? Sono stati fatti degli studi sul suolo? Niente di tutto ciò, le solite macchinazioni politiche, hanno chiuso gli occhi e adesso piangiamo i morti. Eppure paghiamo le tasse come negli altri comuni d’Italia, soprattutto su quelle case abusive, tutte quelle di cui stati accusati additati come farabutti. Non abbiamo ancora seppellito i nostri morti, non c’è stato tempo nemmeno di piangerli. Tutti a spararci contro, senza alcun rispetto dell’immensa tragedia in cui siamo precipitati, e intanto aspettiamo ancora i marò di Crosetto, a spalare fango sono i nostri ragazzi, figli di quest’isola, i veri “angeli del fango”. Siamo stanchi, affranti per le tante ferite inferte, ma ci rialzeremo, e adesso chiediamo attenzioni, facciamo parte dell’Italia, non vogliamo essere più figli di un dio minore.

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